TEATRO ELISEO IL CARTELLONE Stagione teatrale 2014 / 2015

TEATRO ELISEO – IL CARTELLONE
Stagione teatrale 2014 / 2015

9 |12 ottobre 2014 Romaeuropa Festival
RICCI/FORTE presentano
DARLING
con ANNA GUALDO, GIUSEPPE SARTORI, FABIO GOMIERO, GABRIEL DA COSTA
drammaturgia ricci/forte
regia Stefano Ricci
una produzione Romaeuropa Festival e Snaporazverein in coproduzione con CSS Teatro stabile di innovazione del FVG e Festival delle Colline Torinesi con la collaborazione di Biennale Venezia

15 ottobre 2014 Romaeuropa Festival
BENJAMIN BRITTEN, JAMIE MC DERMOTT, CONOR MITCHELL, MARK RAVENHILL
CABARET SONG
Ispirato a Benjamin Britten – Conor Mitchell e alle nuove canzone di Mark Ravenhill.
voce Jamie McDermott – pianoforte Stephen Higgs-  musica Conor Mitchell, Benjamin Britten – parole Mark Ravenhill, WH Auden

16 ottobre Romaeuropa Festival
THE IRREPRESSIBLES
NUDE: VISCERA

18 | 19 Ottobre 2014 Romaeuropa Festival
FREDERICK GRAVEL
USUALLY BEAUTY FAILS
Concezione, direzione e coreografia: Frédérick Gravel
Con Stéphane Boucher, Philippe Brault, Kimberley de Jong, Francis Ducharme, Frédérick Gravel, Brianna Lombardo, Frédéric Tavernini,Jamie Wright
Compositori Stéphane Boucher, Philippe Brault

21 ottobre | 9 novembre 2014
GIULIANA LOJODICE
LA PROFESSIONE DELLA SIGNORA WARREN
di George Bernard Shaw
Regia: GIANCARLO SEPE
Produzione: Teatro Eliseo in collaborazione con Francesco Bellomo

12 | 16 NOVEBRE 2014 Romaeuropa Festival
GIORGIO BARBERIO CORSETTI
GOSPODIN
Tratto da “Gennant Gospodin” di Philipp Löhle
Messa in scena di GIORGIO BARBERIO CORSETTI
Con CLAUDIO SANTAMARIA
Traduzione di Alessandra Griffoni a cura del Goethe Institute
Una produzione Fattore K./RomaeuropaFestival/L’UOVO Teatro Stabile Di Innovazione

18 | 30 novembre 2014 Romaeuropa Festival
EMMA DANTE
OPERETTA BURLESCA
di EMMA DANTE
interpreti DAVIDE CELONA, MARCELLA COLAIANNI, FRANCESCO GUIDA, CARMINE MARINGOLA
Produzione/distribuzione Amuni/Fanny Bouquerel

2 dicembre | 14 dicembre 2014
FORSE UN ALTRO
di MICHELE ZATTA
con VINCENZO FERRERA, CRESCENZA GUARNIERI, MARTINO DUANE, GIOVANNI CARTA
Regia MARCO LUCCHESI
Produzione: Teatro Eliseo

16 dicembre 2014 | 11 gennaio 2015
BEATA IGNORANZA (titolo provvisorio)
Scritto e diretto da MASSIMILIANO BRUNO
Produzione: Isola Trovata

13 | 25 gennaio 2015 
IL GIARDINO DEI CILIEGI
di Anton Čechov
regia LUCA DE FUSCO
con GAIA APREA, PAOLO CRESTA, CLAUDIA DI PALMA, SERENA MARZIALE, ALESSANDRA PACIFICO, GIACINTO PALMARINI, ALFONSO POSTIGLIONE, FEDERICA SANDRINI, GABRIELE SAURIO, SABRINA SCUCCIMARRA, PAOLO SERRA, ENZO TURRIN.
Produzione Teatro Stabile di Napoli | Teatro Stabile di Verona  – residenza artistica a Napoli

27 gennaio | 8 febbraio 2015
LELLA COSTA
PAOLO CALABRESI
NUDA PROPRIETA’
di LIDIA RAVERA
tratto dal romanzo Piangi pure di Lidia Ravera, edito da Bompiani
con  Claudia Gusmano  e  Marco Palvetti
regia  EMANUELA GIORDANO
Produzione: La Contemporanea in coproduzione con MISMAONDA

10 febbraio | 1° marzo 2015
Teatro Stabile di Catania e Doppiaeffe Production
presentano
ERANO TUTTI MIEI FIGLI
di Arthur Miller
traduzione Masolino D’Amico
regia GIUSEPPE DI PASQUALE
con: MARIANO RIGILLO, ANNA TERESA ROSSINI
RUBEN RIGILLO, SILVIA SIRAVO
FILIPPO BRAZZAVENTRE, BARBARA GALLO, ENZO GAMBINO,
ANNALISA CANFORA, GIORGIO MUSUMECI

3 | 8 marzo 2015
LEO GULLOTTA
PRIMA DEL SILENZIO
di Giuseppe Patroni Griffi
con Eugenio Franceschini
con le apparizioni di Sergio Mascherpa, Andrea Giuliano
e con l’apparizione speciale di PAOLA GASSMAN
regia FABIO GROSSI
Produzione: Teatro Eliseo in collaborazione con Fuxia contesti d’immagine

