Stagione 2021/2022
Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
Ottobre – dicembre 2021
Senza cultura e la relativa libertà che ne deriva, la società, anche se fosse perfetta, sarebbe una giungla. Ecco perché ogni autentica creazione è in realtà un regalo per il futuro.
Albert Camus
«E adesso?».
«Adesso dovrebbe cominciare una storia nuova».
«E questa?».
«Questa è finita».
«Finita finita?».
«Finita finita».
«La scriverà qualcuno?».
«Non so, penso di no. L’importante era provarne un sentimento».
Daniele Del Giudice
Come ogni anno, con l’approssimarsi dell’autunno, eccoci pronti per la ripartenza. Come ogni anno sì, ma quest’anno con qualcosa di speciale. Dopo i lunghi mesi di confinamento della scorsa stagione e dopo le “escursioni” all’aperto dell’estate, oggi, complici gli ausili messi a punto dalla scienza, possiamo finalmente ripartire con la speranza e la volontà di lasciarci alle spalle la fase più critica dell’emergenza e di ricominciare a costruire il futuro. Tra i tanti verbi cui si potrebbe fare ricorso per nominare questo nuovo inizio, ripartire – appunto – è quello che più ci piace. Ripartire: perché nella sua ambiguità ha in sé l’idea di rimettersi in marcia, ma al tempo stesso ci parla della necessità di “con-dividere”, di “distribuire tra…”. È un verbo, insomma, che evoca il dinamismo di un presente che torna ad aprirsi al domani, ma che ci parla anche della comunità: vero cuore pulsante di ogni pratica teatrale realmente degna di questo nome. E se la comunità – con le sue aspirazioni, le sue debolezze, le sue paure, i suoi desideri e i suoi conflitti – è sempre al centro del gran gioco del teatro, tanto più lo è per noi in questa stagione – la stagione dedicata al ricordo di Giorgio Strehler, nella ricorrenza del centenario della sua nascita, ma anche la stagione in cui il Piccolo Teatro di Milano festeggerà i suoi settantacinque anni.
100 anni dalla nascita di Strehler, 75 anni dalla fondazione del Piccolo Teatro di Milano…
Nel tentativo di riscoprire tra le pieghe della nostra storia le mappe per navigare il futuro, è proprio dal giovanile e in certa misura rivoluzionario monito di Strehler e Grassi ad essere comunità (principio primo di ogni idea di teatro pubblico) che abbiamo scelto di ripartire, perché a distanza di decenni da quel 14 maggio 1947, con la sua folgorante prima rappresentazione dell’Albergo dei poveri, il Piccolo Teatro di Milano potesse ancora oggi essere «un teatro d’arte per tutti» – un luogo, cioè, che, sempre pronto a registrare le trasformazioni dei tempi, sempre attento a prendere posizione a petto della mutevole complessità del reale (fedele alla sua intima essenza “politica”), non rinunciasse, paradossalmente, né all’altezza selettiva dell’arte, né al desiderio di accogliere in sé tutti – anzi tutte e tutti, in ogni forma, natura, declinazione, colore e credo ciascuna esistenza possa manifestarsi, giorno dopo giorno. È tenendoci saldi a questa nostra tradizione inclusiva ed esigente insieme, senza rinunciare alla giovinezza del suo sguardo, che potremo liberamente e senza timori incontrare, scoprire e capire il “nuovo” che ci aspetta. Non si può dare, infatti, cambiamento o rivoluzione senza storia.
Desiderosi come sempre di esserci – e di esserci in sicurezza e al passo con i tempi –, quello che presentiamo ora è il primo tratto della stagione ’21-’22 – quello che va da ottobre a dicembre. Nel prossimo mese di novembre, presenteremo invece la seconda parte del suo corso, alla cui orchestrazione stiamo già attendendo, compresa tra gennaio e giugno. Ci è sembrato questo il modo più appropriato per aderire, con una certa tempestività, nella calendarizzazione degli appuntamenti, ai possibili mutamenti che potrebbero darsi nelle prossime settimane circa le strategie di contenimento della pandemia, nella speranza che presto si possa ritornare ad un regime ordinario di fruizione degli spettacoli, libero da costrizioni. Durante il difficile periodo dell’emergenza sanitaria, i teatri in primis, e gli spazi della cultura in generale, hanno dato dimostrazione di grande serietà ed efficacia nella messa in campo delle misure di contrasto al Covid. È probabilmente arrivato il momento di riconoscere questo impegno concedendo il prima possibile un recupero, grazie all’adozione del green pass, della capienza piena delle sale.
Nel definire la programmazione di questi primi mesi della nuova stagione siamo naturalmente partiti dalla richiesta di tenere fede agli impegni già assunti – richiesta che corrisponde interamente, per altro, alla serietà della nostra Istituzione – cercando, al possibile, di proporre tutti quegli spettacoli, già previsti per i mesi scorsi, che l’epidemia da Sars-Cov-2 ci ha impedito di presentare. Un’occasione preziosa, e ci auguriamo appassionante, per fare il punto su dove eravamo e dove siamo, preparandoci ad un tempo a nuove avventure intorno a precisi fronti di lavoro. E quali siano i cantieri più attivi dei mesi a venire abbiamo voluto chiarirlo fin dagli esordi del programma che va a cominciare.
Venerdì primo ottobre, con Il mio mestiere è raccontare storie, la stagione ’21-’22 è introdotta, né poteva essere altrimenti, con una serata di omaggio a Strehler: un caleidoscopico mosaico di letture, musiche e testimonianze, per tentare di fissare, sotto diverse angolature, il profilo inimitabile di uno dei più significativi Maestri della scena del secolo scorso, ed insieme il “prologo” (in teatro) del “Progetto Strehler100”, il composito montaggio di iniziative volte ad interrogare l’eredità del grande regista che ci accompagnerà fino al 14 agosto 2022. A riprova dell’interesse che il Piccolo Teatro di Milano nutre e coltiva per la nuova drammaturgia, la stagione vera e propria comincerà poi la sera successiva al Teatro Studio Melato con la prima di Edificio 3, la creazione di Claudio Tolcachir – una delle figure di punta del teatro argentino, ma non solo – provata lo scorso novembre alle soglie del secondo lockdown e finalmente consegnata all’abbraccio del pubblico. Un’impalpabile trama, poetica, misteriosa e divertente, di desideri, ferite e sogni per raccontare in sguincio la complessa geografia interiore dei rapporti umani, così come un esempio efficace, nella sua vertiginosa condensazione di spazi e tempi, delle nuove possibilità della scrittura per la scena contemporanea, al centro anche dei successivi sviluppi della stagione.
