Il 22 e 23
dicembre 2014 Daniel Barenboim si presenta per le ultime volte al pubblico
milanese in veste di Direttore Musicale del Teatro alla Scala, al termine di
due mesi di intensissima attività che hanno incluso le recite di Simon Boccanegra con Plácido Domingo, i concerti
per la stagione della Filarmonica e per la Stagione Sinfonica del Teatro e
naturalmente il Ciclo Schubert, che si conclude il 22 con l’esecuzione delle
Sonate in la min. D 845 e in
si bem. magg. D 960, e il Fidelio
che giunge il 23 all’ultima replica. Se i concerti sinfonici avevano dato
testimonianza dell’intesa raggiunta da Barenboim con l’orchestra e con il pubblico in nove anni di presenza a
Milano, i 13 minuti di applausi al termine di Fidelio e le standing ovation al termine dei concerti pianistici (mentre
il CD resta in classifica per la terza settimana) sono il più affettuoso saluto
al Maestro uscente in attesa dell’arrivo, dal 1° gennaio, di Riccardo Chailly.
Al termine
della recita del 23 l’Orchestra e tutto il Teatro festeggeranno il Maestro in
palcoscenico.
Di seguito
un sunto dell’attività del Maestro Barenboim alla Scala:
Con il Fidelio e con il ciclo pianistico
dedicato alle Sonate compiute di Franz Schubert, Daniel Barenboim conclude la
stagione che dal 2005 lo ha visto alla Scala in veste di Maestro Scaligero e
quindi, dal 2011, di Direttore Musicale. La relazione del M° Barenboim con il
Teatro alla Scala e con la città di Milano è però molto più antica. Il debutto
milanese lo vede undicenne pianista in un concerto alla Triennale nel 1954.
Qualche anno dopo – è il 1966 – un Barenboim già all’apice della carriera
pianistica esordisce alla Scala con i complessi del Teatro diretti da Zubin
Mehta. Nel 1970 Claudio Abbado, impegnato nell’ampliamento del repertorio
sinfonico eseguito dall’orchestra scaligera, lo chiama a dirigere la Sinfonia
n° 7 di Bruckner, autore allora pochissimo eseguito a Milano. Nella prima parte
il Concerto per violoncello di Schumann, solista Jacqueline du Pré. Due anni
dopo Barenboim dirige Requiem di
Mozart con Rinaldi, Mattiucci, Schreier e Berry, e poi ancora Bruckner, la n°
4, in un programma aperto dal concerto K 595 di Mozart eseguito da Clifford
Curzon. Nel 1988 porta alla Scala l’Orchestre de Paris (Schönberg, Čajkovskij)
e nel 1993 torna in veste di pianista per una serata schubertiana in cui esegue
quattro Improvvisi e la Sonata D 960.
Ancora Schubert, questa volta sinfonico, con l’esecuzione della Grande alla testa della Staatskapelle
Berlin nel 1997: Barenboim dirige inoltre dal pianoforte il Concerto n° 3 di
Beethoven. Nel 2002 è di nuovo alla tastiera al Teatro degli Arcimboldi per una
serata dedicata alle Années de Pélerinage
di Liszt (chi era presente ricorda anche le trascrizioni operistiche regalate
come bis).
