hofjes leiden golden age |
Nella città natale di Rembrandt si trovano ben 35
cortili interni, piccoli angoli di paradiso lontani dalla confusione
della città, che portano i visitatori indietro nel tempo. La città ha
creato un itinerario dotato di piantina per andare alla scoperta di
questi angoli nascosti. Il percorso passa attraverso il centro di
Leiden, che in poco più di mezz’ora si attraversa da nord a sud e da est
a ovest. Il visitatore potrà decidere in tutta libertà quali dei 35
cortili visitare.
Queste corti interne sono
l’esempio del funzionamento dell’assistenza sociale in epoca medievale:
erano infatti case costruite da benefattori e destinate a ospitare i
poveri e bisognosi. Per i residenti era una grande opportunità, perché
potevano trovare un alloggio senza pagare nulla, ricevendo beni di prima
necessità come pane, carne, birra, indumenti e scarpe. In cambio non
dovevano fare altro che comportarsi in modo adeguato e mostrare la
propria gratitudine. Grazie a questa sorta di “patto sociale”, la vita
in questi cortili era particolarmente tranquilla e ordinata. Molte di
queste corti hanno un’unica via di accesso che serviva sia da ingresso
che da uscita, e che conduceva alle vie tramite un passaggio dedicato.
Un portiere era incaricato di aprire e chiudere il cancello d’ingresso a
determinate ore del giorno, così che nessuno potesse transitare al di
fuori degli orari consentiti.
I cortili
venivano costruiti su piccoli terreni vuoti rimasti tra i blocchi degli
edifici cittadini. Le case erano perciò molto vicine tra loro e non
sempre costruite in maniera simmetrica attorno al giardino interno. Le
costruzioni più precise geometricamente furono poi edificate a partire
dal XVII secolo. I cortili più antichi sono molto diversi tra loro,
alcuni con case singole o doppie, disposte a U attorno al giardino. Come
conseguenza della loro costruzione tra i blocchi residenziali, le case
erano del tutto cieche sul retro e avevano finestre solo sul giardino
interno. In giardino inoltre si trovava sempre una pompa dell’acqua, per
rifornire tutti gli abitanti, e i servizi esterni, ovviamente in
comune. Le case erano piccole e sobrie, ed è stato solo dopo i
successivi rinnovamenti che vennero arricchite di impianti sanitari; in
alcuni casi vennero ingrandite, aggiungendo un piano in più o unendo due
case insieme.
Le case più vecchie risalgono al
periodo prima della Riforma Luterana. Nel 1572 infatti la città di Leida
decise di schierarsi dalla parte dei ribelli anti spagnoli e diventò
così ufficialmente riformata. Solitamente il numero di abitazioni poste
attorno a un cortile era pari a dodici, come riferimento al numero degli
apostoli. Nel caso venissero aggiunti ulteriori spazi abitativi si
prendevano come riferimento anche le figure di Gesù e della Madonna.
Inoltre, i fondatori profondamente credenti speravano che le preghiere
dei residenti potessero loro garantire un posto in Paradiso e nominarono
quindi le corti con nomi di santi o di luoghi biblici. Due dei cortili
cittadini erano provvisti anche di una cappella privata: oggi ne è
rimasta solo una.
Con il passare del tempo i
cortili vennero poi nominati come i loro fondatori, e più ricco era il
benefattore più splendido il passaggio d’ingresso, che in alcuni casi
poteva ospitare una sala di rappresentanza, spesso splendidamente
decorata, come quella del cortile Meermansburg.
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