In assoluta continuità con il “Progetto Strehler100”, il 12 ottobre riapre quindi le porte il Teatro Grassi con l’intramontabile Servitore di due padroni: il più longevo spettacolo del teatro italiano, così come la mirabile sintesi del divenire della poetica strehleriana e del rapporto del regista con il gioco inesauribile e prodigioso dell’attore; una straripante festa di teatro, sulle fragilità e le miserie della vita, a ricordarci che sulle nostre scene la vigile attenzione per il nuovo non disdegna la frequentazione avvertita del repertorio. In ultimo, il 14 ottobre, il sipario del Teatro Strehler si alza su Everywoman, l’ultima creazione firmata dal regista Milo Rau per la Schaubühne di Berlino. Sulle tracce dell’Ognuno di Hofmannsthal, uno degli artisti più interessanti della scena internazionale interroga al femminile il mistero della vita e della morte, mai come oggi al centro delle nostre esistenze. Dopo il successo de La Reprise – Histoire(s) du thèâtre (1), il ritorno di Milo Rau sulle scene del Piccolo in apertura di stagione, in coppia con una straordinaria interprete come Ursina Lardi, ci ricorda che, in assoluta continuità con la tenace fede europeista di Strehler, il nostro teatro non è solo la scena della nostra città, ma vuole essere anche uno dei crocevia dell’Europa teatrale.
Il magistero di Strehler, la nuova drammaturgia, il repertorio, il grande teatro internazionale: ecco i resistenti fili rossi della stagione che verrà, nel suo primo tempo, non diversamente da quanto accadrà anche nella seconda parte del suo corso, in un ponderato ed arguto montaggio di situazioni, figure, temi per osservare e tentare di capire il mondo che ci circonda nelle sue infinite sfaccettature. Oggi lo scavo del quotidiano o la riflessione sulle implicazioni etiche degli sviluppi della scienza e della tecnica, domani l’esame di coscienza collettivo intorno alle luci e alle ombre della storia più o meno recente del nostro Paese o l’inquieto e militante interrogarsi sul futuro del pianeta. Sempre con il piacere dell’arte. Sempre con l’intento di servire la comunità.
Il teatro, si diceva, si fa insieme. Siamo pronti a “ripartire”, dunque, convinti che oggi il nostro presente, per affrontare consapevolmente le sfide che lo aspettano, abbia un disperato bisogno di comunità, ossia uno struggente e lancinante bisogno di teatro.
Claudio Longhi
COMUNICATO STAMPA
L’autunno 2021 si apre nel segno di Strehler, al quale il Piccolo Teatro ha dedicato, a partire dal 14 agosto scorso, un anno di celebrazioni, con il fitto programma di appuntamenti di Strehler100.
Venerdì primo ottobre, al Teatro Grassi, una serata speciale dal titolo Il mio mestiere è raccontare storie proporrà un ritratto del regista a tutto tondo, attraverso un collage di parole, musiche e immagini: il pensiero, la vita, l’arte, la passione, l’insegnamento di Strehler saranno evocati dalle voci dei suoi attori amati, tra i quali Giancarlo Dettori, Andrea Jonasson, Ottavia Piccolo, Ferruccio Soleri, Pamela Villoresi e con Federica Rosellini, a significare anagraficamente la continuità e l’attualità della sua lezione. Un rito d’inizio per animare suggestioni e magie che ritroveranno, di lì a poco, carne e gesto nello spettacolo-manifesto, Arlecchino servitore di due padroni, di nuovo a casa, sul palcoscenico di via Rovello, nella seconda metà di ottobre (12-31 ottobre).
Da ottobre a dicembre, insieme ad Arlecchino, andranno in scena altre cinque produzioni del Piccolo, tra nuove proposte, repertorio e collaborazioni.
Il 2 ottobre si apre finalmente il sipario del Teatro Studio su Edificio 3, con la regia di Claudio Tolcachir, tra le figure più interessanti del panorama teatrale contemporaneo, già apprezzato dal pubblico milanese per Il caso della famiglia Coleman ed Emilia. Le prove erano state sorprese dalla pandemia e lo spettacolo si era trasformato, in quei giorni, in una sorta di installazione, all’esterno dello Strehler, testimonianza di un tempo immobile, congelato fuori dalle sale chiuse. Particolarmente emozionante sarà, quindi, rivedere Rosario Lisma, Stella Piccioni, Valentina Picello, Giorgia Senesi, Emanuele Turetta muoversi in una scenografia vivificata dal calore del pubblico, e riannodare insieme gli intrecci surreali, ironici e commoventi, cari all’autore e regista argentino (lo spettacolo debutta in prima nazionale e replica fino al 7 novembre).
Con Storie torna, sempre allo Studio, dal 9 al 14 novembre, la rabdomantica narrazione di Stefano Massini, con la complicità musicale di Paolo Jannacci, al pianoforte, e Daniele Moretto, alla tromba. Lo spettacolo è stato per ben due volte il simbolo del ritorno in presenza: dopo il lockdown, all’aperto, nel giugno del 2020, e nell’ottobre dello stesso anno, in sala, prima che la pandemia costringesse di nuovo la comunità a rinunciare al rito del Teatro.