10 | 22 marzo 2015
ADRIANA ASTI
GIORGIO FERRARA
GIOVANNI CRIPPA
DANZA MACABRA
di August Strindberg
traduzione e adattamento Roberto Alonge
regia LUCA RONCONI
Produzione:Spoleto57 Festival dei 2Mondi – Teatro Metastasio Stabile della Toscana, in collaborazione con Mittelfest 2014

24 marzo | 3 Aprile 2015
PINO CARUSO
IL BERRETTO A SONAGLI
di Luigi Pirandello
adattamento di Francesco Bellomo, Moreno Burattini, Pino Caruso
Regia di FRANCESCO BELLOMO
Con PINO CARUSO, EMANUELA MUNI, ALESSIO DI CLEMENTE, FRANCO MIRABELLA, MATILDE PIANA, VALENTINA GRISTINA, e la partecipazione di ANNA MALVICA
Produzione: Francesco Bellomo

7 aprile | 19 aprile 2015
VALENTINA SPERLÌ –  ROBERTO VALERIO
ANTONINO IUORIO – NICOLA RIGNANESE
L’IMPRESARIO DELLE SMIRNE
di Carlo Goldoni
con Massimo Grigò
e Federica Bern, Alessandro Federico, Chiara Degani, Peter Weyel
adattamento e regia ROBERTO VALERIO
Produzione Associazione Teatrale Pistoiese in collaborazione con Valzer srl

28 aprile | 10 maggio 2015
CARLO CECCHI
LA DODICESIMA NOTTE
di William Shakespeare
traduzione Patrizia Cavalli
regia CARLO CECCHI
musiche di scena NICOLA PIOVANI
con CARLO CECCHI,TOMMASO RAGNO, ANTONIA TRUPPO, EUGENIA COSTANTINI, DARIO IUBATTI, BARBARA RONCHI, REMO STELLA, LORIS FABIANI, FEDERICO BRUGNONE, ANDREA BELLESSO, RINO MARINO, GIULIANO SCARPINATO
Produzione MARCHE TEATRO Teatro Stabile Pubblico in collaborazione con Estate Teatrale Veronese

12 maggio | 24 maggio 2015
MASSIMO VENTURIELLO – TOSCA
IL GRANDE DITTATORE
Adattamento teatrale dal film di Charlie Chaplin di Massimo Venturiello
musiche originali Germano Mazzocchetti
regia MASSIMO VENTURIELLO
Produzione: Officina Teatrale

TEATRO ELISEO
Stagione teatrale 2014 / 2015

9 |12 ottobre 2014 Romaeuropa Festival

RICCI/FORTE presentano
DARLING
con Anna Gualdo, Giuseppe Sratori, Fabio Gomiero, Gabriel Da Costa
drammaturgia ricci/forte
movimenti Marco Angelilli
elementi scenici Francesco Ghisu
direzione tecnica Davide Confetto
assistente regia Liliana Laera
regia Stefano Ricci
una produzione Romaeuropa Festival e Snaporazverein
in coproduzione con CSS Teatro stabile di innovazione del FVG e Festival delle Colline Torinesi con la collaborazione di Biennale Venezia

La dicotomia fra Natura e Cultura, fra irrazionalità e ordine costituito è il nucleo della nuova creazione di ricci/forte. Partendo da una suggestione eschilea, il duo romano mette in scena la crisi dell’utopia democratica, espressione forse mai realmente compiuta del logos occidentale. Il disfacimento progressivo della democrazia così come la conosciamo lascia dietro di se relitti e fantasmi. Il grande container al centro della scena di Darling è un monolite contemporaneo che incarna il luogo di arrivo della crisi, vissuto da profughi che abitano la costruzione di un nuovo Stato e di una nuova Legge, dopo lo tsunami che tutto travolge. Con una forma estetica rude e violenta, ma mai compiaciuta, il testo della compagnia ricci/forte trasporta il riferimento colto all’Orestiade sul piano di una scrittura pop che, in modo irruento, porta sulla scena i simboli della deriva dell’uomo contemporaneo, nella malinconica speranza che diventi costruttore di una nuova polis sulle macerie del passato.

TEATRO ELISEO
Stagione teatrale 2014 / 2015

15 ottobre 2014 Romaeuropa Festival

BENJAMIN BRITTEN, JAMIE MC DERMOTT, CONOR MITCHELL, MARK RAVENHILL
CABARET SONG
Ispirato a Benjamin Britten – Conor Mitchell e alle nuove canzone di Mark Ravenhill.
voce Jamie McDermott pianoforte Stephen Higgs musica Conor Mitchell, Benjamin Britten parole Mark Ravenhill, WH Auden

Considerato il più importante compositore inglese del XX secolo, Benjamin Britten, precocissimo talento musicale, collaborò a partire dal 1935 con il poeta W. H. Auden e fu tra i fondatori del Festival di Aldeburgh. Giunto alla fama internazionale con l’opera Peter Grimes, Benjamin Britten – attivo anche come pianista e direttore d’orchestra aperto agli influssi più eterogenei – da Strawinskij a Berg, dalla musica antica inglese all’opera romantica italiana – si è rivelato soprattutto come compositore di teatro, attento a esprimere il contenuto drammatico e la psicologia dei personaggi attraverso la vocalità. Il ciclo di canzoni Cabaret Songs, che il compositore inglese dedicò al grande amore della sua vita, viene reinterpretato dal musicista inglese Conor Mitchell e da Jamie McDermott – carismatica voce della band indie The Irrepressibles, presente con due spettacoli folgoranti in alcune delle edizioni passate di Romaeuropa – a partire dalla riscrittura dei testi di Mark Ravenhill.

