Il 2 settembre alle 17.30 si terrà la Performance sonora de L’Orchestra della Natura, di e con Daniele Delfino, ispirata a un racconto di Plinio, che rappresenta la sintesi di un pluriennale lavoro di ricerca condotto sulle qualità dei fenomeni acustici prodotti dagli strumenti di suono alle origini della musica.
Mentre domenica 3 settembre alle 18, in occasione del finissage della mostra, sarà assegnato a Antonio Bernardo per l’opera “La sirena veste” (tecnica mista, uso di vari materiali, tulle, cotone cartone) Il Premio ARTE&ARTE intitolato alla memoria di Nazzarena Bortolaso, imprenditrice, donna di cultura, visionaria interprete del suo presente e co-fondatrice, con Mimmo Totaro, di Miniartextil, scomparsa nel 2022.
Sabato 2 settembre, l’Orchestra della Natura creerà suoni intrecciando relazioni con i presenti e allestirà, grazie alla loro collaborazione, un’orchestra estemporanea.
Il pubblico si scoprirà performer trasformandosi in un’orchestra esecutrice di una suggestiva “tessitura sonora“ ispirata alla natura.
I suoni saranno prodotti con elementi naturali (sassi, pietre, conchiglie, legni, gusci, foglie, semi, baccelli e molti altri oggetti) eseguiti dal pubblico attraverso le proprie intime percezioni.
Lo spunto dello spettacolo viene da un prezioso e affascinante testo dedicato all’usignolo che si trova nella Naturalis Historia. Plinio, profondamente incantato dalle melodie del suo canto, ha voluto descriverne con accuratezza le “così grandi e così artistiche capacità canore”, nominando nel racconto anche gli originali strumenti che consentirono e possono consentire agli uomini di imitarne fedelmente il canto.
L’opera d’arte diviene esperienza; si compiono così il risveglio della profonda natura musicale dell’uomo e la riscoperta dell’essenza della musica e delle sue origini cosmico/naturali.
Daniele Delfino è artista e ricercatore di espressioni creative naturalistiche con una grande passione per l’arte preistorica e per le culture dei popoli del “primo mondo”.
La sua predilezione è esprimersi manipolando e interpretando prevalentemente materiali naturali come legno e pietra.
Realizza opere con frequenti riferimenti a simbologie arcaiche legate ai bisogni primari dell’uomo e ai suoi legami con la terra.
Gli Uomini Albero sono la “naturale visione” del suo immaginario poetico e tema in costante sviluppo. Grazie ad approfondite ricerche e sperimentazioni condotte in vari ambiti (educativo, terapeutico, artistico) crea, con oggetti e materiali sonori della natura, suggestive opere da suonare e performance musicali da condividere con il pubblico di ogni età.
Nell’ottobre del 2018 riceve per i suoi progetti Orchestra della Natura e Uomini Albero il partenariato UNESCO dal club per l’Unesco Ticino di Bellinzona.
NECESSARIA LA PRENOTAZIONE denudarefeminasvestis@gmail.com
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LA MOSTRA
Lo spunto per il titolo della mostra Miniartexil ’32, Denudare feminas vestis (Denudare le donne vestendole), deriva da queste parole di Plinio il Vecchio estrapolate dalla sua monumentale opera Naturalis Historia, indicate e approfondite dal poeta e scrittore Vincenzo Guarracino.
L’edizione 2023 dell’unica mostra al mondo che promuove la ricerca nella fiber art (arte tessile) contemporanea – in corso a Como, Ex Chiesa di San Pietro in Atrio fino al 3 settembre – é infatti dedicata e rientra nel programma delle Celebrazioni del Bimillenario della nascita di Plinio, pilastro comasco della cultura classica.
Come ogni anno Miniartextil ‘32 si articola in due proposte parallele: da una parte le 54 opere di piccole dimensioni (minitessili, cm.20x20x20) che sono esposte presso la Ex Chiesa di San Pietro in Atrio, dall’altra le grandi installazioni che sono presenti nel medesimo luogo. Il dialogo che nasce tra le piccole e le grandi opere e l’architettura antica di San Pietro in Atrio crea una simbiosi unica e coinvolgente. Qui, in uno spazio dedicato, si terranno anche laboratori didattici per avvicinare il pubblico dei più piccoli all’Arte sotto forma di gioco.
Gli artisti emergenti e i nuovi talenti che partecipano alla mostra realizzando grandi installazioni:
l’artista serba Brankica Zilovic (Aphrodite, 2023), l’architetto giapponese Kato Kimiyasu (Kinu, 2023), l’italo-egiziano Medhat Shafik (Origini del mondo_ da le città invisibili, 2007), gli italiani Antonella De Nisco (Bacobosco, 2023), Yari Miele (Ninfa, 2023), Donatella Simonetti (Fluctus, 2023) e Alessandro Lupi (B.N., 2010), Anne von Freyburg (Who’s Bad’ -After Fragonard, 2022) artista olandese che vive a Londra.
L’ospite d’onore di Miniartextil è l’artista zimbabwese Moffat Takadiwa, che esporràper la prima volta in Italia due opere (curtesy Semiose Gallerie Parigi): ‘The red line’,2022 e ‘Black circle’, 2023 . Le sue opere saranno anche alla 60ma Biennale di Venezia, nel Padiglione dello Zimbabwe.
Takadiwa è stato anche uno dei fondatori del Mbare Art Space di Harare, dove svolge un ruolo di mentore della crescente comunità di artisti.