Il desiderio di una riflessione condivisa, tra Piccolo e Politecnico di Milano, intorno a uno dei temi più caldi del nostro tempo, la gestione e protezione dei dati che ognuno di noi affida alla rete, ispira lo spettacolo Big Data B&B (in prima nazionale, al Teatro Studio Melato, dal 25 novembre al 12 dicembre): Laura Curino con il suo tratto ironico e curioso prova a dipanare la matassa delle contraddizioni e delle insidie dell’informazione virtuale, assistita dagli studiosi del META network del Politecnico di Milano che si occupa di etica e scienza.
Sempre nella cornice dello Studio, Carmelo Rifici ha scelto Doppio sogno di Schnitzler per condurre un lavoro con un cast di giovani attrici e attori sui temi del rapporto di coppia, della gestione della violenza all’interno delle relazioni e della costruzione del concetto di identità attraverso il continuo “specchiarsi” nell’altro. Lo spettacolo, prodotto dal Piccolo Teatro, debutta in prima nazionale il 27 novembre, per replicare fino al 23 dicembre.
Infine, per il tradizionale appuntamento natalizio, la Compagnia Carlo Colla & Figli propone un nuovo spettacolo coprodotto con il Piccolo: Pinocchio da Collodi. La versione “per marionette”, nata da un’idea di Eugenio Monti Colla, si avvale di un copione realizzato ex novo e prevede la composizione di musiche originali oltre alla realizzazione di marionette, scene, costumi e attrezzeria nei laboratori artigianali interni della Compagnia (Teatro Grassi, 28 dicembre-9 gennaio).
La sala grande dello Strehler, dal 14 al 16 ottobre, torna a essere vetrina del teatro internazionale. A riaprire le frontiere artistiche dopo il severo e lungo silenzio imposto dalla pandemia è Milo Rau, protagonista indiscusso della scena mondiale. Lo fa insieme a Ursina Lardi, protagonista di Everywoman, prima italiana assoluta, struggente riflessione su passato e futuro, su vita e morte, su solitudine e comunità.
Tra le ospitalità italiane, grandi nomi del teatro italiano e nuovi talenti della scena.
Eros Pagni, diretto da Daniele Salvo in La notte dell’Innominato (Teatro Strehler, 19-31 ottobre) interpreta l’angoscia di una delle figure più emblematiche create da Manzoni, nella vertiginosa e tormentata notte in cui Lucia arriva al suo castello; Roberto Andò, a più di trent’anni dal debutto, riallestisce Piazza degli Eroi, l’ultimo capolavoro di Thomas Bernhard, uno dei più grandi scandali teatrali nella storia dell’Austria del dopoguerra, con tra gli altri Renato Carpentieri e Imma Villa (Teatro Strehler, 3-14 novembre); con Tavola tavola chiodo chiodo… (Teatro Grassi, 3-7 novembre) Lino Musella, per la prima volta al Piccolo in veste di autore, firma e interpreta un inedito ritratto di artista: Eduardo e le sue battaglie donchisciottesche per il teatro; prima volta al Piccolo anche per Liv Ferracchiati, che esordisce sul palcoscenico del Grassi (9-14 novembre) dirigendo e interpretando La tragedia è finita, Platonov, originale rilettura di Čechov; il 29 novembre, al Teatro Strehler, per un’unica speciale serata, Renato Sarti e Angela Finocchiaro suggeriscono, dagli scritti dell’antropologa forense Cristina Cattaneo, un punto di vista diverso sui naufragi nel Mediterraneo (Naufraghi senza volto); nel titolo dell’ultimo spettacolo di Marco Paolini, Sani!, espressione usata per dare il saluto nella valle del Piave, è racchiuso il senso di un teatro che unisce e crea ponti (Teatro Strehler, 16 novembre-5 dicembre); due signore della scena, Anna Maria Guarnieri e Giulia Lazzarini, con la complice guida di Geppy Gleijeses, diventano le adorabili “zie assassine” di Arsenico e vecchi merletti (Teatro Grassi, 14-23 dicembre); nel mese di dicembre il Teatro Strehler torna a ospitare un ormai irrinunciabile appuntamento natalizio, molto amato dal pubblico: la Scuola di Ballo dell’Accademia alla Scala che, con Lo schiaccianoci, favola di Natale per eccellenza, metterà alla prova talento ed entusiasmo delle giovani leve della danza (Teatro Strehler, 14-22 dicembre).
Anche in questa prima metà di Stagione il Piccolo vuole riannodare le usate collaborazioni.
Già domani, 14 settembre (in replica anche il 15) Quartetto OFF, nuovo segmento di programmazione della Società del Quartetto presenta, al Teatro Studio Melato, A mitaa strada de quell gran viacc… Dante e Carlo Porta tra musiche e versi, in collaborazione con la Compagnia Lombardi Tiezzi. Torna NEXT, progetto di Regione Lombardia, realizzato in collaborazione con Fondazione Cariplo, che ha come obiettivo la distribuzione di nuove produzioni di spettacoli dal vivo (al Grassi, Sogno americano Chapter1#ray del gruppo milanese Teatro del Simposio, il 21 settembre, e Non un’opera buona del collettivo servomutoTeatro, il 23 settembre). Il Festival Milano Musica festeggia il suo trentesimo compleanno con un ricco programma dal titolo D’un comune sentire, che ha già preso il via nel maggio scorso e che incrocierà la Stagione del Piccolo, il 22 novembre, al Teatro Studio Melato, con il Trio accanto.
