Pensare a Bob Dylan compirà 80 anni lunedì 24 maggio vuol dire ripensare a una vita intera e intessere i nostri ricordi non solo in musica, ma nell’insieme del fenomeno culturale che Dylan ha rappresentato e rappresenta.
Un compleanno dunque da festeggiare, grati di questa eredità vivente che vibra e si espande anche, naturalmente, nel nostro paese.
I legami con l’Italia si rafforzano in varie forme. Pensiamo ai tour pre-pandemia e al grande successo ottenuto: di Eric Andersen storico cantautore, compagno di Dylan nella folk scene Greenwich Village che scrisse per lui come per Johnny Cash e i Grateful Dead e tanti altri. Scarlet Rivera o se preferite La Regina di Spade il personaggio che Martin Scorsese, con il suo docu-film Rolling Thunder Review, ha fatto riscoprire lo scorso giugno su Netflix alla non discepolanza di His Bobness.
Era il 1974 e l’enigmatica Scarlet era stata da lui intercettata per strada col violino in spalla e aveva preso il posto di Eric Clapton e della sua chitarra in Hurricane che Scarlet fece iconicamente e inconfondibilmente sua e fece perdere la testa a Dylan. Un caso di serendipità al Village.
E poi i tour di Larry Campbell, David Bromberg, Brian Mitchell, Joe Ely e David Grissom.
Andrea Parodi è colui che li ha portati in Italia, facendoli incontrare ai fans di una vita, e facendoli conoscere ai più giovani, non solo come promoter, ma anche come “figlio” di Dylan, nell’intento di celebrarne l’immisurabile grandezza.
Tra poche settimane, invece, farà arrivare in Italia il songwriter Thom Chacon accompagnato Tony Garnier, contrabbassista di Dylan.
Tanti sono infatti “figli” di Bob in primis i nostri grandi cantautori come De André e De Gregori. Andrea è uscito con disco Andrea Parodi Zabala in cui sono confluiti alcuni di questi grandi musicisti e il cerchio di chiude.
Andrea Parodi Zabala è salito per ben due volte sul palco con Springsteen ma l’emozione più forte per lui è stata suonare al Dreamaway Lodge, una piccola caffetteria dove è stato girato Renaldo e Clara e dove Dylan si incontrava coi poeti della Beat Generation. (E in questo gioco di padri e figli Andre, ha chiamato il suo primo figlio Woody e ha suonato nella chiesa di Alice di Arlo e ad Okemah al Festival di Woody Guthrie. Ah, c’è anche Sarah Lee nel suo disco, la nipote di Woody Guthrie!)
Carlo Feltrinelli, il noto editore appassionatissimo di Dylan ha speso queste parole:
«Andrea Parodi è un attentatore di sogni. Chi non ha mai sognato di fare canzoni e, caso mai, registrare un disco con David Bromberg, David Grissom, Joe Ely, Ryan Bingham, James McMurtry, Larry Campbell? E magari concedersi una Scarlet Rivera che interviene al violino? A testimonianza di come la musica migliori le nostre vite, accorci le distanze, crei empatie e avvicini anime affini, Andrea è andato oltre. Lui, che scrive e canta in italiano con i suoi De Andrè e De Gregori, sempiterni nel cuore. E ora la musica è bella, le parole sono giuste e vecchi sogni si confondono con i nuovi».
Paolo Carù, direttore del noto mensile rock Buscadero l’ha definito uno dei dischi dell’anno con una valutazione da quattro stelle.
Ascolta qui Andrea Parodi Zabala: