FESTIVAL DEI DUE MONDI DI SPOLETO 2018 – Dal 30 giugno al 15 luglio 2018

Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”

Esame di Diploma del Terzo Anno del Corso di Recitazione

TIRANNO EDIPO!

di Sofocle

Drammaturgia e Regia di Giorgio Barberio Corsetti

Festival dei Due Mondi di Spoleto 2018

Auditorium della Stella

30 Giugno – 5 Luglio

Sab 30 | 12:00

Dom 1 | 21:00

Lun 2 | 21:00

Mar 3 | 18:00

Mer 4 | 21:00

Gio 5 | 17:00

Il 30 giugno debutta al Festival dei Due Mondi di Spoleto: “Tiranno Edipo!” – Esame di Diploma degli allievi attori del terzo anno, diretti da Giorgio Barberio Corsetti.

“Due città: la città del mondo e la città interiore.

La città del mondo è malata, l’umanità è contaminata. Sterilità devasta le risorse, gli uomini soffrono la fame, le donne partoriscono dolore.

Fuori, si estende un accampamento di migranti senza casa.

Edipo può salvare il mondo, ma deve esplorare la città interiore, il cuore dell’Io. Deve risolvere il mistero dell’omicidio del Re.

La città interna, dominio della psiche, è un muro bianco dove si riflettono proiezioni… corpi e volti composti da frammenti.

I personaggi sono prodotti di questo mondo interiore. Edipo si moltiplica all’infinito, come in un sogno, frammentandosi in vari personaggi che si intricano nella sua anima per svelare il mistero.

La città interiore è cinta da un anello, l’enigma della Sfinge, dove la risposta è l’uomo, un enigma ancor più grande.

All’esterno, flussi e migrazioni popolano una tragedia incomprensibile, lontana da noi. Nella fortezza dell’Io, gli Edipi si moltiplicano, in una germinazione infinita di un soggetto prigioniero di sé stesso.

Al cuore del segreto risiede il femminile, Giocasta, la parte altra del sé; appare come una madre in abito rosso sangue. Lei, il porto sicuro, luogo di unione del seme del Padre e del figlio, origine di una mescolanza impossibile che produce solo sterilità e malattia.

Il mito di Edipo, nella sua affermazione o negazione, è radicato nelle mappe immaginarie dell’esplorazione dell’anima e delle analisi dell’Io occidentale.

Il monte Citerone è al centro di questa topografia dell’anima, tra Tebe, culla e porto dell’indicibile, e Corinto, luogo dell’inganno, dove Edipo ha vissuto un’esistenza falsa. È il luogo dove il bambino dalle caviglie incatenate doveva morire e dove è stato salvato. Il monte rappresenta le apparizioni e gli inganni.

Edipo è zoppo… solo zoppicando si può raggiungere la verità…

Apollo, dio misterioso e silenzioso, è sempre sul punto di partire, incarna il passaggio, i suoi passi scandiscono le profezie.

Le profezie agiscono in negativo; per contrastarle Edipo compie azioni che lo portano al compimento della profezia: l’incrocio dell’omicidio del padre, il trono, il letto della madre.

Gli occhi, lo sguardo, vedere senza vedere, vedere solo come ciechi. Tiresia vede perché è cieco; Edipo si acceca perché ha finalmente visto e rifiuta di chiudere gli occhi.

La modernità fa da sfondo a questa tragedia, il tempo è il presente, dove l’azione si compie e si rinnova, dove l’indagine è infinita e dove si diventa ciechi per aver visto troppo, per poi ritornare nel mondo degli altri…

Sul palco, tanti Edipi: giovani attori ne indossano le vesti, pronunciano le sue parole e animano la macchina infernale. Intonano cori a cappella, si alternano nei personaggi.

GIOCASTA– Se il destino umano è deciso dal fato e nessuno può prevedere il futuro, perché temere? Vivere giorno per giorno è la scelta migliore. Non temere il letto di tua madre. Molti hanno avuto tale sogno, ma ignorarlo è il modo per vivere in pace.

CORIFEO– Cittadini tebani, eccolo, è Edipo…”

Giorgio Barberio Corsetti

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ConFrancesca Astrei, Matteo Berardinelli, Maria Chiara Bisceglia, Caterina Bonanni, Alessandro Businaro, Dario Caccuri, Simone Chiacchiararelli, Romina Colbasso, Carolina Ellero, Lorenzo Guadalupi, Domenico Luca, Ignazio Sergio Maniscalco, Francesca Melluso, Marco Valerio Montesano, Ada Nisticò, Tommaso Paolucci, Francesco Vittorio Pellegrino, Francesco Pietrella, Rebecca Sisti, Aron Tewelde.

Allievi registi Tommaso Capodanno, Paolo Costantini, Marco Fasciana.

Scenografia di Massimo Troncanetti</span