Gli antichi teatri dell’Emilia aprono in via straordinaria al pubblico per l’iniziativa Teatri Aperti, un viaggio esperienziale nel cuore di 16 teatri storici delle province di Parma, Piacenza e Reggio Emilia, con la regia di Visit Emilia, la terra dello slow mix dove ogni viaggio è eclettico ed unico tra cultura, natura ed enogastronomia. «Il teatro come luogo di cultura, ma anche come patrimonio storico e artistico – sottolinea Cristiano Casa, Presidente di Visit Emilia -. Un’occasione unica per i visitatori, ma anche per gli abitanti del territorio emiliano, di conoscere i teatri da nuovi ed inediti punti di vista, scoprendo vicende per lo più sconosciute ed entrando nei posti normalmente inaccessibili al pubblico. Un’opportunità per andare alla scoperta anche delle altre meraviglie di Emilia, come i castelli, i borghi, le città d’arte e la ricca gastronomia».
PARMA
Il Teatro Regio, nel cuore di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020 + 2021, è uno dei templi italiani della lirica, un monumento dell’opera costruito in stile neoclassico a partire dal 1821 per volere della duchessa Maria Luigia d’Austria, moglie di Napoleone.
Il 4, il 5 e il 6 dicembre 2021 si potrà ammirare, a seguito di una guida, il foyer e la platea decorata da Magnani e sovrastata dal lampadario in bronzo dorato forgiato dalle officine Lacarrière di Parigi, ma anche l’eccezionale sipario dipinto e la Sala del Ridotto.
All’interno dello splendido Complesso della Pilotta, da non perdere la visita al Teatro Farnese, dall’inconfondibile armonia custodita dalle strutture totalmente in legno realizzate nel 1618. Uno scenario straordinario per i visitatori che potranno osservarlo da vicino immaginando i fasti di corte dei Duchi Farnese.
Il teatro aderisce all’iniziativa dal 4 all’8 dicembre, tutti i giorni, e il biglietto di ingresso consentirà di visitare l’intero Complesso Monumentale della Pilotta.
Nella terra che ha dato i natali al maestro Giuseppe Verdi, è d’obbligo una visita al Teatro Giuseppe Verdi della rocca di Busseto (PR), sua città d’origine. Attraversando il portico e salendo lo scalone, si viene accolti da decorazioni di Giuseppe Baisi e Alessandro Malpeli e dai medaglioni di Gioacchino Levi raffiguranti la Commedia, la Tragedia, il Melodramma e il Dramma romantico. Si può visitare dal 4 all’8 dicembre, tutti i giorni.
PIACENZA
Stendhal lo definì, non a caso, il più bel teatro d’Italia. È stupore per gli occhi il Teatro Municipale di Piacenza: elegante e raffinato, con la sua struttura all’avanguardia, il primo, nel 1895 ad essere interamente illuminato da lampade a energia elettrica. La sua sala a forma di tre quarti d’ellisse fu un’innovazione nell’Ottocento, grazie all’opera di Lotario Tomba che rivoluzionò i principi della canonica architettura teatrale europea. Nel tempo, il teatro è stato arricchito dalle opere di Alessandro Sanquirico e dei suoi allievi. Bellissimo il Secondino di scena di Domenico Menozzi, restaurato nel 2007. Si può visitare solo il 5 e l’8 dicembre. La visita guidata è gratuita, della durata 1 ora e 30 minuti, per gruppi di massimo 10 persone.
A seguire si potranno ammirare i meravigliosi affreschi nella Sala dei Teatini, un tempo chiesa di San Vincenzo, appartenuta, appunto, all’Ordine dei Teatini. Affreschi che per anni sono stati inaccessibili e poi recuperati come le opere lignee e della facciata grazie ad una grande opera di restauro. Oggi moderno auditorium, all’avanguardia per soluzioni tecniche ed acustica, è stato scelto come sala prove dell’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini” diretta dal Maestro Riccardo Muti, che a Piacenza ha sede. Da visitare il 5 e l’8 dicembre.
Uscendo da Piacenza e raggiungendo Pontenure, si scopre il teatrino bomboniera con palcoscenico in muratura e decorazioni floreali del Teatro Serra di Parco Raggio, accanto alla dimora denominata “Villa Fortunata”, che fu fatta edificare da Armando Raggio, tra il 1882 e il 1885. Spettacolare è la modanatura curvilinea che separa le due aree di copertura: in ferro la platea, in tegole il palcoscenico. Il Teatro è aperto il 5 dicembre.
A Castel San Giovanni c’è un altro gioiello: il Teatro Verdi con il suo bellissimo foyer con le antiche volte a crociera e la sala riadattata all’aspetto della chiesa originaria. Fu inaugurato nel 1823 e vide nel 1841 il debutto Anna Maria “Marietta” Baderna, perla della danza famosa in tutto il mondo. Si può visitare il 7 dicembre.