Il colpo di fulmine con
professori d’orchestra e pubblico scatta il 23 dicembre 2005 con la Nona di
Beethoven eseguita per il Concerto di Natale: nei mesi seguenti Barenboim porta
alla Scala la West-Eastern Divan Orchestra (1 settembre 2006: Mozart,
Bottesini, Brahms) e, il 16 gennaio 2007, celebra con la Filarmonica della
Scala il cinquantenario della morte di Toscanini con l’Eroica di Beethoven. Il 23 aprile un altro anniversario, il 50°
dell’indipendenza del Ghana: Barenboim e gli scaligeri portano la Nona ad Accra
per un pubblico che almeno in parte non ha mai ascoltato musica classica. Il 28
maggio Barenboim è al pianoforte per un nuovo recital lisztiano e il 1° luglio
sul podio della Staatskapelle. Il 5 novembre 2007 è la data della sua prima
inaugurazione della Stagione della Filarmonica della Scala con il Concerto n° 2
di Bartók eseguito da Lang Lang (cui Barenboim si associa in un bis
schubertiano a quattro mani) e una seconda parte di pagine sinfoniche di
Wagner. Il legame con l’orchestra si salda in una serata in cui dirige le prime
parti ne L’histoire du Soldat di
Stravinskij. È il 6 dicembre e la voce recitante è Patrice Chéreau; il 7, per
l’inaugurazione della Stagione, va in scena Tristan
und Isolde, uno spettacolo ormai leggendario in cui direzione di Barenboim
e regia di Chéreau si avvalgono di voce e presenza scenica di Waltraud Meier,
Ian Storey, Matti Salminen. Poche settimane dopo, il 23 febbraio 2008,
Barenboim inaugura il ciclo delle 32 Sonate per pianoforte di Beethoven, che
eseguirà in otto serate.
Il successivo titolo
operistico, dal 16 giugno, costituisce la prima incursione nel repertorio
russo: Il giocatore di Prokof’ev
viene presentato con caloroso successo nell’allestimento di Dmitri Tcherniakov.
Torna poi la Staatskapelle Berlin con un programma a dedicato a Bruckner; il 3
novembre una nuova inaugurazione della Filarmonica della Scala riporta a Milano
Radu Lupu per il Concerto n° 3 di Bartók, cui segue un’esecuzione della Sinfonia fantastica destinata a viaggiare
per l’Europa.
Il 2009 si apre il 13
febbraio con il primo ciclo Beethoven – Schönberg: quattro serate in cui i
concerti per pianoforte di Beethoven sono accostati alle pagine sinfoniche del
viennese. In una delle serate Barenboim prima di eseguire le Variazioni per
orchestra si rivolge al pubblico con alcune parole di spiegazione. Il 23 è al
pianoforte per accompagnare Thomas Quasthoff in una memorabile Winterreise.
Il 10 aprile Barenboim
porta i complessi scaligeri al debutto alla Philharmonie di Berlino con la sua
prima Messa da Requiem di Verdi insieme ai complessi della Scala: cantano
Harteros, D’Intino, Filianoti e Pape. Tra le numerose riprese dei mesi seguenti
si segnalano quelle all’aperto a Tel Aviv per il centenario della città (16
luglio), alla NHK di Tokyo (10 settembre) e alla Salle Pleyel di Parigi e alla
Scala con Jonas Kaufmann (15 e 18 novembre). Con 12 esecuzioni in 8 città (cui
si aggiungerà il CD) e un continuo lavoro di scavo interpretativo il Requiem diviene il brano di riferimento
con cui Orchestra, Coro e Direttore Musicale si presentano nel mondo. Il 2009 è
per Barenboim anche l’anno del primo Verdi al Piermarini: il titolo è Aida nell’allestimento di Zeffirelli del
2006; per le recite a Tel Aviv si riprende invece la versione firmata dallo
stesso regista insieme a Lila de Nobili nel 1963.
Per l’inaugurazione
della stagione 2009/2010 Barenboim e il Sovrintendente Lissner scelgono di
puntare su giovani artisti italiani: la regia è affidata a Emma Dante (la prima
donna regista di un 7 dicembre), protagonista – accanto a Jonas Kaufmann – è
Anita Rachvelishvili fresca di Accademia, il titolo è Carmen.
