“Siamo tornati all’Ospedale Hewo dopo diversi anni, siamo tornati a luglio in un Paese, l’Etiopia, dove le ferite della guerra che si è combattuta dal novembre del 2020 in Tigray sono profonde”.
L’ospedale, l’asilo e le strutture della comunità sono in piedi, ma tutto è da ricostruire. Le vite spezzate, in quello che è stato uno dei più drammatici conflitti armati contemporanei, non torneranno, Lazio Chirurgia Progetto Solidale continua però a dare il suo contributo al futuro di chi è sopravvissuto.
Il blocco dei voli – che ha impedito ai volontari dell’associazione di raggiungere il Paese dove Lazio Chirurgia opera da vent’anni – quello delle comunicazioni, e quindi il trasferimento del denaro, hanno avuto conseguenze pesantissime. Le strutture sanitarie pubbliche sono al collasso, prive di tutto. Si ricomincia dall’essenziale, dalla luce, dall’acqua. E da ciò di cui c’è più urgenza.
“Nessuno degli ospedali di Mekele è in grado di lavorare come prima della guerra, ma almeno stanno in piedi. In altre località della regione, invece, le strutture sanitarie sono state bombardate e sono inattive”. In assenza di disinfettanti, le ferite vengono trattate con acqua bollita e sale, e quando non ci sono garze si utilizzano le sciarpe delle donne fatte a pezzettini. La sanità pubblica non ha risorse, e allora si paga tutto, tantissimo, dagli esami, ai medicinali – i pochi che ci sono – al ricovero, al cibo, alle medicazioni. “Quindi l’ospedale pubblico è quasi deserto perché la gente non ha i soldi per curarsi”. Ed è tornata a crescere l’incidenza di malattie che stavano scomparendo o diminuendo, come la lebbra, ci hanno raccontato, nella prima missione dopo la firma della pace.
A raccontare qual è oggi la situazione sul campo, quali sono i progetti futuri, cosa serve per mettere in piedi i servizi più urgenti, come il centro di vaccinazione, o potenziare quelli esistenti, come la Casa delle donne e il reparto di malattie infettive, saranno i volontari dell’associazione tornati dal Tigray, 2 OTTOBRE a Roma, al Teatro delle Muse, alle 19,30.
Una serata di coraggio e speranza, per ricominciare insieme, che vogliamo celebrare grazie alla musica con il concerto di Agnese Valle, cantautrice e clarinettista romana: “Canzoni, racconti e aneddoti di viaggio”, per tornare a costruire il futuro.
PROGRAMMA
Ore 19,30
Introduzione e saluti, resoconto dall’ultima missione e progetti futuri. Intervengono i volontari di Lazio Chirurgia.
Ore 20,00
AGNESE VALLE IN CONCERTO
“Canzoni, racconti e aneddoti di viaggio”
Agnese Valle – voce, clarinetto, pianoforte
Annalisa Baldi – chitarra
Stefano Napoli – basso elettrico
Luca Libonati – batteria
Ospite – Pino Marino
Costo:
Libera donazione in favore di Lazio Chirurgia Progetto Solidale
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AGNESE VALLE
Cantautrice e clarinettista romana con alle spalle già un bel percorso artistico e numerosi riconoscimenti: Premio della critica Amnesty International Emergenti 2020, Premio Panseri 2018, Premio della critica al Bianca d’Aponte 2016. La sua “Come la punta del mio dito” – scritta a quattro mani con Pino Marino – è, secondo i giurati della Targa Tenco, una delle cinque più belle canzoni del 2018, anno in cui arriva seconda al Premio dei Premi al Mei di Faenza.
Già il suo primo album, “Anche oggi piove forte…”, viene inserito tra i 30 dischi candidati alla TargaTenco “Opera prima” 2014; nel 2015 arriva alle live di Musicultura ed in semifinale al Premio Fabrizio De Andrè. Nel 2016 il suo secondo lavoro discografico, “Allenamento al Buonumore”, che guadagna nuovamente la nomination alle Targhe Tenco, questa volta nella categoria “album assoluto”.
Dal 2014 è docente presso la Casa Circondariale Femminile di Rebibbia per CO2, un progetto di educazione all’ascolto nelle carceri ideato da Franco Mussida della PFM.
Vocal coach per la scuola di Amici di Maria De Filippi dal 2020/2021.
E’ diplomata in clarinetto al Conservatorio Santa Cecilia di Roma. Il suo strumento lo troviamo anche nella colonna sonora del film di Edoardo Leo “Buongiorno Papà”; nel video “Se non ora quando” a cura di L.Savino e C.Comencini; in “Cancao do mar” con Francesco Di Giacomo e nell’album “ Il fischio del vapore “ di Francesco De Gregori e Giovanna Marini.
LAZIO CHIRURGIA PROGETTO SOLIDALE