16 ottobre 2014 Romaeuropa Festival

THE IRREPRESSIBLES
NUDE: Viscera 

Dopo lo straordinario successo ottenuto con l’album Nude e, a Roma, con la tappa romana del tour a Romaeuropa Festival 2011, tornano gli Irrepressibles con un nuovo live carico di energia rock. Viscera è il primo di tre EP tratti da Nude, l’ultimo album della band. Sul palco 5 elementi e un miscuglio esplosivo di glam, burlesque, dark, new romantic e rock decadente che cita PJ Harvey, Lou Reed e Jeff Buckley.

TEATRO ELISEO
Stagione teatrale 2014 / 2015

18 | 19 Ottobre Romaeuropa Festival

FREDERICK GRAVEL
USUALLY BEAUTY FAILS
Concezione, direzione e coreografia: Frédérick Gravel
Con Stéphane Boucher, Philippe Brault, Kimberley de Jong, Francis Ducharme, Frédérick Gravel, Brianna Lombardo, Frédéric Tavernini,Jamie Wright
Compositori Stéphane Boucher, Philippe Brault
Assistente Artistica Ivana Milicevic
Direttore Prove Anne Lebeau
Luci Alexandre Pilon-Guay
Direttore Tecnico e di palco Alexandre Pilon-Guay
Suono Louis Carpentier
Produttore Esecutivo Marie-Andrée Gougeon per Daniel Léveillé danse
Co produzione Danse Danse in collaborazione con Place des Arts (Montréal), Rencontres chorégraphiques internationales de Seine-Saint-Denis(France), Moving in November (Helsinki), Département de danse de l’Université du Québec à Montréal, Société de la Place des Arts(Montreal), Circuit-Est centre chorégraphique (Montreal), Centre Segal (Montreal)
Con il sostegno di Conseil des arts et des lettres du Québec

Tre musicisti attaccati alla corrente elettrica, sei danzatori pronti ad esplodere, l’energia del pop per intensificare il beat, l’energia del desiderio per aumentare la fiamma. Frederick Gravel accende i corpi e fa esplodere il palco per raccontare l’amore, la bellezza, le relazioni umane. L’autore del Quebec presenta in prima nazionale Usually Beauty Fails, spettacolo dall’energia esplosiva e dalla forte componente musicale. Rock, grunge e pop sono i generi che costruiscono il tappeto sonoro in cui l’autore danza, recita e suona insieme ai propri musicisti e danzatori, affrontando in modo ironico e dissacrante il tema della bellezza.

TEATRO ELISEO
Stagione teatrale 2014 / 2015

21 ottobre | 9 novembre 2014

GIULIANA LOJODICE
LA PROFESSIONE DELLA SIGNORA WARREN
di George Bernard Shaw
cast in via di definizione
Regia: GIANCARLO SEPE
produzione: Teatro Eliseo in collaborazione con Francesco Bellomo

Da inserirsi nel contesto letterario-sociale di avanguardia del suo tempo, questa opera, di grande valore per la sua teatralità intrinseca, che si manifesta nella vivacità inesauribile del dialogo, per l’acutezza dei sentimenti posti in gioco, per la tensione etica e il coraggio di rottura morale in circostanze altrove possibilmente scabrose, va soprattutto vista come un vasto processo all’intera società del tempo (che si protrae tenacemente in quello attuale). Qui è la sede del suo inesausto interesse oltre che, ovviamente, nella sua capacità di comunicarsi come azione teatrale. Le protagoniste sono in realtà due: la signora Warren e sua figlia Vivie; quest’ultima, dopo aver conseguito brillantemente un alto certificato di studi in matematica, a Cambridge, si sta prendendo la meritata vacanza, con tutta la comodità che i mezzi della ricca madre le consentono, in un cottage del Surrey. Questa madre che l’ha tenuta sempre lontana da sé, che l’ha allevata negli agi di una grande ricchezza, Vivie in fondo non la conosce affatto. Raramente infatti la donna ha visitato la figlia nei collegi di lusso dove era alloggiata, adducendo le fatiche di una vita di alta società. Ma ora la signora Warren viene a congratularsi con la figlia e ha l’imprudenza di portare con sé due uomini, Pread (un artista un po’ innocente, un po’ colpevolmente sprovveduto) e Croft, suo socio nei loschi affari, vizioso quanto aristocratico. La signora Warren è infatti una prostituta, che in seguito è divenuta tenutaria di numerose case chiuse in tutta Europa. Pochi però conoscono il tipo del suo commercio e, giudicando in base al livello economico, l’accolgono nelle aristocratiche loro case. Naturalmente ha la sua dolorosa storia: giovanissima, bella, poverissima, tradita, sfruttata, derubata di ogni innocenza, è desiderosa infine di vendicarsi contro una società che l’ha umiliata e di tenere lontana la figlia da ogni possibile fallimento. L’errore della signora Warren è stato di credere che con la ricchezza avrebbe sanato tutto, soprattutto l’avvenire della figlia, avendone in cambio riconoscenza. Questo naturalmente non avviene…

