Esalta in tavola e diverte tra i boschi, è il re indiscusso dell’autunno il pregiato tartufo, protagonista di esperienze di gusto ma anche di emozionanti attività nella natura. Nomen Omen dicevano gli antichi: “il destino è nel nome”, mai così vero come al ristorante Il Tartufo di Borgotufi, albergo diffuso di Castel del Giudice (IS) in Molise, dove il fungo ipogeo è l’ingrediente di diversi piatti dello chef Marco Pasquarelli come La “Tartare di Manzo autunnale” (Nocciola, rape, senape e tartufo) o il “Tortello di pecora, zafferano, caciocavallo e tartufo”. Tra le bellissime terre dell’Appennino molisano-abruzzese, ci si può dedicare alle visite guidate per conoscere da vicino il re dei boschi e partecipare a deliziose degustazioni con Le Tartufaie di Ateleta (AQ) – fornitrici ufficiali del ristorante – e visitare il Museo del Tartufo a San Pietro Avellana (IS) con sezioni multimediali e multisensoriali. (Tel. 0865946820, www.borgotufi.it). In Umbria, al Relais Borgo Campello a Campello sul Clitunno (PG), l’inverno è il momento ideale per degustare il tartufo nero pregiato Umbro che si raccoglie proprio tra dicembre e gennaio. Il piccolo gioiello sospeso nel tempo, da scoprire in un percorso lento tra natura, storia e arte, organizza un’esclusiva caccia al tartufo con il cavatore e il suo fidato cane. Il profumato tesoro trovato tra i boschi sarà poi l’ingrediente della prelibata cena preparata dalla chef del relais. Tra l’altro, il processo di cerca del tartufo è candidato per il 2021 a Patrimonio Culturale Immateriale UNESCO. (Tel. 3204549321, https://www.borgocampello.com/it/). In Emilia Romagna, anche il territorio modenese, sul suo Appennino, vede crescere buonissimi tartufi neri. Lo sa bene lo Chef Paolo Balboni del ristorante EXÉ di Fiorano Modenese (MO) che rielabora la tradizione italiana esaltandone le caratteristiche con una buona dose di fantasia applicata a ingredienti di primissima scelta, tra cui appunto gli ottimi funghi ipogei. Per i gourmet l’esperienza ad Exè è ghiotta, perché prima si impara a fare e stendere la pasta all’uovo con la sfoglina, come nella migliore tradizione emiliana, poi lo chef insegna a cucinare qualche piatto al tartufo, che si mangia poi tutti insieme a fine lezione, in una cena conviviale e gustosa. (Tel. 327 3034870, www.exerestaurant.com). Infine nei boschi della Valtaro, in provincia di Parma, nel periodo tra novembre e marzo, “Una giornata da tartufaio” è l’indimenticabile escursione alla ricerca del diamante del sottosuolo. Accompagnati da una Guida Ambientale Escursionistica, con l’ausilio del cane da cerca, e grazie alla collaborazione dello chef Mario Marini dell’agriturismo “Il Cielo di Strela”, i partecipanti imparano a individuare, raccogliere e perfino pulire e cucinare il tartufo nero. L’escursione, della durata di circa 3 ore, costa 200 euro (minimo 2 – massimo 6 persone); il pranzo a base di tartufo ha un costo di 40 euro a persona, tutto incluso. (Prenotazione obbligatoria: info@ilcielodistrela.it, Tel. 3482885159, www.turismovaltaro.it).