Subito dopo la prima, il
9 dicembre, Barenboim celebra i 40 anni alla Scala di Plácido Domingo con un
concerto wagneriano in cui il grande tenore è Siegmund nel I atto di Die Walküre accanto a Nina Stemme e
Kwangchul Youn. Nello stesso mese di dicembre seguono un recital dedicato a
Chopin e il Concerto di Natale con la trascrizione del Quartetto di Verdi e i
Quattro Pezzi Sacri. L’attenzione al repertorio verdiano prosegue con Simon
Boccanegra, protagonista Plácido Domingo passato al registro baritonale
insieme a Harteros, Sartori e Furlanetto. Lo spettacolo, ripreso nel novembre
2014, è firmato da Federico Tiezzi. Il 12 maggio Barenboim continua il percorso
“francese” iniziato con la Filarmonica proponendo una serata interamente
dedicata a Ravel che nella Stagione Sinfonica viene modificata inserendo nella
prima parte il concerto per violino di Brahms eseguito da Guy Braunstein. Il 16
maggio si avvia il grande progetto del Ring che impegnerà Barenboim e il
Teatro per quattro anni: va in scena Das Rheingold con la regia di Guy
Cassiers. Segue un nuovo recital chopiniano per il ciclo Chopin – Schumann; nel
corso dell’estate il Maestro porta la Scala nella sua città natale, Buenos
Aires, presentando Aida (in forma di
concerto) e il Requiem di Verdi nel
restaurato Teatro Colón.
Il 21 novembre Barenboim
torna a Bruckner con tre serate dedicate al Te
Deum, preceduto dal Concerto K 491 Mozart e pagine per coro maschile di
Schubert, e il 2 dicembre propone insieme alle prime parti dell’orchestra una
serata di trascrizioni operistiche per pianoforte e strumenti solisti.
Ad aprire la Stagione
2010/2011 è la seconda giornata del Ring:
in Die
Walküre cantano tra gli altri Waltraud Meier, Nina Stemme e Simon
O’Neill; ma Barenboim dirige anche Il lago dei cigni che il 15 dicembre
2011 inaugura la Stagione di balletto. Il 12 marzo 2011 Barenboim è al
pianoforte nella stagione della Filarmonica con entrambi i concerti di Liszt e
Omer Meir Wellber sul podio; un nuovo recital schubertiano include, il 13 aprile, le Sonate D 894
“Fantasia” e D 958, mentre in maggio torna alla Scala la West-Eastern Divan con
l’Adagio della 10 di Mahler e l’Eroica
di Beethoven. Ancora l’Eroica, ma
eseguita dalla Filarmonica, apre il Festival MiTo il 4 settembre insieme
all’Ouverture della Semiramide e al
Concerto dell’Incoronazione di Mozart. A novembre, dopo una ripresa del Requiem verdiano al Bol’šoj Barenboim
ripropone anche il Quartetto e i Quattro Pezzi Sacri di Verdi, introdotti
dalla Serenata K 388 di Mozart, per la Stagione Sinfonica del Teatro.
Barenboim dirige la sua
prima opera di Mozart alla Scala in occasione dell’inaugurazione della stagione
2011/2012 e a pochi giorni dalla nomina a Direttore Musicale del Teatro (che
avviene il 1° dicembre 2011): Don Giovanni va in scena con la
regia di Robert Carsen e un cast di stelle che comprende Netrebko, Mattei,
Terfel, Frittoli, Filianoti. Nel dicembre si svolge anche un nuovo Ciclo
Beethoven – Schönberg, che del primo presenta le sinfonie e del secondo i
concerti (ma nella serata del 21 Maurizio Pollini interpreta invece l’Imperatore di Beethoven impaginato con
l’Ouverture Leonore 3 e la Kammersymphonie di Schönberg) mentre
nella Stagione della Filarmonica presenta – alla Scala e in tournée a Parigi e
Francoforte – un impaginato che accosta Noches
en los jardines de España di Falla a
brani di Ravel. La Sinfonia n° 9 torna il 1° giugno per un concerto
straordinario in onore del Santo Padre; al termine dell’estate, il 27 agosto,
il Requiem di Verdi con Jonas
Kaufmann, Anja Harteros, Elīna Garanča e René Pape è fissato in
disco prima di viaggiare
nei festival di Lucerna e Salisburgo. L’impegno internazionale continua con due
serate al Bol’šoj, mentre dal 23 ottobre va in scena Siegfried, terza giornata
della Tetralogia. Nel 2012 Daniel Barenboim compie 70 anni e la Scala lo
festeggia con un ciclo di tre serate dedicate al Concerto per pianoforte:
un tour de force nel
quale il Maestro esegue il 25 ottobre i concerti n° 1 di Brahms e di Bartók
insieme a Dialogues II, una novità
assoluta di Elliott Carter con Gustavo Dudamel sul podio; il 7 novembre i
Concerti n° 3 di Beethoven e n° 1 di Čajkovskij diretti da Daniel Harding. Ma
soprattutto, il 30 ottobre, Barenboim è al pianoforte per il Concerto n° 1 di
Chopin nella serata che segna il ritorno alla Scala di Claudio Abbado sul podio
della Filarmonica e dell’Orchestra Mozart riunite.