Prime considerazioni del regista:

Ecco una delle commedie “sgradevoli” del grande George Bernard Shaw.
E’ la prima volta che affronto quest’autore, che ho sempre apprezzato e ammirato ma mai veramente studiato. In questo caso posso dire che la  lettura de La Professione della Signora Warren mi ha aperto uno squarcio su un mondo che George Bernard Shaw ha rappresentato con attitudini borghesi e ipocrisie varie, tutte legate  prevalentemente al sesso e alla voglia di sesso dei quattro protagonisti maschili: c’è chi vuole conquistare la donna per interessi personali e non per amore, c’è chi crede di essere il padre della donna da cui è attratto, c’è addirittura un prete che ha amato la protagonista in tempi remoti ecc.
Possiamo dire che sono tutti dei “puttanieri” e le due donne, chi per un verso chi per un altro, sono vittime di una società maschilista.

Giancarlo Sepe

TEATRO ELISEO
Stagione teatrale 2014 / 2015

12 | 16 NOVEBRE Romaeuropa Festival

GIORGIO BARBERIO CORSETTI
GOSPODIN
Tratto da “Gennant Gospodin” di Philipp Löhle
Messa in scena di GIORGIO BARBERIO CORSETTI
Con CLAUDIO SANTAMARIA
Traduzione di Alessandra Griffoni a cura del Goethe Institute
Una produzione Fattore K. / Romaeuropa Festival / L’UOVO Teatro Stabile Di Innovazione

La nuova regia di Giorgio Barberio Corsetti, da un testo di Philippe Löhle – giovane drammaturgo tedesco associato del Maxim Gorki Theater di Berlino – esplora le contraddizioni della nostra società votata al consumo. Attraverso il ritratto di Gospodin, il protagonista, anti-eroe tragicomico ribelle al capitalismo contemporaneo che cerca di vivere senza soldi trovando finalmente la sua libertà solo in prigione, viene tracciata una radiografia pungente e allo stesso tempo malinconica di un mondo in decadenza. La scrittura graffiante, acuta e ironica, che il regista fa esplodere in ogni parte, restituisce una visione spietata di un’umanità che inevitabilmente dipende dal denaro e dal consumo. Una galleria di personaggi comici strampalati, miserabili ed idealisti, che raccontano il nostro mondo con grande poesia e feroce malinconia.

TEATRO ELISEO
Stagione teatrale 2014 / 2015

18 | 30 novembre 2014 Romaeuropa Festival

EMMA DANTE
OPERETTA BURLESCA
di Emma Dante
interpreti Davide Celona, Marcella Colaianni, Francesco Guida, Carmine Maringola
Scene e costumi, Emma Dante
Disegno Luci, Marcello d’Agostino
Produzione/distribuzione Amuni/Fanny Bouquerel

La nuova creazione di Emma Dante racconta la storia di Pietro, un ragazzo della provincia meridionale, nato femmina ai piedi del Vesuvio, che parla in falsetto e ha un corpo sbagliato. Pietro si innamora ma la storia d’amore ha un finale tutt’altro che lieto. La storia di Pietro è la storia di una disfatta privata che rispecchia la disfatta di una società ormai al capolinea. Ma, come sempre nel teatro di Emma Dante, il legame con l’attualità non è mai didascalico e diretto. Emma Dante riafferma ancora una volta il proprio interesse estetico verso spazi metaforici e senza temporalità definita, lontano da qualsiasi realismo naturalistico, seppur contemporaneo. In questi luoghi senza tempo, l’autrice palermitana dà vita a personaggi dalle molteplici sfaccettature e racconta la tragicità dell’Occidente attraverso storie di vita spezzata da amori impossibili, sullo sfondo di una Napoli colorata e barocca, nostalgica e fuori dal tempo. Ormai apprezzatissima anche dal grande pubblico e reduce dai successi del suo primo film Via Castellana Bandiera in concorso all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, Emma Dante torna a Romaeuropa dopo il successo straordinario di Le sorelle Macaluso in scena al Palladium nel febbraio 2014.

TEATRO ELISEO
Stagione teatrale 2014 / 2015

2  | 14 dicembre 2014

FORSE UN ALTRO
di MICHELE ZATTA
con VINCENZO FERRERA, CRESCENZA GUARNIERI, MARTINO DUANE, GIOVANNI CARTA
Regia MARCO LUCCHESI
Scenografo: Carlo De Marino
produzione: Teatro Eliseo

Gettandosi dalla finestra per un amore non corrisposto, il trentenne Mike Raft si ritrova nel limbo, conteso tra la Vita e la Morte. Sarà il Destino, signore del limbo, a stabilire la sfida che sancirà il decesso o la rinascita di Mike.  Grazie anche all’aiuto della Verità, della Giustizia e soprattutto dell’Amore, Mike otterrà una seconda possibilità.  Potrà dichiararsi a Lisbeth, la sua vicina di pianerottolo, che Mike non aveva mai notato ma che ora gli appare come la donna della sua vita. Il problema è che dovrà tornare a vivere nelle fattezze sgraziate del ciccione che ha travolto quando si è lanciato  dalla finestra. Riuscirà a coronare il suo sogno nelle sue nuove sembianze? Riuscirà a convincere Lisbeth che anche se ora è un altro, è sempre Mike? E, infine, riuscirà a superare l’ultimo ostacolo che il Destino ha in serbo per lui?
                                       