I MINITESSILI
I 54 minitessili provenienti da tutto il mondo e selezionati attraverso l’annuale Call for Artists, promossa per la raccolta delle candidature di artisti internazionali, sono stati scelti – su oltre 250 opere ricevute – dalla giuria coordinata da Mimmo Totaro, – artista, presidente di Arte&Arte e fondatore di Miniartextil insieme a Nazzarena Bortolaso, e composta da Kimiyasu Kato, architetto fotografo e artista, da 30 anni in Italia; Giuseppe Menta, disegnatore, studioso di tecniche del colore, creatore di tessuti, imprenditore; Sergio Gaddi, critico e curatore di mostre d’arte e responsabile della Commissione di valutazione delle opere.
IL TEMA
“L’arte di dipanare i bozzoli per tesserli fu escogitata da una donna dell’isola di Cos, Panfile, figlia di Platea, che non va defraudata della gloria di aver escogitato il modo di denudar le donne vestendole” (Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, XI, 26).
Miniartextil ’32 propone una riflessione materica, emozionale sulla seta – eccellenza del distretto tessile comasco testimoniata anche da Plinio il Vecchio – e sulle possibili interpretazioni dell’universo femminile.
Nel corso delle sue sterminate indagini naturalistiche, Plinio si dedicò anche allo studio della seta, arrivando a confutare la credenza secondo cui il filato era prodotto e raccolto direttamente da alberi fiabeschi, coperti da soffici foglie e da lunghi filamenti, coltivati dal ricco popolo dei Seres (da cui l’origine del termine “serico”) agli estremi orientali del mondo allora conosciuto.
Nel libro XI della Naturalis Historia, dedicato agli insetti, Plinio scrisse infatti: «Da un verme alquanto grande deriva dapprima un bruco che spinge fuori due corna tipiche del suo genere, poi viene ciò che è detto baco, da esso la crisalide, donde dopo sei mesi nasce il baco vero e proprio. Al modo dei ragni si tesse la tela per lussuose vesti femminili, che sono dette bombicine». Infine, “L’arte di dipanare i bozzoli per tesserli fu escogitata da una donna dell’isola di Cos, Panfile, figlia di Platea, che non va defraudata della gloria di aver escogitato il modo di denudar le donne vestendole” (Plinio, N.H., XI, 26)
La frase ossimorica “Denudare feminas vestis” si lega alla considerazione di quanto, già nel primo secolo dopo Cristo, i preziosi abiti in seta che avvolgevano il corpo femminile ne evidenziassero ancora di più le forme, rendendole nude allo sguardo. Come si legge ancora nella Naturalis Historia, «l’uomo è l’unico fra tutti gli esseri viventi a procurarsi all’esterno i suoi vestiti (…). (La Natura) soltanto l’uomo getta nudo sulla nuda terra il giorno della sua nascita». Il vestirsi è dunque una caratteristica propria del genere umano. Al di là della valenza biblica legata al mito di Adamo ed Eva, l’abbigliamento nasce come bisogno di protezione e di ornamento. Nei secoli l’arte e la moda hanno negoziato e declinato il concetto di coprire e di svelare il corpo femminile nelle sue molteplici valenze estetiche, etiche, culturali e politiche.
CURATELA E OPERE
La curatela della mostra è affidata alla critica d’arte e regista Clarita Di Giovanni che vive a Roma ed è docente alla Scuola di Arte Cinematografica G.M. Volontè dal 2011. Sarà affiancata dalla presenza di Sergio Gaddi, noto critico e curatore d’arte comasco, di fama nazionale con una grande capacità professionale e organizzativa. Gaddi è anche il responsabile della commissione di selezione delle opere di piccolo formato.
Miniartextil è stata fondata nel 1991 da Nazzarena Bortolaso e Mimmo Totaro con l’idea di portare a Como, città culla della tradizione tessile, una mostra dedicata alla fiber art.
Nel 1994 è stata costituita l’Associazione culturale ARTE&ARTE che ancora oggi promuove la rassegna e continua la ricerca per selezionare la migliore produzione di fiber art a livello mondiale.
Nel corso degli ultimi trenta anni, Miniartextil ha toccato luoghi e città in tutta Europa, a partire da Como che oggi è la principale sede espositiva – si ricordano gli allestimenti al Chiostrino di Santa Eufemia, a Villa Olmo, alla ex Ticosa, alle ex chiese di San Francesco e di San Pietro in Atrio, al Palazzo del Broletto, alla Pinacoteca Civica, al Museo Giovio, al Padiglione ex Grossisti del Mercato Coperto, al Museo della Seta di Como, oltre a piazze e luoghi pubblici.
Interessante la tournée internazionale della mostra, negli anni: Montrouge – Parigi, Mulhouse, Kaunas, Caudry, Lille, Gif-Sur-Yvette, Busto Arsizio, alcune delle città che hanno ospitato le opere della rassegna. Miniartextil è stata ospitata più volte anche a Venezia al Museo del Tessuto presso Palazzo Mocenigo.
Mostra: Miniartextil ’32 Denudare feminas vestis
Sede: San Pietro in Atrio Via Odescalchi Como
A cura di: Clarita Di Giovanni e Sergio Gaddi
Periodo: 6 agosto – 3 settembre 2023
Organizzata da: Arte&Arte Miniartextil
Ingresso: ingresso 7 euro
Orario: 11- 19, tutti i giorni
Informazioni per il pubblico: www.miniartextil.it