Milano, 13 settembre
Contatti
Ufficio Stampa Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
piccolo.stampa@piccoloteatromilano.it – 0272333212
Valentina Cravino, Capo Ufficio Stampa
cravinov@piccoloteatromilano.it – 0272333331/371 – 3355783202
Edoardo Peri, Addetto Stampa
perie@piccoloteatromilano.it – 0272333213
Produzioni
Teatro Studio Melato, dal 2 ottobre al 7 novembre 2021 Prima nazionale
Edificio 3
Storia di un intento assurdo
scritto e diretto da Claudio Tolcachir, traduzione Rosaria Ruffini
luci Claudio De Pace, costumi Giada Masi
con (in ordine alfabetico)
Rosario Lisma, Stella Piccioni, Valentina Picello, Giorgia Senesi, Emanuele Turetta
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa / Carnezzeria srls / Timbre4
in collaborazione con Aldo Miguel Grompone
Conosciuto per Il caso della famiglia Coleman e per Emilia (al Teatro Grassi nel 2012 e nel 2015) Claudio Tolcachir, autore, regista e attore argentino, classe 1975, dirige al Piccolo una produzione in lingua italiana. Protagonista della nouvelle vague argentina e fondatore di Timbre4, teatro, compagnia e scuola a Buenos Aires, Tolcachir racconta, in Edificio 3, le vicende di cinque personaggi, ancora più attuali oggi che la pandemia ha scavato solchi profondissimi nel tessuto sociale e nel nostro modo di vivere le relazioni. In un vecchio ufficio vivono gli impiegati Moni, impicciona e pettegola; Sandra, single non più giovane che sta cercando di restare incinta; Héctor, uomo maturo, soffocato dalla madre. In un gioco di sovrapposizioni di spazio e tempo, l’ufficio è ora la casa dei fidanzati Manuel e Sofía – lui, troppo inquieto, lei vorrebbe dei figli – ora un bar, ora uno studio medico. Tra amori, tradimenti, desideri, frustrazioni e sogni, infinita è la distanza che separa ciascuno – amici, amanti, colleghi, familiari… – dal prossimo. Durata: 90’ senza intervallo
Teatro Grassi, dal 12 al 31 ottobre 2021
Arlecchino servitore di due padroni
di Carlo Goldoni
regia Giorgio Strehler, messa in scena di Ferruccio Soleri con la collaborazione di Stefano de Luca
scene Ezio Frigerio, costumi Franca Squarciapino
luci Claudio De Pace, musiche Fiorenzo Carpi
movimenti mimici Marise Flach
scenografa collaboratrice Leila Fteita
maschere Amleto e Donato Sartori
con Enrico Bonavera e con (in ordine alfabetico, in via di definizione) Giorgio Bongiovanni,
Francesco Cordella, Luca Criscuoli, Davide Gasparro, Alessandra Gigli, Pia Lanciotti, Sergio Leone,
Lucia Marinsalta, Fabrizio Martorelli, Tommaso Minniti, Stefano Onofri, Annamaria Rossano
e i musicisti Gianni Bobbio, Leonardo Cipriani, Matteo Fagiani, Francesco Mazzoleni, Celio Regoli
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
«Quest’Arlecchino intramontabile ha il segno della vita che passa e si rinnova. È sangue che pulsa e scorre nelle vene di un teatro reale e immaginario, come in un corpo umano». Così Giorgio Strehler parlava dello spettacolo che creò nell’estate del 1947 e di cui firmò ben dieci edizioni, ogni volta raccontando, attraverso Arlecchino, la sua visione dell’uomo, del teatro, della società.
Affidato dopo la morte di Strehler a Ferruccio Soleri che, con Stefano de Luca, ne ha allestito la versione che oggi va in scena, lo spettacolo torna ad ogni stagione in via Rovello. E se, per decenni, dietro la maschera si celava il volto di Soleri, oggi il ruolo è sostenuto da Enrico Bonavera. Qual è il segreto di Arlecchino? 3.000 recite, 5 continenti, 50 nazioni: è lo spettacolo italiano più conosciuto e applaudito nel mondo. Durata: 180’ inclusi due intervalli
Teatro Studio Melato, dal 9 al 14 novembre 2021
Storie
di e con Stefano Massini
pianoforte Paolo Jannacci, tromba Daniele Moretto
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
in collaborazione con Bubba Music
Storie di Stefano Massini è stato per ben due volte il simbolo del ritorno del Piccolo a incontrare il pubblico in presenza, dopo il lockdown, nel giugno del 2020, all’aperto, poi, nell’ottobre dello stesso anno, in sala, prima che la pandemia costringesse la comunità a rinunciare al rito del Teatro. A un anno di distanza, Storie riprende il suo viaggio, attraverso le pagine della letteratura europea, tra le pieghe della storia, in una quotidianità che è stata fortemente provata da quanto è avvenuto: sono storie che aspettano solo di essere scoperte e che Massini, con l’accompagnamento di Paolo Jannacci al pianoforte e di Daniele Moretto alla tromba, porta all’attenzione degli spettatori.
«Che cosa c’è prima di un testo? – dice Massini –. Semplicemente: la scintilla di una storia, l’innamoramento per la sua forza, per gli echi che contiene, e dunque la volontà di raccontarla».
Durata: 90’ senza intervallo
Teatro Studio Melato, dal 25 novembre al 12 dicembre 2021 Prima nazionale
Big Data B&B
di e con Laura Curino
scene Lucio Diana
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
in collaborazione con Politecnico di Milano
Come gestire i dati che ciascuno di noi affida alla rete? Quali sono le implicazioni etiche del progresso scientifico nel terzo millennio? Quali sono le applicazioni possibili per questa immane cifra dei dati? Nel nuovo spettacolo, realizzato con il contributo di un pool di studiosi del META, network del Politecnico di Milano che si occupa di etica e scienza, Laura Curino immagina che un gruppo di informatici, ciascuno esperto in una specifica branca del digitale, si trovi a vivere in un B&B molto speciale, dove affrontare il tema senza pregiudizi, con l’obiettivo di suscitare riflessione e discussione. Se attraverso le informazioni che rilasciamo su internet consentiamo la mappatura di gusti e consumi, è altrettanto vero che, grazie a modelli matematici basati sull’elaborazione di dati, progrediscono applicazioni pratiche nei settori scientifici e tecnologici più diversi. Il teatro, da sempre luogo di riflessione condivisa, è il terreno dove aprire il gioco alle domande. In allestimento
Teatro Studio Melato, dal 27 novembre al 23 dicembre 2021 Prima nazionale
Doppio sogno
di Riccardo Favaro da Arthur Schnitzler, regia Carmelo Rifici
scene Paolo Di Benedetto, costumi Margherita Baldoni
luci Gianni Staropoli, movimenti coreografici Alessio Maria Romano, musiche Federica Furlani
con gli attori diplomati della Scuola di Teatro “Luca Ronconi”
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
In Doppio sogno, scritto nei primi anni Venti del Novecento, Schnitzler indaga le dinamiche del desiderio e dei sentimenti di una coppia borghese di sposi. In un lungo racconto, che sconfina nell’incubo e nel fantastico, è raccontata la folle notte del dottor Fridolin, che, uscito di casa dopo una discussione con la moglie Albertine, si trova coinvolto in un’inquietante serie di eventi e incontri a sfondo sessuale.