“……facciamo che io ero…..”
E’ con questa strampalata coniugazione del verbo essere che i bambini di tutto il mondo iniziano i loro serissimi giochi evocativi: “facciamo che io ero quello e tu quell’altro..” . Una specie d’accordo complice che riguarda loro stessi non meno di chi li osserva con defilata e  amorevole cura.
Ed è questo semplice ed antico  accorgimento che guiderà la realizzazione di Forse un altro, un copione che racconta lo sbigottimento umano nei confronti degli stereotipi fondamentali della coscienza terrena, ferma alle iconografie di quando ancora si poteva parlare di Vita e di Morte, di Giustizia e Verità, di Amore e di Passione e di  Destino,  senza incorrere nella censura di una società ormai proiettata verso un’Eterna Giovinezza non  più  mito,  sogno o refolo di scaramantica follia.
Una Commedia “di generi”, visto che il racconto si snoda tra il sarcasmo dei protagonisti terreni,  le grottesche sembianze dei protagonisti semi/celesti e le melodie da Musical degli anni 60, senza tralasciare l’amara ironia rivolta ai contemporanei e la spassosa comicità di alcuni travestimenti alla The Rocky Horror Picture Show.
Così come il protagonista di CANCROREGINA, indimenticabile racconto di Tommaso Landolfi, giustifica lo spericolato comportamento che lo porterà a seguire un pazzo, di notte, verso la  luna, a bordo dell’astronave che dà il titolo alla storia, rivelandoci che “soffre di sbalordimenti”, anche i nostri protagonisti si lasceranno “sbalordire” e condurre  dalle carte rimescolate dall’Amore in favore della Vita, in una favola post/moderna  che racconteremo con pragmatica fanciulleria,  in un allestimento che chiederà in prestito alla convenzione teatrale i propri trucchi scenici  e  la fascinazione della macchineria svelata.
   
 Marco Lucchesi

Come nasce ‘Forse un altro’
Che senso ha la vita?
Per cosa vale la pena vivere?
Quanto conta l’amore?

Come scrive Oscar Wilde, siamo tutti nella fogna ma alcuni di noi guardano alle stelle. Così ho provato anch’io ad innalzare lo sguardo.

E adottando tale prospettiva ho provato ad immaginare un incrocio tra un ‘morality play’ di stampo nordeuropeo con una commedia sentimentale moderna, il tutto espresso con uno stile a metà tra Woody Allen (l’originale è ovviamente inarrivabile) e le commedie cinematografiche americane del passato.
Le opere alle quali mi sono ispirato sono ‘Elckerlijc’ (‘L’uomo comune’) del fiammingo Pieter van Diest, opera morale del 1470, con i suoi successivi adattamenti, dall’inglese Everyman, quasi coevo alla versione olandese, fino allo ‘Jedermann’ di Hugo von Hofmannsthal (del 1911), che viene rappresentato senza soluzione di continuità al Festival di Salisburgo dal 1920.
La caratteristica di queste opere allegoriche è quella di personificare concetti astratti quali Dio, la morte, la fede e farli interagire con personaggi in carne e ossa.
Non mi sono spinto a personificare Dio, ma tra i protagonisti si possono annoverare il Destino, la Morte, la Verità, la Giustizia e l’Amore, personaggi che si prestano naturalmente ad affrontare tematiche universali.
Perché la mia intenzione era per l’appunto quella di creare una commedia che dietro allo stile ironico celasse l’ambizione di una storia in grado di esprimersi sul senso della nostra esistenza.
Bel compito per uno studente di legge che non aveva mai scritto nulla in vita sua…
Con l’incoscienza dei vent’anni e con la foga delle mie origini tedesche scrissi la prima versione in poco più di una settimana.
Poi mi fermai. Non riuscivo a trovare un finale.
Mi verrà in mente, pensai, occorre staccare un pò e verrà da sé.
Forse un altro finì così nel classico cassetto. Passarono settimane. Poi mesi. Poi anni.
Mi laureai in legge, feci la guida turistica, il pubblicitario, diventai avvocato, poi consulente Rai e sceneggiatore.
Divenni coautore e responsabile creativo di ‘Un posto al sole’, headwriter di ‘Agrodolce’, mi sposai, misi su famiglia e mi affermai in Rai.
Il giovane studente di legge fissato con le allegorie di origine fiamminga si era perso nel tempo.
Ma poi, un giorno, riaprii quel cassetto.
‘Forse un altro’ stava ancora lì.
Lo rilessi.
Era passato talmente tanto tempo che mi sembrava scritto da un altro.
I dialoghi erano ingenui e retorici. I personaggi erano troppi. E non aveva un finale.
Necessitava di essere riscritto da uno sceneggiatore con almeno 20 anni di esperienza.
E così mi venne il sospetto: che ‘Forse un altro’ avesse atteso tutti questi anni affinché fossi finalmente pronto a completarlo.
Mi rimisi all’opera. Riscrissi tutto cercando di preservare l’impianto originario.
Come previsto 25 anni prima, il finale si impose quasi da sé: avevo staccato a sufficienza.
Poi iniziai a farlo leggere.
E capii che tutto quel tempo forse non era trascorso invano.
‘Forse un altro’ ha saputo farsi apprezzare dalle persone che renderanno possibile la sua messa in scena, primo fra tutti Marco Lucchesi, che una sera l’ha adocchiato sulla mia scrivania, mi ha chiesto di poterlo leggere e ora ne curerà la regia.
Ma un grosso contributo l’hanno fornito anche Lorenzo Salveti, direttore dell’Accademia Nazionale, Giovanni Minoli e, ovviamente, Massimo Monaci, che ha deciso di dare fiducia ad un autore esordiente per il teatro.
Di una cosa sono certo.
Che ‘Forse un altro’ costituisce una commedia molto innovativa e inusuale per il panorama teatrale italiano.
Quale sarà il suo riscontro presso il pubblico ovviamente non posso dirlo.
Ma da un copione capace di resistere 25 anni nel buio di un cassetto mi aspetto di tutto.

