Nell’unica intervista dove l’ospite deve rispondere ma deve soprattutto sopravvivere, momenti divertenti e di grande spontaneità con Giulia De Lellis, l’influencer seguita da oltre 5 milioni di follower.
Come nasce Giulia de Lellis e che facevi prima di questo lavoro?
Prima di questo lavoro ero molto confusa. Avevo 19 anni, non ero né donna né bambina, ma ho sempre lavorato. Poi è arrivato “Uomini e Donne” e ci sono andata perché mi piaceva e poi perché ho avuto un colpo di fulmine e una mia amica se n’ era accorta. Faccio il provino, mi sentivo a disagio…Non pensavo che in un programma televisivo si potessero provare tanti sentimenti. Mi sono divertita, è stata una esperienza stupenda e lo rifarei cento volte.
Che rapporto hai con i tuoi follower? Sono tantissimi…tu hai le “bimbe di Giulia de Lellis. Sono molto giovani?
Le bimbe erano inizialmente delle ragazze che mi seguivano ma poi mi hanno presa a cuore le loro zie, le loro mamme, le loro nonne. Dunque nel tempo è diventata una crew molto matura a livello di età. Alcune le conosco sono diventate amiche di famiglia. Le “bimbe” sono super carine si comportano da amiche, mamme, nonne. Tony (Effe) è stato un argomento molto particolare per loro. E’ stata una tragedia. Erano preoccupate per me. Soprattutto Donatella che poi si è ricreduta e ora lo adora e ascolta la sua musica.
Cosa vuol dire essere una beauty influencer?
Io sono un’appassionata di beauty da sempre. E una passione che ho iniziato a condividere con altre persone; credo che poi anche loro, seguendomi, si siano sentite un po’ più felici, un po’ più belle. Ci sono anche tanti uomini interessati al beauty; tu per esempio non fai skin care e si vede, perché sei un po’ spento. Si vede che non curi molto la tua pelle! Prima quando ti ho visto mi sembravi un tecnico, uno di quei tecnici che lavorano dietro le quinte di un programma e che hanno uno stile ben preciso con i loro portachiavi super iconici …ma non fanno skin care. Ecco, tu mi sembravi uno di loro, quando sono arrivata in studio non ti ho riconosciuto e ho pensato fossi un tecnico perché hai proprio quello stile.
Come ti è venuta l’idea di scrivere un libro? Te l’hanno proposto?
Avevo 19 anni non amavo molto leggere e quando mi hanno proposto di scrivere un libro pensavo fosse uno scherzo visto che non credevo di aver fatto chissà quale esperienza così tanto importante da condividere. L’unica esperienza che mi aveva traumatizzato era il tradimento del mio primo amore. Provo a scrivere il libro con una ghost e con una psicologa che mi ha aiutato a ripercorrere quei mesi. Ho chiesto consiglio a Maria (De Filippi), non sapevo se fosse il caso di condividere questa cosa perché non ne avevo mai parlato prima. Lei mi disse: “tu sto’ morto non te lo sei mai pianto! Ti senti più leggera o ti senti meglio? Se anche l1% delle persone che comprerà questo libro può sentirsi meglio come ti senti tu ora dopo averne parlato, significa che hai fatto qualcosa di buono!”
Nel mondo dei social si parla tanto di soldi. Alcune generazioni faticano a capire come si possa guadagnare. Quanti follower devi avere per pagare un affitto normale, una macchina e andare ogni tanto a cena? Tu hai 5milioni di follower…
100 mila follower o anche 80 mila, ma dipende perché ci sono ragazzi, colleghi che conosco, che con 30 mila follower vivono sereni perché fanno bei contenuti e vengono pagati abbastanza.
Ti sei data delle regole per gestire il tuo lavoro?
Ho imparato con il tempo a preservare le cose più belle. Prima condividevo sui social qualsiasi cosa, tranne le cose più brutte che ho sempre tenuto per me. Lavoravo h24 ora il sabato e la domenica non voglio sapere nulla di lavoro e se prima davo in condivisione l’80% adesso il 35%-40%…Perdo acqua dal naso. Il piccante fa ruttare molto!
Hai partecipato a tanti programmi come concorrente o come conduttrice?
Concorrente una volta con il GF ma preferisco condurre. Con il GF sono stata più di 90 giorni. A un certo punto volevo scappare, è una gabbia d’oro e mi ha salvato il fatto che avevo compagni molto giovani, fighissimi, divertentissimi a cui ancora oggi sono molto legata.
Ti piace stare sola?
Ogni tanto mi piace stare sola anche se prima lo odiavo.
Se ti dovessero invitare come concorrente dove non andresti mai?
A “Ballando con le stelle”, ci andrei; non sono bravissima, farei una figuraccia, ma mi butterei. A “Tale e quale”, anche ci andrei …cantare fa per me! Se mi invitassero a “Master chef” potrei stupire mentre se mi proponessero “l’Isola dei famosi” sarei insopportabile: non mi siedo sulla sabbia, non sopporto gli insetti… però chissà, magari un giorno avrò bisogno di andare su un’isola deserta e allora…perché no!
E con un traduttore accanto andrei anche a “8 ½ con Lilli Gruber”
Consiglieresti ai tuoi amici questo programma?
Di guardarlo si, ma di venire come ospite no….
A Tony?
Eh lui sul piccante tiene botta, potrebbe essere più bravo di me
Qual è la cosa più piccante che hai fatto nella tua vita?
Qui, oggi..senza ombra di dubbio
Nella seconda puntata dello show lo Chef stellato e cuoco stimatissimo Giorgio Locatelli ci parla della sua carriera attraverso un racconto arricchito da storie e aneddoti.