Carmelo Rifici ha scelto questo testo per condurre un lavoro con un cast di giovani attrici e attori sui temi del rapporto di coppia, della gestione della violenza all’interno delle relazioni e della costruzione del concetto di identità attraverso il continuo “specchiarsi” nell’altro.
Di Doppio sogno il regista dice che «possiede un valore catartico che può essere utile a dei giovani per individuare modelli letterari che li aiutino a decifrare le proprie inquietudini personali».
Durata: 185’ incluso un intervallo
Teatro Grassi, dal 28 dicembre 2021 al 9 gennaio 2022 Prima nazionale
Pinocchio
fiaba tratta dal romanzo “Le avventure di Pinocchio” di Carlo Collodi
riduzione per marionette su appunti di Eugenio Monti Colla
musica originale Danilo Lorenzini, sculture, scene e luci Franco Citterio
costumi Cecilia Di Marco e Maria Grazia Citterio realizzati dalla Sartoria della Compagnia
marionettisti Franco Citterio, Maria Grazia Citterio, Piero Corbella, Camillo Cosulich, Debora Coviello, Carlo Decio, Cecilia Di Marco, Tiziano Marcolegio, Pietro Monti, Giovanni Schiavolin, Paolo Sette
apprendiste marionettiste Veronica Lattuada, Michela Mantegazza
voci recitanti Loredana Alfieri, Marco Balbi, Roberto Carusi, Maria Grazia Citterio, Piero Corbella,
Carlo Decio, Teresa Martino, Lisa Mazzotti, Riccardo Peroni, Roberto Pompili, Gianni Quillico,
Franco Sangermano, Giovanni Schiavolin, Lorenzo Schiavolin, Paolo Sette
coordinamento voci Lisa Mazzotti, coordinamento musicale Danilo Lorenzini e Luca Volontè
edizioni musicali Fiando Musica
Fiando Ensemble Riccardo Acciarino, Francesca Gelfi – clarinetti; Francesco Albertini, Alfredo Altomare – fagotto; Daniele Moretto – tromba; Luca Esposito – pianoforte; Alessandro Giulini – fisarmonica;
Andrea Tempesta – chitarra; Daniele Sozzani Desperati – direttore
tecnico del suono Paolo Sportelli – Il Borgo della Musica, Milano
direzione tecnica Tiziano Marcolegio
regia Franco Citterio e Giovanni Schiavolin
produzione ASSOCIAZIONE GRUPPORIANI – MILANO
coproduzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
Comune di Milano – Teatro Convenzionato
NEXT Laboratorio delle idee – Regione Lombardia
Per il tradizionale appuntamento natalizio, la Compagnia Carlo Colla & Figli propone un nuovo spettacolo: Pinocchio tratto da Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi, uno dei capolavori della letteratura per i ragazzi, romanzo di formazione ma anche racconto fantastico. La versione “per marionette”, nata da un’idea di Eugenio Monti Colla, si avvale di un copione realizzato ex novo e prevede la composizione di musiche originali oltre alla realizzazione di marionette, scene, costumi e attrezzeria nate nei laboratori artigianali interni della Compagnia. «Le marionette della Carlo Colla & Figli – si legge nelle note di regia – già presenti nello sceneggiato televisivo diretto da Luigi Comencini, si apprestano a rappresentare Le avventure di Pinocchio con il dovuto rispetto al romanzo ma anche con quel senso critico, la capacità di creare illusioni e un mondo pieno di fascino che sorprenderanno ancora una volta gli spettatori di ogni età. Durata: 100’ incluso intervallo
Spettacoli internazionali
Teatro Strehler, dal 14 al 16 ottobre 2021 Prima nazionale
Everywoman
di Milo Rau e Ursina Lardi
drammaturgia Carmen Hornbostel, Christian Tschirner
regia Milo Rau
scene e costumi Anton Lukas
video Moritz von Dungern
suono Jens Baudisch
luci Erich Schneider
con Ursina Lardi, Helga Bedau (in video)
produzione Schaubühne, Berlino
in coproduzione con Festival di Salisburgo
spettacolo in lingua tedesca con sovratitoli in italiano
Cosa resta, che cosa ha davvero valore, al termine delle nostre vite?
In Everywoman, un’attrice di successo incontra una donna cui è stata diagnosticata una malattia incurabile e che coltiva, come ultimo desiderio prima di morire, quello di recitare, un’ultima volta, in un testo teatrale. A partire dalla commedia morale allegorica Jedermann (Ognuno), ispirata al morality play del XV secolo, esaltazione di uno stile di vita retto e di un percorso di redenzione che passa attraverso la fede, lo spettacolo è un’intima conversazione sul passato e sul futuro, sulla vita, la morte, la solitudine e la comunità.
Dopo Mitleid. Die Geschichte des Maschinengewehrs (Compassion. La storia della mitragliatrice), per il quale Milo Rau e Ursina Lardi hanno viaggiato insieme, in Congo, e dopo la produzione LENIN, in cui, a partire dalle due ultime settimane della vita del rivoluzionario russo, hanno condotto un’intensa disamina delle utopie del XX secolo, i due artisti hanno intrapreso una ricerca filosofica ed esistenziale per Everywoman. Cos’è la morte? Perché dobbiamo affrontare quest’ultima prova da soli? Perché non c’è nulla di nuovo da dire sulla morte, come viene detto nel testo? E infine: quale potrebbe essere la risposta umana e artistica allo scandalo della nostra comune mortalità?