Michele Zatta

TEATRO ELISEO
Stagione teatrale 2014 / 2015

16 dicembre 2014 | 11 gennaio 2015

BEATA IGNORANZA (titolo provvisorio)
Scritto e diretto da MASSIMILIANO BRUNO
Cast in via di definizione
produzione: Isola Trovata
Se sono sempre stato in un certo modo, se la famiglia dove sono cresciuto ha sempre conservato le stesse dinamiche, se il mio quartiere è sempre lo stesso e il mio paese rimane immobile nel pensiero e nei modi, qualsiasi cosa accada a disordinare il mio mondo mi cambierà per sempre.
Perché cambiare in fondo è il mio desiderio più recondito, migliorare è la mia più grande aspirazione e il mio lavoro per tutta la vita è stato: remare contro il mio cambiamento e rendere impossibile la mia realizzazione. Un giorno un grande furgone bianco passa sulla statale, improvvisamente sbanda e urta una vecchia Opel guidata da un cingalese che procede a tutta velocità. Lo schianto è impressionante e il botto si sente fino al mare. A poche decine di metri c’è il Bar Tre Pini. Seduti lì davanti i soliti perditempo. Due vecchi che parlano di calcio, un gruppetto di rumeni alticci, una puttana ambiziosa, il perdente del Video Poker e l’avvocato che sta sempre col cellulare in mano.
Quel furgone cappottato sulla statale sta trasportando dei flaconi che contengono sostanze colorate che provengono da un laboratorio. Quei flaconi si frantumano, quei fluidi si mescolano e producono un etereo vapore azzurro che arriva alle narici di quei tizi davanti al bar. Un dottore, col corpo sfracellato dall’impatto, ha appena la forza di dire a un ragazzino fermatosi con lo scooter che sarà un disastro perché quelle sostanze sperimentali possono essere molto dannose per gli esseri umani. Poi muore.
Dal giorno successivo quei perditempo davanti al bar cambiano radicalmente. Le loro capacità intellettive aumentano del 1000%, la loro memoria visiva diventa impressionante, la loro capacità di comprendere è assoluta. In un solo colpo una manciata di cialtroni diventa un gruppo di geni. E’ così che i vecchi che discutevano di rigori e fuorigioco si ritrovano a parlare di Schopenauer e Kierkegaard, i rumeni si organizzano per conquistare politicamente la piccola cittadina del litorale e il barista si limita semplicemente a non fare più creduto a nessuno.
I nostri tre protagonisti invece colgono l’occasione di questa specie di miracolo per affrontare i proprio fantasmi. La puttana decide di diventare una spietata imprenditrice nel campo sessuale, lo scommettitore comincia a sfruttare le sua capacità intellettive per sbancare Casinò e Ricevitorie per scommesse usando semplicemente le proprie abilità mentali e l’avvocato, che problemi economici non ne ha, si impegna nella riconquista di sua moglie che lo ha lasciato dopo l’ennesimo tradimento.
Una improbabile armata Brancaleone che si prodiga in un senso di rivincita sociale e personale, miracolata da un evento del quale nemmeno è a conoscenza. Un viaggio verso l’ossessione, il rancore e l’amore che avrà un epilogo sorprendente e marcio. Le vicende di ognuno, apparentemente separate, diventeranno un’unica assurda storia.
Come nei miei spettacoli precedenti Zero, Gli ultimi saranno ultimi e Agostino (Tutti contro Tutti)l’intenzione è quella di raccontare il mondo dei poveri diavoli, di coloro che non ce la fanno e sgomitano per non affogare. La scelta è quella della commedia caustica, dove si ride amaro e si riflette sulla cattiveria di una certa umanità. Intorno l’indifferenza di chi non vuole vedere…                                                                                                                                                      
                                                                            Massimiliano Bruno
TEATRO ELISEO
Stagione teatrale 2014 / 2015

