Il film FLAVIO PAOLUCCI. DA GUELMIM A BIASCA del regista svizzero Villi Hermann sarà presentato in anteprima italiana al Trento Film Festival.
Mercoledì 1. maggio 2024 alle 15:00
il regista sarà al Cinema Multisala Modena Sala 1 per presentare il documentario nella sezione Proiezioni speciali.
Il film è un ritratto di Flavio Paolucci, scultore-pittore rinomato a livello internazionale che crea le sue opere traendo ispirazione nel silenzio dei boschi di Biasca, comune incastonato ai piedi della Valle di Blenio, nelle alpi ticinesi al sud della Svizzera.
Il documentario prodotto da Imagofilm Lugano è stato realizzato con la collaborazione di Alberto Meroni alla camera e al montaggio, di Zeno Gabaglio alla composizione delle musiche e con Kety Fusco all’arpa.
Presentato in anteprima mondiale alle 59. Giornate di Soletta in Svizzera a gennaio 2024, FLAVIO PAOLUCCI. DA GUELMIM A BIASCA è stato è stato distribuito nelle sale svizzere tra febbraio e marzo 2024.
Sinossi 1 In un museo era programmata una mostra e previsto un grande lavoro murale, ma la pandemia ha impedito all’artista di soggiornare in Germania. L’idea di Flavio Paolucci è di creare questo lavoro murale nel suo studio e poi distruggerlo da lui stesso. Il dipinto esisterà solo nel film e solo i futuri spettatori vedranno l’opera creata all’epoca. Questo gesto artistico effimero mi ha stimolato a fare un ritratto sull’artista della Val di Blenio, Ticino.
Sinossi 2 Nel 2022 una mostra sul pittore-scultore svizzero Flavio Paolucci era prevista in un museo tedesco. Il museo aveva riservato un muro bianco sul quale l’artista doveva realizzare un’opera. Tutto era pronto, ma la pandemia ha impedito all’artista 88enne di recarsi in Germania. Allora Paolucci ebbe l’idea di creare questo lavoro murale nel suo studio e poi di distruggerlo. Il dipinto esisterà solo nel nostro film e solo gli spettatori cinematografici vedranno l’opera. Questo gesto artistico effimero mi ha stimolato a fare questo ritratto.
Sinossi 3 In un museo in Germania era programmata una mostra e previsto un lavoro murale eseguito con colori acrilici di 3m50 per 6m50. Il museo ha riservato un muro bianco per Flavio Paolucci. Tutto era pronto, ma la pandemia ha impedito all’88enne artista di viaggiare e soggiornare a Donaueschingen. L’idea di Paolucci è di creare questo lavoro murale nel suo studio a Biasca e poi distruggerlo da lui stesso. Il dipinto esisterà solo nel nostro film e solo i futuri spettatori cinematografici vedranno l’opera creata all’epoca.
Questo gesto artistico effimero mi ha stimolato a fare questo ritratto sull’artista della Val di Blenio in Ticino.
La sua biografia è sparsa durante lo sviluppo del film e intercalata durante la sua conversazione mentre crea il lavoro murale, come l’esperienza giovanile del 1964, quando a 23 anni partì da Biasca per il Marocco e il suo soggiorno artistico a Parigi.