I vincitori dei DIG Awards 2018 sono stati annunciati ieri sera. Questi premi internazionali di giornalismo riconoscono le migliori inchieste e i più eccellenti reportage video. Tra oltre 300 candidature, 27 opere finaliste provenienti da Italia, Francia, Ucraina, Svizzera, Turchia, Stati Uniti, Canada e Brasile si sono sfidate in sette diverse categorie.
Una giuria internazionale ha assegnato i premi, presieduta dall’americano Jeremy Scahill, noto giornalista vincitore di due George Polk Award, cofondatore del sito The Intercept e responsabile dell’archivio Snowden. Tra gli altri giurati figurano Galia Bador (Docaviv), Claudine Blais (Société Radio-Canada), Alexandre Brachet (Upian), Riccardo Chiattelli (laeffe), Nils Hanson (SVT), Morten Møller Warmedal (NRK), Marco Nassivera (ARTE), Alberto Nerazzini (Dersu), Juliana Ruhfus (Al Jazeera), Andrea Scrosati (Sky Italia) e Pia Thordsen (TV2 Denmark).
La cerimonia di premiazione è stata condotta dalla giornalista di La7 Vicsia Portel, durante una serata speciale all’interno del DIG Festival.
Il premio per la categoria Investigative Long, riservata ai lungometraggi d’inchiesta, è stato assegnato alla coproduzione ucraino-rumena Killing Pavel, firmata da Anna Babinets per l’agenzia Slidstvo.info. Il film ricostruisce l’assassinio del giornalista bielorusso Pavel Šaramet, ucciso da un’autobomba a Kiev nel 2016.
Nella categoria Investigative Medium (mediometraggi d’inchiesta), l’opera vincitrice è stata Silent Death on Syrian Journey, realizzata da Mouhssine Ennaimi per la TV turca TRT. Il documentario racconta, tramite interviste e testimonianze esclusive, le storie drammatiche di alcuni profughi siriani, costretti a vendere i propri organi a trafficanti spietati in cambio di un passaggio verso l’Europa.
Il premio Reportage Long (per i video reportage fino a 90 minuti di durata) è stato assegnato a Kompromat, realizzato per France 2 da Tristan Waleckx e Guillaume Beaufils. L’inchiesta si focalizza sulle vittime e sui responsabili dei dossieraggi e delle montature mediatiche orchestrate dal governo di Putin. Nel documentario viene svelata per la prima volta la storia di un espatriato francese costretto a fuggire dalla Russia a causa di accuse infamanti.
Iraq: Dying for Mosul, prodotto dall’emittente franco-tedesca ARTE e firmato da Bernard Genier, è l’opera vincitrice della sezione Reportage Medium. Il documentario narra le pericolose operazioni di soccorso messe in atto in Iraq da un’ONG cristiana fondata da un ex soldato statunitense che ha lasciato l’esercito per dedicarsi all’attività umanitaria.
Nella sezione Short, dedicata alle opere brevi, è stato premiato il servizio Doping, il mistero di Alex Schwazer, realizzato da Emanuele Piano per la trasmissione Nemo di Rai2. Il servizio è incentrato su uno dei casi di doping più noti degli ultimi anni: quello del marciatore altoatesino Alex Schwazer, vincitore della medaglia d’oro alle Olimpiadi di Pechino 2008 e poi squalificato.
Per la categoria Masters (documentari di taglio cinematografico), la vittoria è andata a This is Congo di Daniel McCabe. Un’opera che offre uno sguardo inedito sul conflitto che insanguina la Repubblica Democratica del Congo, attraverso le storie di quattro personaggi: un informatore in incognito, un comandante dell’esercito, una trafficante di pietre preziose e un sarto sfollato.
Menzione speciale per Bloody Money di Sacha Biazzo (Fanpage), un’indagine sul traffico di rifiuti e sul sistema di corruzione politica che c’è dietro, tra gare truccate, sversamenti illeciti e tangenti. La DIG Student Mention è stata assegnata a The Cost of Cotton, inchiesta realizzata da Sandrine Rigaud per France 2, che documenta le condizioni estreme dei lavoratori della filiera del cotone.
Infine, la sezione più prestigiosa, il DIG Pitch, ha assegnato un premio di produzione di 15.000 euro per progetti in fase di sviluppo. Il vincitore è stato selezionato dopo un’intensa sessione di pitch, svoltasi nel pomeriggio di venerdì, durante la quale i sei finalisti hanno presentato i loro progetti alla giuria e a un pubblico di produttori e distributori internazionali. Il finanziamento è stato assegnato a Goldfish and Dogfish, di Sandro Di Domenico e Gianluca Loffredo. Questo progetto racconta la storia di un uomo, unico sopravvissuto a una terribile tragedia, che affronta con la famiglia un processo penale contro una potente multinazionale.
Ai vincitori di tutte le categorie sono stati consegnati i premi realizzati da Umberto Giovannini dell’Opificio della Rosa, centro internazionale di grafica di Monte