Durata: 80’ senza intervallo
Ospitalità italiane
Teatro Strehler dal 19 al 31 ottobre 2021
La notte dell’Innominato
da Alessandro Manzoni, regia e adattamento Daniele Salvo
con Eros Pagni
e con Gianluigi Fogacci, Valentina Violo, Simone Ciampi
scene Alessandro Chiti
costumi Daniele Gelsi
luci Cesare Agoni
musiche Patrizio Maria D’Artista
videoproiezioni a cura di Michele Salvezza
produzione Centro Teatrale Bresciano e Teatro de Gli Incamminati
spettacolo realizzato con il sostegno di NEXT 2020
In una scena costruita con videoproiezioni, parte integrante della drammaturgia, Eros Pagni dà corpo e voce a una delle figure più emblematiche de I Promessi Sposi, l’innominato, interpretando le pagine del romanzo dedicate all’arrivo di Lucia al suo castello e alla notte tormentata in cui, preda della disperazione, pronuncia il voto di verginità alla Madonna, mentre l’uomo vive l’angoscia e i rimorsi, assillato da scrupoli mai provati. Scrive il regista Daniele Salvo: «Notte infinita, interminabile, indecifrabile mala notte. I due protagonisti di questo straordinario viaggio mentale si muovono in una notte che sembra perenne, vera protagonista del testo, che avvolge tutti i personaggi, li rende incerti, ansiosi, fragili, muta le loro convinzioni, li spinge a compiere azioni impensabili».
Durata: 80’ senza intervallo
Teatro Grassi, dal 3 al 7 novembre 2021
Tavola tavola, chiodo chiodo…
un progetto di Lino Musella e Tommaso De Filippo
tratto da appunti, articoli, corrispondenze e carteggi di Eduardo De Filippo
uno spettacolo di e con Lino Musella
musiche dal vivo Marco Vidino
scene Paola Castrignanò
disegno luci Pietro Sperduti
suono Marco D’Ambrosio
ricerca storica Maria Procino
collaborazione alla drammaturgia Antonio Piccolo, assistente alla regia Melissa Di Genova
costumi Sara Marino
fotografie Mario Spada
produzione Elledieffe, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale
Durante la pandemia, molte sono le riflessioni emerse sulle sorti del mondo dello spettacolo.
«In questo tempo mi è capitato – scrive Musella – di rifugiarmi nelle parole dei grandi per cercare conforto, ispirazione o risposte al presente; è nato così in me il desiderio di riscoprire l’Eduardo capocomico e mano mano – lavorando sulle lettere, il discorso al Senato, gli appunti, i carteggi relativi alle sue imprese estenuanti – ne è venuto fuori un ritratto di artista non solo legato alla bellezza delle sue opere, ma piuttosto alle sue battaglie donchisciottesche per il teatro condotte instancabilmente tra poche vittorie e molti fallimenti. Eduardo – continua – è costantemente impegnato a smuovere la politica e le Istituzioni e ne esce spesso perdente, in parte proprio come noi oggi, ma continua a far sentire, la sua flebile roboante voce». Durata: 100’ senza intervallo
Teatro Strehler, dal 3 al 14 novembre 2021
Piazza degli Eroi
di Thomas Bernhard, traduzione Roberto Menin
regia Roberto Andò
scene e luci Gianni Carluccio, costumi Daniela Cernigliaro, suono Hubert Westkemper
con Renato Carpentieri, Imma Villa, Betti Pedrazzi, Silvia Ajelli, Paolo Cresta,
Francesca Cutolo, Stefano Jotti, Valeria Luchetti, Vincenzo Pasquariello, Enzo Salomone
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia,
Fondazione Teatro della Toscana – Teatro Nazionale
diritti di rappresentazione Suhrkamp Verlag – Berlino
rappresentata in Italia da Zachar International – Milano
Ferocemente critico nei confronti della classe politica austriaca del dopoguerra, secondo lui colpevole di non aver mai veramente tagliato i ponti col passato nazista, Thomas Bernhard scrisse Piazza degli Eroi (Heldenplatz) nel 1988. L’opera suscitò uno dei più grandi scandali teatrali nella storia dell’Austria del dopoguerra, soprattutto per gli espliciti riferimenti temporali e di luogo: la data – Vienna, marzo 1988 – e il titolo – Heldenplatz – la piazza in cui nel 1938 Hitler annunciò l’annessione dell’Austria alla Germania nazista. A più di trent’anni anni dal debutto, Roberto Andò considera urgente rimettere in scena la pièce: «Se è venuto il tempo di rappresentare in Italia Piazza degli Eroi è proprio perché, a dispetto della inedita precisione realistica di Bernhard, per comprendere oggi il senso di questo testo visionario e catastrofico non occorrono indicazioni di luogo e di tempo. Gli spettatori capiranno subito che l’azione si svolge in una qualsiasi piazza da comizio, di una qualsiasi città d’Europa». Durata: 150’ con due intermezzi musicali, a sipario chiuso senza uscita del pubblico
Teatro Grassi, dal 9 al 14 novembre 2021
La tragedia è finita, Platonov
di Liv Ferracchiati, con scene dal Platonov di Anton Čechov
con (in ordine alfabetico) Francesca Fatichenti, Liv Ferracchiati, Riccardo Goretti,
Alice Spisa, Petra Valentini, Matilde Vigna
aiuto regia Anna Zanetti, dramaturg di scena Greta Cappelletti
costumi Francesca Pieroni
ideazione e realizzazione costumi in carta e costumista assistente Lucia Menegazzo
luci Emiliano Austeri, suono Giacomo Agnifili
lettore collaboratore Emilia Soldati, consulenza linguistica Tatiana Olear
produzione Teatro Stabile dell’Umbria
in collaborazione con Festival dei Due Mondi
Nella tenuta di Anna Petrovna, d’estate, si consuma la storia del maestro elementare Platonov, incline all’alcool, conteso tra quattro donne: la moglie Sasha, la padrona di casa, la moglie del figliastro di costei, Sof’ia, e una giovane collega. Scritta da Čechov intorno ai vent’anni, la commedia fu pubblicata postuma. «Come può un’opera d’arte influenzare una vita? – si chiede Liv Ferracchiati –. Platonov, inteso come testo drammaturgico, sempre e solo letto, mai pensato da rappresentarsi, per me è stato un incontro. (…) Trovavo rifugio nell’inazione di Platonov, nella sua paralisi tra attrazione e repulsione, tra paura e eccitazione, nel suo non agire e nel suo sottrarsi. Nel non scegliere tra le quattro donne che gli si offrono, come se ognuna potesse dare una soluzione alla sua esistenza. Non sceglie perché, alla fine, non si può. Come si può scegliere solo una possibilità? (…) Tutto è confuso, imbrogliato, forse conviene osservare con indulgenza Platonov, perché nei suoi slanci, nelle sue miserie, nelle sue paure e nei suoi inconsolabili dolori, ritroviamo i nostri».
