L’incoronazione di Re Carlo III sarà diversa da quella dei suoi predecessori anche per quanto riguarda le royal commemorative pottery, ovvero le tradizionali e famose ceramiche commemorative inglesi?
La tradizione delle “royal commemorative pottery”, iniziata con Carlo II Stuart, proseguita con tutti i successivi sovrani ma letteralmente esplosa all’epoca dell’incoronazione di Elisabetta II, con Carlo III sembra essere arrivata al capolinea.
Persino Burleigh, storica azienda di Stoke on Trent sopravvissuta proprio grazie all’intervento del Prince’s Trust e spesso visitata dall’allora principe di Galles, per questa occasione ha deciso di non mettere in produzione oggetti commemorativi.
Nel 1953 tutte le aziende di pottery avevano creato centinaia di tazze, teiere, mug, piatti decorati con i simboli araldici del regno, il monogramma ma soprattutto con il volto della giovane sovrana mentre oggi si parla di pochissimi pezzi.
Coronation 2023, l’opinione dell’esperta di famiglie reali
Per conoscere e analizzare al meglio il dietro le quinte dell’attesa “Coronation 2023” abbiamo chiesto l’opinione di Marina Minelli, giornalista, scrittrice, studiosa di famiglie reali e lei stessa collezionista delle commemorative pottery
“Sono stata la prima in Italia a raccogliere ‘royal commemorative pottery’ e oggi possiedo oltre 1000 manufatti”. Un insieme importante ma soprattutto coerente e organico tanto da essere ospitato, per esposizioni temporanee, anche in diversi musei fra cui il Glauco Lombardi di Parma.
“Le ceramiche commemorative inglesi sono oggetti affascinanti – spiega Marina Minelli – perché raccontano da secoli la storia di una nazione e della sua monarchia che, anche attraverso questi semplici manufatti si celebra e si rende popolare arrivando nelle case e nella vita quotidiana dei sudditi”.
Le prime “royal pottery” risalgono alla metà del XVII secolo cioè all’epoca in cui Carlo II torna in Inghilterra dopo anni di esilio. Il re è praticamente uno sconosciuto così a qualcuno viene in mente di dipingere su piatti, brocche e boccali un suo ritratto (approssimativo ma sempre dotato di corona) e il nome. L’idea ha un enorme successo e prosegue anche quando arrivano gli Hannover. Intanto a Stoke on Trent, nello Staffordshire, nasce e cresce il distretto delle ceramiche dove si perfezionano materiali e tecniche.
A metà Settecento con l’inizio della rivoluzione industriale e l’avvio della produzione in serie le ceramiche cominciano a essere accessibili a una fascia sempre più ampia della popolazione.
Quando, un secolo dopo, si afferma l’abitudine dell’afternoon tea, l’omaggio ai sovrani e alla royal family avviene rendendoli protagonisti del rito britannico per eccellenza.
“La mia collezione – spiega Marina Minelli – parte dalla regina Vittoria ma si è concentrata su Elisabetta II, che per me è un mito assoluto e inarrivabile, però la raccolta non è chiusa in un armadio. Uso spesso, ovviamente con molta cura, molti piatti e tazze. Nel novembre scorso, ad esempio, ho organizzato un pranzo commemorativo dedicato alla regina e ho allestito la tavola con le mie ‘royal commemorative’”.
Matrimoni, nascite, giubilei, viaggi ma soprattutto le incoronazioni, ovvero il momento clou nella vita di un sovrano, vengono celebrate con una ricca e variopinta serie di oggetti. Le pottery per la regina Vittoria, prima ritratta come giovane donna e poi da anziana matriarca, sono ancora relativamente semplici ma le ceramiche dedicate a suo nipote Giorgio V sono dei piccoli capolavori di eleganza. Nel 1937 Giorgio VI prende il posto del fratello Edoardo VIII anche sulle “royal pottery” ma le aziende hanno rischiato la bancarotta perché avevano già prodotto centinaia di tazze in onore del re che invece abdica per sposare Wallis Simpson.
Con Elisabetta II, consacrata il 2 giugno del 1953, questa tradizione raggiunge il suo momento di massimo splendore come quantità, varietà e qualità artistica dei manufatti. Il grande entusiasmo popolare per l’inizio di questo nuovo regno fa si che le ceramiche dedicate alla giovane sovrana vadano letteralmente a ruba e questo successo aiuta la ripresa delle manifatture di Stoke on Trent dopo il lungo e difficile periodo della guerra.
Dal 1993 il Royal Collection Trust, l’organismo che gestisce i palazzi reali e la collezione d’arte del sovrano, ha una sua linea che vende negli shop dei palazzi e dei castelli reali, ma fino ai primi anni 2000 le grandi aziende come Spode, Wedgwood, Mason’s, Churchill, Royal Albert, Burleigh, Emma Bridgewater hanno continuato a produrre in occasione dei grandi eventi come i giubilei e i matrimoni reali.
Cosa accadrà con la Coronation 2023
“Oggi i gusti sono cambiati, la maggior parte delle aziende ha chiuso i battenti o ha trasferito all’estero la produzione e le prestigiose ed eleganti ‘royal pottery’ vengono prodotte in numero decisamente ridotto, lo abbiamo già visto lo scorso anno per il Platinum Jubilee. Sappiamo già che l’incoronazione di Carlo III verrà ricordata con poche decine di oggetti rigorosamente made in England fra cui i servizi da tè di Emma Bridgewater e Spode, per il resto chi vorrà un ricordo si dovrà accontentare dei memorabilia made in China che si trovano nei negozi di souvenir”, osserva Marina Minelli, giornalista, scrittrice, studiosa di famiglie reali e lei stessa collezionista di commemorative pottery.
Insomma anche sotto questo punto di vista l’incoronazione di Carlo III sarà completamente diversa da quella dei suoi predecessori.
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