13 | 25 gennaio 2015 

IL GIARDINO DEI CILIEGI
di Anton Čechov
regia LUCA DE FUSCO

con GAIA APREA (Ljuba), PAOLO CRESTA (Jaša), CLAUDIO DI PALMA (Lopachin)
SERENA MARZIALE (Dunjaša), ALESSANDRA PACIFICO (Anja)
GIACINTO PALMARINI (Trofimov), ALFONSO POSTIGLIONE (Piščik e Vagabondo)
FEDERICA SANDRINI (Varja), GABRIELE SAURIO (Epichodov), SABRINA SCUCCIMARRA (Šarlotta), PAOLO SERRA (Gaev), ENZO TURRIN (Firs)

scene Maurizio Balò | costumi Maurizio Millenotti | luci Gigi Saccomandi
musiche Ran Bagno | coreografie Noa Wertheim

produzione Teatro Stabile di Napoli | Teatro Stabile di Verona
residenza artistica a Napoli
debutto 8 e 9 giugno 2014, Napoli, Teatro Mercadante

Dopo Antonio e Cleopatra di Shakespeare Luca De Fusco affronta un altro grande “classico” del teatro, questa volta della drammaturgia del ‘900, qual è Il giardino dei ciliegi di Anton Čechov. Terminato nell’ottobre del 1903 Il giardino dei ciliegi è l’ultimo testo dello scrittore russo che morirà di tisi, a soli 44 anni, sei mesi dopo la prima rappresentazione del gennaio 1904 al Teatro d’Arte di Mosca diretta da Kostantin Stanislavskij e Vladimir Dančenko.
La commedia racconta la vicenda dell’aristocratica russa Ljubov’ Andreevna Ranevskaja, detta Ljuba, di rientro nella tenuta di famiglia dopo cinque anni trascorsi a Parigi. Messa al corrente della grave situazione debitoria che attanaglia il suo patrimonio la donna è costretta a mettere all’asta la casa con il bellissimo giardino di ciliegi. Nuovo proprietario della tenuta diventa Lopachin, ricco commerciante figlio di un vecchio servo della casata. 

Prodotto da Teatro Stabile di Napoli e Teatro Stabile di Verona l’allestimento di Luca De Fusco propone un approccio mediterraneo al capolavoro cechoviano, individuando un collegamento tra la società russa e quella napoletana e meridionale in generale di fronte ai rivolgimenti imposti dall’era industriale di inizio Novecento. “Sia la società russa – afferma il regista – che quella del nostro meridione hanno avuto grandi difficoltà ad entrare nella logica della rivoluzione industriale e la trama stessa del Giardino riflette questo fenomeno. Inoltre i collegamenti tra Russia e Napoli non sono soltanto sociologici ma anche estetici e riguardano le affinità tra un teatro estroverso, comunicativo, caldo, come quello russo, riscontrabili nel teatro napoletano. Non a caso le tradizioni recitative russa e napoletana vengono spesso accomunate tra le massime eccellenze attoriali”.
“Con questo spettacolo – continua ancora il regista – non solo si prosegue insieme a Maurizio Balò e Gigi Saccomandi nella linea di teatro/cinema intrapresa con Antigone e Antonio e Cleopatra, ma si rafforza la collaborazione con la Vertigo Dance Company che vede per la terza volta il musicista Ran Bagno autore delle musiche, e il coinvolgimento anche di Noa Wertheim, leader della formazione israeliana, che firma le coreografie”.
“Il linguaggio scenico – dichiara infine De Fusco – registra una svolta: dopo due spettacoli basati sul nero assoluto, sulle trasparenze video e su una registrazione molto astratta, con Il giardino dei ciliegi si passa a uno spettacolo bianco in modo quasi assoluto, con una recitazione più morbida e sinuosa e una presenza del linguaggio video che riserverà allo spettatore una vera e propria sorpresa”.

TEATRO ELISEO
Stagione teatrale 2014 / 2015

27 gennaio | 8 febbraio 2015

LELLA COSTA
PAOLO CALABRESI
NUDA PROPRIETA’
di LIDIA RAVERA
tratto dal romanzo Piangi pure di Lidia Ravera, edito da Bompiani
con  Claudia Gusmano  e  Marco Palvetti
regia  EMANUELA GIORDANO
scene Francesco Ghisu
musiche Antonio Di Pofi
progetto luci e abiti di scena Emanuela Giordano
aiuto regista Laura Rovetti

produzione: La Contemporanea in coproduzione con MISMAONDA  una produzione realizzata da Fioravante Cozzaglio, Gianluca Russino, Giorgio Andriani, Cristina Pichezzi, Adriana Condò