Durata: 100’ senza intervallo
Teatro Strehler, dal 16 novembre al 5 dicembre 2021
SANI!
Teatro fra parentesi: le mie storie per questo tempo
di e con Marco Paolini
musiche originali composte ed eseguite da Saba Anglana e Lorenzo Monguzzi
luciaio Michele Mescalchin
fonico Piero Chinello
produzione Michela Signori, JOLEFILM
«Per convenzione il biglietto venduto a teatro corrisponde a una sedia o a una poltrona; secondo me corrisponde invece a un diritto: quello di poter vivere un’esperienza da dentro, non di guardarla da fuori». Così Marco Paolini introduce SANI!, spettacolo concepito nel 2021, ulteriore anno di sospensione delle attività artistiche dopo il lockdown totale del 2020. Fondato su un canovaccio autobiografico, che cuce insieme storie vecchie e nuove, il progetto si è arricchito via via di canzoni e musiche, scritte da Saba Anglana e Lorenzo Monguzzi. Insieme a loro e con il pubblico, Paolini pensa a un teatro «che mette insieme creando ponti. Il punto esclamativo nel titolo esprime la fiducia nella risposta al saluto degli spettatori. Guadagnarsi quella fiducia, trasmetterla è la sfida di questo Teatro fra parentesi. Durata: 105’ senza intervallo
Teatro Strehler, 29 novembre 2021
Naufraghi senza volto
lettura teatrale di Renato Sarti
tratta dal libro “Naufraghi senza volto” (Raffaello Cortina Editore)
di Cristina Cattaneo (Labanof, Università degli Studi di Milano)
con Angela Finocchiaro e Renato Sarti
video e immagini Mattia Colombo, Jacopo Loiodice, Valentina Cicogna
musiche Carlo Boccadoro
produzione Teatro della Cooperativa
in collaborazione con Agidi
Ambiguous loss (perdita ambigua) è il sentimento che provano i parenti delle persone scomparse di cui, in mancanza di un corpo, non è possibile accertare la morte. Se si aggiungono vuoti normativi e inadempienze delle istituzioni, la possibilità di avere una risposta si fa ancora più remota: al dolore si aggiunge la rabbia e il problema diventa anche sociale.
È questo il contesto in cui opera il Labanof, Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense dell’Università degli Studi di Milano, diretto da Cristina Cattaneo, antropologa, medico legale e autrice di Naufraghi senza volto. La professoressa Cattaneo e la sua equipe lavorano per conto del Commissario per le persone scomparse del Governo all’identificazione delle vittime dei naufragi dell’ottobre 2013 ed effettuarono 528 autopsie sui corpi del barcone affondato il 18 aprile 2015, realizzando un piccolo miracolo: «restituire una storia, un’identità e perfino la dignità» a queste vittime del mare. Durata: 60’ senza intervallo
Teatro Grassi, dal 14 al 23 dicembre 2021
Arsenico e vecchi merletti
di Joseph Kesselring
traduzione Masolino D’Amico
regia Geppy Gleijeses
scene Franco Velchi
costumi Chiara Donato,
musiche Matteo D’Amico
artigiano della luce Luigi Ascione
con (in ordine alfabetico) Annamaria Guarnieri, Giulia Lazzarini
con Maria Alberta Navello, Leandro Amato, Totò Onnis, Luigi Tabita
e con Tarcisio Branca, Bruno Crucitti, Francesco Guzzo, Daniele Biagini, Lorenzo Venturini
produzione GITIESSE Artisti Riuniti
Lo spettacolo è dedicato a Mario Monicelli e liberamente ispirato alla sua prima regia teatrale
Geppy Gleijeses dirige due signore del teatro italiano, Anna Maria Guarnieri e Giulia Lazzarini.
Il titolo è universalmente noto, soprattutto grazie al film di Frank Capra, interpretato da Gary Grant, adattamento, a sua volta, di un grande successo teatrale di Broadway di Joseph Kesselring.
Il New York Times giudicò la commedia “così divertente che nessuno la dimenticherà mai”.
La vicenda ha come protagonista Mortimer Brewster, severo critico teatrale, che deve vedersela con la sua famiglia di pazzi assassini: due amabili, anziane zie zitelle, che uccidono i coinquilini con un vino di sambuco corretto con arsenico, un vecchio zio, convinto di essere Theodore Roosevelt, che cerca di scavare il Canale di Panama in cantina (dove, tra l’altro, sono sepolte le vittime delle sorelle), un fratello assassino, che a sua volta ha in carico un cadavere da nascondere in cantina…
Lo spettacolo è liberamente ispirato alla regia di Mario Monicelli del quale nel 2020 ricorreva il decimo anniversario della scomparsa. Durata: 135’ senza intervallo
Teatro Strehler, dal 14 al 22 dicembre 2021
Lo schiaccianoci
coreografia Frédéric Olivieri
da Lev Ivanov Ivanovic
musica Pëtr Il’ic Čiajkovskij
scene e costumi Roberta Guidi di Bagno
Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala diretta da Frédéric Olivieri
La meravigliosa musica di Ciaikovskij, la coreografia di Frédéric Olivieri, la neve che scende in un turbinio di fiocchi, la battaglia dei topi, le danze esotiche: è Schiaccianoci, favola di Natale per eccellenza, interpretata al Piccolo dagli allievi della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala.