Il dicembre 2012 vede
due inaugurazioni ravvicinate: il 3, per l’apertura della Stagione della
Filarmonica, Barenboim riporta al Piermarini Cecilia Bartoli, mentre a
Sant’Ambrogio va in scena Lohengrin, uno spettacolo di Claus
Guth con Jonas Kaufmann e Annette Dasch, volata all’ultimo momento a sostituire
l’indisposta Anja Harteros. Dopo una nuova trasferta alla Philharmonie di
Berlino con il Requiem verdiano in
marzo, dal 30 maggio va in scena Götterdämmerung, pannello conclusivo
del Ring. Nelle due settimane dal 17
al 29 giugno 2013 Barenboim dirige per due volte il ciclo completo comprendente
Das
Rheingold, Die Walküre, Siegfried e Götterdämmerung con la regia di Guy
Cassiers, richiamando appassionati wagneriani da tutto il mondo. Per
comprendere l’importanza di questa realizzazione per la Scala basta ricordare
che il Ring fu presentato al Piermarini nel corso di una sola stagione per
l’ultima volta nel 1963, sotto la bacchetta di André Cluytens. Negli anni ’90
Riccardo Muti presentò le quattro opere nel corso di diverse stagioni e con
diversi registi.
Barenboim torna a Milano
il 27 gennaio 2014 per dirigere, a sala vuota, la marcia funebre dell’Eroica in memoria dell’amico Claudio Abbado, che primo lo aveva
chiamato a dirigere l’orchestra scaligera e che con lui aveva condiviso nel
2012 il concerto del ritorno. Quasi 10.000 milanesi si raccolgono in silenzio
davanti al Teatro per ascoltare le note trasmesse dagli altoparlanti. Il 14
febbraio, per la stagione della Filarmonica, impagina un prezioso programma shakespeariano che incastona il raro Falstaff di Elgar tra l’Ouverture di Oberon di Weber e il concerto K482 di Mozart (per la Stagione Sinfonica Oberon sarà sostituito dalle Allegre comari di Windsor di Nicolai e
nella seconda parte si ascolterà la Quinta
di Čajkovskij). Dal 2 marzo Barenboim dirige nuovamente un’opera russa, La fidanzata dello Zar di Rimskij
Korsakov, in un allestimento di Dmitri Tcherniakov. Il recital con Rolando
Villazón del 25 maggio prelude al ritorno del tenore nel ruolo di Ferrando in Così fan tutte di Mozart nello
spettacolo di Claus Guth che va in scena dal 19 giugno. Negli stessi giorni
Barenboim dirige ancora, in una serata benefica, una memorabile Sinfonia n° 5
di Čajkovskij. E con un programma interamente dedicato al compositore russo si
apre il 10 novembre la nuova Stagione della Filarmonica, in occasione della
quale i professori nominano il Maestro Socio Onorario: sui leggii il Concerto
per violino con Lisa Batiashvili e la Patetica.
Per il ritorno nella Stagione Sinfonica Barenboim, oltre a eseguire al
pianoforte il Concerto K 595 di Mozart, sceglie di dirigere per la prima volta
alla Scala una composizione di Mahler, la Sinfonia n° 9. I concerti segnano un
punto di altissima comunanza artistica tra orchestra e direttore, e la commozione
si mescola all’impressione per le recite della ripresa del verdiano Simon Boccanegra con le quali
Plácido Domingo festeggia i 45 anni di attività alla Scala.
Eloquenti le cifre della storia scaligera di Daniel Barenboim: 48 anni e,
a oggi, 214 serate complessive ripartite in 108 d’opera, 84 concerti, 18
recital e 4 serate di balletto.