Intitolato nei primi del Novecento alla leggendaria attrice che ne aveva calcato il palco a soli 10 anni, il Teatro Eleonora Duse di Cortemaggiore affonda le proprie radici nel 1826, quando Maria Luigia d’Austria consentì i lavori per la trasformazione del convento. La piccola platea a ferro di cavallo è dominata da due ordini di palchi e da una sala decorata in stile rinascimentale a fiori e ghirlande. È aperto alle visite il 5 dicembre.
Unico e probabilmente tra i più piccoli al mondo, il Teatrino del Castello di Vigoleno, fu realizzato per volontà della principessa Maria Ruspoli Gramont (proprietaria del maniero tra il 1922 e il 1934) dall’artista russo Alexandre Jacovlef che decorò le pareti della sala con tinte vivaci e disegni esotici rappresentando animali, maschere, figure danzanti dalla connotazione simbolica, musici e dame in abiti settecenteschi, tra cui ritrasse la stessa principessa e una fitta vegetazione con tralci. Al centro della scena una rappresentazione stilizzata del borgo medioevale riconduce al realismo magico di Gino Severini. Si può visitare il 4, 5 e 8 dicembre.
REGGIO EMILIA
Reggio Emilia è una delle città in cui la cultura del teatro è fortemente radicata. Nella città del Tricolore, già dalla seconda metà del Seicento ogni palazzo nobiliare aveva uno spazio adibito alle recite. Il Teatro Municipale Romolo Valli è senza dubbio uno dei più prestigiosi del territorio emiliano: inaugurato nel 1857, con il suo porticato dominato da un cornicione decorato con 14 statue, mostra un palco grandioso, sul quale è installato un pregievole organo Montesanti del 1815, e un ampio retropalco. Nella sala che ha forma ellittica prevalgono il bianco e l’oro, vi sono quattro ordini con 106 palchetti, il palco reale e una loggia. ll terzo sipario “Siderea”, è stato realizzato dall’artista Omar Galliani, nel 1991. Le visite si svolgono il 4 e 5 dicembre.
A Correggio è bello da visitare il Teatro Asioli, realizzato nel punto in cui Niccolò Postumo fece erigere il proprio palazzo sul finire del XV secolo. Fu più volte ricostruito, ma conserva ancora il disegno originario della sala, inaugurata nel 1852 con pianta a ferro di cavallo, 60 palchi ordinati su tre ordini, un loggione e un palco reale. Le visite guidate sono possibili il 5 dicembre.
A Guastalla, invece, da non perdere è la visita al Teatro Ruggero Ruggeri, tra i dieci più antichi d’Italia. Fu costruito nel 1671 su progetto di Antonio Vasconi per ordine di Ferrante III, duca di Guastalla. Nonostante gli interventi di restauro subiti nel corso dei secoli, l’aspetto attuale mantiene la pianta a ferro di cavallo e l’originale assetto della facciata. È possibile vivere la sua affascinante storia l’8 dicembre.
Novellara ospita il Teatro Franco Tagliavini, che ripropone in miniatura la struttura del Teatro Municipale di Reggio Emilia con la pianta a ferro di cavallo, tre ordini di palchi con loggione e un’ampia scena sormontata da un orologio. Fu intitolato al tenore della città solo nel 2012, ma le sue radici risalgono alla sala per spettacoli esistente fin dal Cinquecento nella rocca dei Gonzaga. Poi nell’800, Antonio Tegani si occupò della realizzazione del teatro così come si può osservare ora, con le splendide decorazioni di Cesare Cervi. Si può visitare il 5 dicembre.
Con un nome che richiama l’antico toponimo di Rubiera, il Teatro Herberia di Rubiera aprì il sipario nel 1926, mostrandosi in una struttura tardo Liberty ideata da Antonio Panizzi e Italo Costa. Molto attivo anche come cinema, venne chiuso e poi riattivato, previo restauro, a fine anni ’80. Le visite sono possibili il 4 dicembre.
Ha una storia particolare anche il Teatro Sociale Danilo Donati di Luzzara. Iniziato nel 1813, fu inaugurato nel 1852 grazie alla costituita Società teatrale Luzzarese, seppure nell’antico Palazzo dei Gonzaga esisteva già un piccolo teatro di corte e un altro fu realizzato nei locali poi occupati dalla scuola d’arte. Il teatro poteva contenere fino a 400 persone, con 47 palchi divisi in tre ordini. Il sipario, disperso, rappresentava la Fiera di Luzzara coi Principi Gonzaga e fu dipinto dal Casali. L’edificio subì un radicale restauro nel 1919 e la pianta fu modificata in forma semicircolare. Nel 2006 sono stati effettuati lavori di restauro e nel 2013 la prima riapertura grazie all’idea di recupero di Fondazione Un Paese e al lavoro di un appassionato gruppo di volontari che ha portato alla fine del 2018 il Teatro alla riapertura, con un’agibilità di 99 posti. Il teatro fu intitolato a Danilo Donati, costumista, scenografo, artista poliedrico, luzzarese d’origine e premio Oscar. Visite il 4 e 5 dicembre.
Tutte le informazioni sulle singole date di apertura, gli orari, i costi, sono sul sito www.visitemilia.com
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