Claudia Shiffer aveva il suo viso assicurato, Tu come grande Chef hai il palato assicurato? Possiamo mettere a repentaglio il tuo palato?
Veramente il peperoncino aiuta le papille gustative non le uccide!
Vivendo a Londra già conoscevi Hot Ones?
Si, avevo visto anche qualcuno dei miei colleghi andare come ospite. Gordon Ramsay mi aveva detto esserne uscito spaccato.
I miei amici stranieri mi fanno notare che noi italiani parliamo sempre di cibo…
Noi abbiamo una grande passione per il cibo. E’ qualcosa che ci rappresenta in tutto il mondo.
Il piccante fa parte della nostra tradizione?
E’ una tradizione più del Sud del nostro Paese, come in Calabria dove c’è una forte tradizione del peperoncino.
Tu cucini a casa?
Solo ogni tanto quando ci sono ospiti. Quando rientro dal rstorante l’ultima cosa che voglio fare è cucinare. Piuttosto mangio un toast. Amo invece il senso di convivialità in famiglia, sedersi insieme a mangiare attorno a un tavolo è qualcosa di molto bello. Soprattutto oggi quando molti bambini mangiano davanti alla televisione.
C’è un luogo comune che dice che in Inghilterra si mangia male. In realtà poi a Londra ci sono tutte le cucine del mondo. Qual è il trend emergente in questo momento, cioè la cucina emergente internazionale?
Non solo ci sono tutte le cucine del mondo, ma sono rappresentate ai massimi livelli. Al momento c’è una grande influenza della cucina sudamericana, peruviana amazzonica e soprattutto messicana.
Quali sono le tue tre cucine preferite a livello internazionale?
Cinese, Giapponese e in questo momento la cucina Messicana
Parlando della cucina italiana… adesso c’è anche il Ministero della sovranità alimentare che difende la nostra cucina. Ma ce n’è veramente bisogno?
No! C’è bisogno di diffonderla non di difenderla. Quando uno ti copia lo fa perché siamo al top! Con la qualità dei prodotti che abbiamo, l’unicità che abbiamo, la fantasia… ci sarà sempre qualcuno che cercherà di copiarci. Infatti ci copiano di tutto: dall’aceto balsamico ai tanti tipi di formaggi. Noi dobbiamo curare la qualità e investire nei piccoli produttori.
Come hai fatto a tenere da venti anni una Stella Michelin nel tuo ristorante?
Penso che il lavoro con il proprio team sia importantissimo come avere un comune senso di crescita, crederci ed essere sinceri su quello che trasmetti. Comunque il piacere di sedersi attorno a un tavolo e mangiare mi piace molto di più che l’idea di essere diventati grandi artisti.
Chi ti ha emozionato di più delle persone importanti che sono venute nel tuo ristorante?
Abbiamo avuto tantissime persone, ma mi ha veramente colpito Bill Clinton che è venuto a mangiare e poi è tornato dopo due giorni e ha chiamato il maitre per nome
Prima parlavamo di longevità del ristorante ma anche la tua Master Chef ha un bel po’ di anni…
E’ dal 2018. Vediamo sempre più gente che vuole cambiare la propria vita tramite la cucina. Noi poi, io Bruno e Antonino siamo un trio che funziona bene.
La vita in cucina è tosta?
C’è una mortalità altissima tra di noi. Per lo stress, la vita irregolare… Ma io faccio una vita regolarissima e punto ad arrivare a 90 anni. Le ore che si passano in cucina sono tante. Ormi anche grazie alla televisione è diventata veramente una professione e noi dovremmo riuscire a farla rientrare in certi parametri che riguardano gli orari, i giorni di lavoro, le paghe…In cucina la meritocrazia funziona ancora
Ma il peperoncino è afrodisiaco?
Mah.. dicono che non esistono gli afrodisiaci però il peperoncino è curativo,. Ha delle proprietà disinfettanti
Tiramisù…pavesino o savoiardo?
Savoiardo! Però quando la gente adatta una ricetta a quello che ha non è mai un errore. Quest’anno a Master Chef i piatti più geniali sono venuti fuori da figli di immigrati che hanno assorbito la cultura italiana usando però anche ingredienti della loro cultura d’origine; abbiamo visto delle cose eccezionali. E’ questo il futuro della cucina
Top tre delle cucine regionali
Lombardo/Piemontese… io sono di quella zona. Poi la cucina Siciliana che racchiude tante culture: araba, greca, normanna. E la terza, devo dire in onore di Antonino che è quella Campana.
I protagonisti dello show- personaggi del cinema, della Tv, dello sport e della musica e dei social media- sono intervistati da Alessandro Cattelan davanti a un piatto di alette di pollo (o un’alternativa vegetariana/vegana) condite con una salsa progressivamente sempre più hot. L’intervista della durata di trenta minuti oscilla dalla carriera alla vita privata attraverso un racconto arricchito da storie e aneddoti, foto e filmati.
Protagoniste delle interviste anche le salse piccanti che aiutano gli ospiti ad abbattere ogni ritrosia e diffidenza provocando reazioni spesso divertenti e di grande spontaneità, mostrando al pubblico un lato inedito ed estremamente sincero dettato dall’evidente difficoltà di gestione della situazione che rende la chiacchierata surreale e irresistibile.
“Hot Ones” è una produzione Palomar, Mediawan Company, in collaborazione con Rai Contenuti Digitali e Transmediali, condotto da Alessandro Cattelan, disponibile al link