ANDREA TAGLIAPIETRA SPIEGA IL SENSO DEL DOLORE

Mercoledì 20
maggio, ore 17.30

 Associazione Giosuè Carducci

Via
Cavallotti 7, Como

Si terrà mercoledì 20 maggio alle 17.30
presso l’Associazione Giosuè
Carducci in Via Cavallotti a Como
l’incontro con Andrea TagliapietraIl
senso del dolore
”, organizzato dall’Associazione
Accanto onlus – Amici dell’Hospice S. Martino
di Como in collaborazione con
Parolario e con l’Associazione Giosuè Carducci di Como. Durante l’incontro lo
scrittore e filosofo dialogherà con Alfredo
Tomasetta
.

Il dolore è connaturato alla vita
e precede ogni parola e ogni discorso dell’uomo. Tuttavia è anche ciò da cui la
vita stessa fugge e cerca di sottrarsi, negandolo. Imprigiona chi soffre, ma la
sua esperienza può unire, come accade nel caso della cura.

Come
osserva Andrea Tagliapietra “In una
recente intervista il medico e oncologo Umberto Veronesi dichiarava, in
perfetta coerenza con le sue battaglie civili per l’eutanasia e per una terapia
del dolore efficace (l’“ospedale senza dolore”), che «non c’è nulla di buono
nel dolore. Non tempra, non eleva, anzi fa perdere lucidità, e quindi va
combattuto sempre». Ma solo alla domanda precedente, che lo interrogava se
quell’abitudine del medico allo spettacolo della sofferenza umana potesse, nel
corso del tempo, indurre a una sorta di indifferenza nei confronti del dolore,
Veronesi protestava semmai contro quel dolore che mette in discussione il senso
stesso della vita: «c’è una parte nascosta di me che dice che la vita è una
fregatura, una sofferenza», aggiungendo che «la vita, per definizione, non ha
un grande senso. C’è troppo dolore. Ma è un dolore che ha una forma, non è
alienante».

Prendendo spunto dalle parole di
Veronesi, appare evidente come proprio il dolore sia, nell’esperienza umana,
uno dei luoghi privilegiati dove viene posta nella sua radicalità la questione
del senso. Il senso del dolore è, quindi, sia la domanda puntuale che sorge di
fronte al dolore determinato, sia la domanda che pone in questione l’orizzonte
stesso del senso. I successi dell’anestetica del dolore messa in campo dalle
tecnologie biomediche e amplificata dal contesto socioculturale contemporaneo
illudono sulla possibilità di non fare mai i conti con l’estetica del dolore,
ovvero con la questione simbolica del suo senso. Quando ciò avviene,
l’inutilità del dolore, inflazionata dalle circostanze della vita e dai
fallimenti delle terapie e delle cure previste, si estende e diviene un
giudizio generale che coglie nel dolore ancora il significato di una prova, ma
al contrario, si tratta della prova del nonsenso della vita, a cui ci si
abbandona come al dogma, paradossale e crudele, di una fede assoluta.
All’inizio della modernità la questione del male e del dolore aveva dato
origine alla domanda della teodicea, ossia all’interrogativo di come le
sofferenze umane e della natura stessa potessero conciliarsi con il concetto
del divino e, soprattutto, con l’idea di un Dio onnipotente, buono e giusto.
Oggi, nel crepuscolo della modernità, là dove lo scandaloso annuncio nietzscheano
del folle del mercato per cui “Dio è morto” è diventato ormai parte del senso
comune, la questione si traduce nei termini, invertiti e pessimistici, di una
disperata algodicea, che Peter Sloterdijk, nella Critica della ragione cinica,
riassumeva così: «se non c’è nessun Dio e nessun contesto trascendente, allora
come riusciamo ancora a sopportare il dolore?
».

Andrea Tagliapietra

Scrittore
e filosofo, Andrea Tagliapietra si è laureato in filosofia teoretica
all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Dal 1997 al 2004 ha insegnato Storia
della filosofia moderna e contemporanea presso l’Università degli Studi di
Sassari. Attualmente è professore di Storia della filosofia presso la Facoltà
di Filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano dove insegna
Storia delle idee, Ermeneutica e Storia della filosofia moderna e
contemporanea.

È
fondatore e direttore del Centro di Ricerca Interdisciplinare di Storia delle
Idee (CRISI), che ha sede presso la Facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute
San Raffaele di Milano, ed è direttore, insieme a Sebastiano Ghisu, della
rivista internazionale di filosofia Giornale critico di storia delle idee.
Inoltre, ha collaborato con varie testate giornalistiche tra cui Capital,
Panorama, Il Sole 24 Ore e l’inserto culturale Saturno de Il fatto quotidiano.

Tra i
suoi libri si ricordano “Non ci resta che ridere” (Il Mulino, 2013), “Gioacchino
da Fiore e la filosofia” (Il Prato, 2013), “Sincerità” (Raffaello Cortina, 2012),
“La forza del pudore: per una filosofia dell’inconfessabile” (Rizzoli, 2006), Icone
della fine. Immagini apocalittiche, filmografie, miti” (Il Mulino, 2010) e “La
virtù crudele. Filosofia e storia della sincerità” (Einaudi, 2003) con cui ha
vinto il Premio Viareggio per la saggistica.

Associazione Accanto – Amici
dell’Hospice San Martino di Como Onlus

L’Associazione
Accanto Onlus – Amici dell’Hospice San Martino di Como è un’associazione di
volontariato che offre, attraverso le cure palliative domiciliari, servizi di
assistenza medica, psicologica e sociale ai malati terminali e ai loro
famigliari, e supporta con i suoi volontari l’Hospice San Martino, struttura di
degenza presente sul territorio comasco dal 2004 che accoglie fino a dieci
ospiti in fase avanzata della malattia.

Nata nel
dicembre 2005 per volontà di famigliari, volontari e operatori direttamente
interessati o coinvolti nell’esperienza di accompagnamento ai malati con
patologie non guaribili, l’Associazione Accanto promuove iniziative e attività
di cura, formazione e sensibilizzazione che hanno per oggetto i bisogni e le
problematiche di malati oncologici, con AIDS o altre malattie non guaribili.

L’Associazione
organizza inoltre incontri di gruppo con l’assistenza di uno psicologo, per
l’elaborazione del lutto, destinati a persone che abbiano perduto un loro caro.

Ingresso libero e gratuito

Per informazioni:

Accanto
Onlus – Amici dell’Hospice San Martino

Tel: 031
309135 (ore 9.00 – 13.00)

e-mail:
contatto@accanto-onlus.it

www.accanto-onlus.it