L’opera presenta motivi colorati, maschere che rappresentano spiriti naturali, una collezione di “pins” dai movimenti sociali ed un serpente di perline che simboleggia la rinascita e la traformazione. Il murale contiene dieci elementi diversi che onorano le comunità indigene, i nativi ed altre comunità oppresse che combattano gli ostacoli sistemici.
L’opera fonde le immagini dei nativi americani con la cultura contemporanea in un modo unico e gioioso. “Il tuo spirito che sussurra al mio orecchio” sono parole che ho scritto all’inizio di quest’anno mentre pensavo alle sfide a cui hanno fatto fronte i miei antenati durante le loro vite e di come hanno affrontato le difficoltà con fede, coraggio e forza,” afferma Gibson.” Non parlo solo ai miei antenati, ma anche agli artisti, agli attivisti del passato e del presente, al pianeta, all’universo e a tutti gli esseri viventi che ci circondano”.
Gibson è stato il primo artista nativo a reppresentare gli Stati Uniti alla 60° edizione della Biennale di Venezia la scorsa primavera. Gibson si è ispirato alla sua cultura nativa Choctaw e Cherokee.
Originario di Colorado Springs (CO), Gibson è un cittadino del mondo. Oltre agli Stati Uniti, ha vissuto in Germania, Corea e Regno Unito ed ora si è stabilito a New York. Essendo per metà Cherokee e cittadino della Mississippi Band degli indiani Choctaw, Gibson fonde la sua eredità nelle sue pratiche di scultura, pittura, incisione, video e performance. Gibson non è estraneo alla scena artistica di Boston; nella sua opera-performance del 2014 – Timeline 1.29.14 al Museum of Fine Arts di Boston -, l’artista ha coreografato una conversazione tra se stesso, una ciotola, un dipinto di Jackson Pollock e un’antica ciotola ancestrale Pueblo – invitando un critico d’arte a personificare il ruolo di terapeuta per moderare la sessione. Questa performance è stata progettata per confrontarsi con le relazioni tra arte occidentale, spiritualità, sperimentazione e tradizione come artista indigeno.
In precedenza, la parete di Dewey Square ha mostrato un murale di Rob “Problak” Gibbs, il primo artista locale a partecipare al programma. Sebbene non sia più visibile di persona, il murale di Gibbs è conservato nell’archivio digitale della Greenway con varie immagini anche dei programmi pubblici che si sono svolti intorno ad esso.
Il programma di arte pubblica del Conservancy mira a portare l’arte contemporanea nel centro di Boston con mostre temporanee gratuite che innescano esperienze significative e conversazioni sull’arte e sull’esperienza umana.