La coreografia, creata nel 2011, mantiene intatta l’atmosfera fantastica e onirica del balletto originale. «Schiaccianoci è particolarmente adatto per i nostri giovani danzatori – dice Olivieri -. Le sequenze delle scene e del quadro del primo atto, i numerosi personaggi e le danze e il gran passo a due del secondo atto consentono loro di esprimersi sia tecnicamente sia artisticamente, mettendo in luce tutto il loro potenziale di futuri professionisti». Durata: 90’ più intervallo
Collaborazioni
Teatro Studio Melato, 14 e 15 settembre 2021
A mitaa strada de quell gran viacc…
Dante e Carlo Porta tra musiche e versi
un progetto di Biagio Scuderi
drammaturgia Sandro Lombardi e Fabrizio Sinisi
voci recitanti Sandro Lombardi e Giovanni Crippa
mezzosoprano Monica Bacelli, pianoforte Orazio Sciortino
a cura di Federico Tiezzi
musiche di Franz Schubert e Orazio Sciortino
testi di Dante e Carlo Porta
produzione Società del Quartetto di Milano
in collaborazione con Compagnia Lombardi-Tiezzi
realizzata in collaborazione con Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
Ideato per celebrare i 700 anni dalla morte di Dante e i 200 da quella di Carlo Porta, autore di una versione in vernacolo di alcuni canti dell’Inferno, A mitaa strada de quell gran viacc… Dante e Carlo Porta tra musiche e versi fa parte di Quartetto OFF, nuovo segmento di programmazione della Società del Quartetto di Milano che ridisegna i confini tra generi musicali e discipline artistiche.
«Gli illuminati come Boito e Ricordi che nel 1864 istituirono il Quartetto – afferma la Presidente Ilaria Borletti Buitoni – definirono le prime attività concertistiche nell’allora Regio Conservatorio come “esperimenti”. Ci è sembrato opportuno recuperare quella parola chiave».
Lo spettacolo prevede un intreccio originale tra parole e musiche. «Quando l’ho immaginato – afferma Biagio Scuderi, curatore di Quartetto OFF – ho da subito pensato a Federico Tiezzi e Sandro Lombardi come interlocutori privilegiati». Sandro Lombardi e Giovanni Crippa sono in scena con il mezzosoprano Monica Bacelli e il pianista e compositore Orazio Sciortino per uno straordinario viaggio agl’inferi dove solo lo splendore del canto e della musica può salvarci.
Durata: 70’ senza intervallo
Spettacoli in collaborazione con NEXT
Teatro Grassi, 21 settembre 2021
Sogno americano Chapter1#ray.
Con tutta quell’acqua a due passi da casa
progetto a cura di Francesco Leschiera, Manuel Renga, Ettore Distasio
drammaturgia Giulia Lombezzi
regia Francesco Leschiera
con Mauro Negri, Ettore Distasio e Ilaria Marchianò
scene Paola e Margherita Ghiano, costumi Davide Vitale e Iembo Marco
assistente alla regia Giulia Pes
produzione Teatro del Simposio
Sogno americano Chapter1#ray, del gruppo milanese Teatro del Simposio, nasce per raccontare, attraverso gli scritti di Raymond Carver, un periodo storico che si riflette ancora oggi sulla società occidentale. Durata: 70’ senza intervallo
Spettacoli in collaborazione con NEXT
Teatro Grassi, 23 settembre 2021
Non un’opera buona
drammaturgia e regia Michele Segreto
con Roberto Marinelli, Michele Mariniello, Marco Rizzo, Camilla Violante Scheller
disegno luci Martino Minzoni
produzione servomutoTeatro
con il sostegno produttivo di Federgat
si ringrazia Associazione Franco, Goethe-Institut Mailand, Chiesa Evangelica Luterana in Italia,
Consolato Tedesco – Milano, Biblioteca Valvassori Peroni, Teatring, PIME e Teatro Fontana.
Vincitore Teatri del Sacro – V Edizione
Non un’opera buona, del collettivo servomutoTeatro, è una drammaturgia originale che, partendo da fonti dell’epoca, prova a gettare luce sulla figura di Lutero, sulla sua ribellione e sui compromessi del potere. Durata: 60’ senza intervallo
NEXT è il progetto di Regione Lombardia, realizzato in collaborazione con Fondazione Cariplo, che ha come obiettivo la distribuzione di nuove produzioni di spettacoli dal vivo, nonché la promozione e il rafforzamento della rete di contatti tra operatori a livello nazionale e internazionale. Anche quest’anno NEXT sarà ospite del Piccolo Teatro con due spettacoli dell’edizione 2019/2020.
Teatro Studio Melato, 22 novembre 2021
30° Festival Milano Musica
D’un comune sentire | Trio Accanto
Trio Accanto
Marcus Weiss – sassofono,
Nicolas Hodges – pianoforte
Christian Dierstein – percussioni
In un “comune sentire”, tutti noi – artisti, appassionati ascoltatori e organizzatori – percepiamo oggi la necessità fondamentale dell’arte e della cultura. Il titolo del Festival si ispira al nuovo brano di Georges Aperghis, presentato in prima assoluta dopo oltre due anni di straordinario lavoro creativo in continuo dialogo con i musicisti dell’ensemble francese L’Instant Donné.
D’un comune sentire… estende a tutti gli ascoltatori l’unicità dei rapporti umani e musicali tra gli artisti, nel dialogo con compositori che sanno leggere il mondo con uno scarto immaginativo e critico, ciascuno attraverso il proprio originale linguaggio. Il mondo della musica contemporanea è infatti popolato da tante e diverse voci. Per festeggiare il Trentennale, Milano Musica ne coglie alcune, presentando l’una nei riflessi dell’altra, in un impulso al riconoscimento della differenza e all’attraversamento dei confini. Durata: 90’ senza intervallo
Informazioni e prenotazioni
www.piccoloteatro.org
Biglietteria telefonica 02.21.12.61.16