Roma, 28 febbraio 2022. “L’avvio dei negoziati diplomatici fra Russia e Ucraina dovrebbe essere sancito da un ‘cessate il fuoco’: sarebbe un segno tangibile della volontà di trovare una soluzione politica al conflitto e rappresenterebbe una attesa tregua per le popolazioni colpite”. Lo ha detto Mario Mantovani, presidente di CIDA la confederazione dei dirigenti pubblici e privati e delle alte professionalità, commentando la situazione dell’Est Europa.
“Certamente, il primo pensiero va alle vittime, ai morti, ai feriti e a chi sta cercando di fuggire dai luoghi oggetto di attacchi militari ingiustificati. E poi occorre agire, con determinazione e con la convinzione che deve essere rigettata l’idea che la guerra, l’uso della forza, possa essere strumento di risoluzione dei conflitti, delle contrapposizioni fra Stati. Sarebbe un intollerabile passo indietro della storia e della convivenza civile e rappresenterebbe la plastica, mostruosa dimostrazione dell’impotenza della politica, dell’incapacità della diplomazia. Un fallimento della stessa volontà umana di ricercare e preservare la pace, di investire per il benessere e lo sviluppo delle popolazioni.
“L’appello che rivolgiamo ai leader politici è quello di non tentennare nella difesa dei principi della democrazia, delle carte costituzionali che i Paesi europei sono riusciti a darsi vincendo tirannie e dittature. La risposta dell’Europa non può che essere univoca, forte e poggiarsi sugli architravi delle democrazie occidentali, sull’autodeterminazione dei popoli, sul rispetto delle sovranità nazionali.
“Poi, una volta ristabiliti gli equilibri politici, restituita la libertà all’Ucraina, garantita l’incolumità dei suoi cittadini, penseremo ai danni economici, alle necessarie opere di ricostruzione, a dare nuova forza e credibilità alle istituzioni europee. Ma, prima di tutto, occorre far tacere le armi”, ha concluso Mantovani.