“Nuda proprietà – afferma Emanuela Giordano – è una commedia ma racconta la paura delle emozioni, del tempo che passa, del ritrovarsi soli. L’ironia, il gioco, la provocazione ci fanno da scudo, ci proteggono dalla malinconia, ci aiutano a vivere. Ma la commedia resta commedia e far incontrare in scena, per la prima volta insieme, Lella Costa e Paolo Calabresi è un atto di fiducia nell’intelligenza della leggerezza. Il pericolo di rovinare con l’enfasi, con il melò la bella partitura scenica è scongiurata. E anche la coppia dei ragazzi, formata da Claudia Gusmano e Marco Palvetti scaccia la facile tentazione degli stereotipi.”
La commedia di Lidia Ravera, tratta dal suo romanzo Piangi pure, vincitore tra gli altri del premio Stresa Narrativa 2013, esce dal “genere”, dal già visto. Non ci sono moine, soluzioni facili, si ride perché non si può farne a meno e la vita è lì a sorprendere solo per offrire qualche piccola speranza.
Il legame tra il testo teatrale e il romanzo è molto forte. A questo proposito Lidia Ravera spiega che: “È stata lei, Iris in persona, ad avvisarmi che nel romanzo era contenuta una commedia, un duello in dieci quadri, fra un uomo e una donna, che poteva essere estratto dal libro e messo in scena, con qualche accorta trasformazione narrativa e un pò senso del teatro. Ci siamo rivolte a Emanuela Giordano che di senso del teatro ne ha parecchio (è il suo senso preferito, ma non mette in ombra gli altri cinque), ed Emanuela Giordano ha incominciato a ronzare attorno al testo e a divertirsi. Ci siamo rivolte, io e Iris, anche a Lella Costa, perché ci aveva colpite l’evidenza dell’affinità fra Iris e lei, Lella, spiritosa e serissima, impegnata e leggera, allegra benché intelligente, libera dentro, senza tempo eppure capace di percepirne tutta la potenza. Lella Costa ha risposto subito ed è entrata dentro Iris con la grazia dei talenti naturali. Quando si è sentita sufficientemente posseduta, ha trovato il suo Carlo. Paolo Calabresi, perfetto nei tempi nel timbro nei sotto testi nei silenzi nel ritmo… un essere maschile superiore, di quelli che sogni di incontrare ad una festa e farli innamorare. Uno di quelli che non smetti mai di sognare.”  
Le scene di Francesco Ghisu non sono descrittive, in linea con la scrittura e la regia: la casa della protagonista non è piena di ninnoli, soprammobili, cose inutili.  Non è una Casa/contenitore di vecchi ricordi. È uno spazio nudo e poroso. Quello che deve traspirare deve essere ben visibile, senza orpelli intorno. E anche le musiche di Antonio di Pofi sono coerenti con questo progetto essenziale, che mischiando comicità e pensiero profondo, si esprime con una nitidezza che non ha mai bisogno di sottolineature e compiacimenti.
“Lidia Ravera, ancora una volta, dopo Sorelle e dopo Le invisibili, mi offre – conclude la regista – la rara occasione di maneggiare materiale incandescente.  Non credo che sia un caso che Lella Costa, abbia, per la prima volta, accettato la sfida di una commedia, questa incandescenza, evidentemente, ha appassionato tutti. Un’ultima parola va alla produzione. Sfidare gli stereotipi, osare temi non semplici, credere nella qualità che non deve per forza essere sinonimo di tedio mi sembra oggi un atto di coraggio.”

TEATRO ELISEO
Stagione teatrale 2014 / 2015

10 febbraio | 1° marzo 2015

Teatro Stabile di Catania e Doppiaeffe Production s.r.l.
presentano
ERANO TUTTI MIEI FIGLI
di Arthur Miller
traduzione Masolino D’Amico
regia GIUSEPPE DIPASQUALE
con: MARIANO RIGILLO, ANNA TERESA ROSSINI
RUBEN RIGILLO, SILVIA SIRAVO
FILIPPO BRAZZAVENTRE, BARBARA GALLO, ENZO GAMBINO,
ANNALISA CANFORA, GIORGIO MUSUMECI

scene Antonio Fiorentino
costumi Silvia Polidori
luci  Franco Buzzanca

Produzione: TEATRO STABILE DI CATANIA
DOPPIAEFFE PRODUCTION S.R.L. COMPAGNIA DI PROSA

Teatro civile e di denuncia. Un nucleo familiare, privato di un figlio disperso in guerra da tre anni, grazie all’intervento della giovane fidanzata scopre come il padre, industriale, per accrescere i propri profitti, abbia venduto parti d’aereo difettose all’aeronautica militare. L’autore definì questo suo primo successo “un’opera destinata a un teatro dell’avvenire. Mi rendo conto – scrisse – di quanto sia vaga questa espressione, ma non riesco troppo bene a definire ciò che intendo. Forse significa un teatro, un’opera destinata a diventar parte della vita dei suoi spettatori. Un’opera seriamente destinata alla gente comune – importante sia per la sua vita domestica che per il suo lavoro quotidiano – e insieme un’esperienza che allarga la consapevolezza dei legami che ci collegano al passato e all’avvenire, e che si celano nella vita”.

TEATRO ELISEO
Stagione teatrale 2014 / 2015

3 | 8 marzo 2015

LEO GULLOTTA
PRIMA DEL SILENZIO
di Giuseppe Patroni Griffi
con Eugenio Franceschini
regia FABIO GROSSI
con le apparizioni di Sergio Mascherpa, Andrea Giuliano
e con l’apparizione speciale di PAOLA GASSMAN
musiche Germano Mazzocchetti
video Luca Scarzella
luci Umile Vainieri
risoluzione scenica Luca Filaci
disegno audio Franco Patimo
regista assistente Mimmo Verdesca
Produzione: Teatro Eliseo in collaborazione con Fuxia contesti d’immagine

Non si può di certo negare che tra le parole di Patroni Griffi, le sensazioni, i concetti, i sentimenti, le provocazioni, sanno come esaltarsi e completarsi, e che il pensiero di trasporle è fluido e gratificante. Scritto negli anni ’70, il testo risulta ancor vivo per tematiche e concetto. La storia racconta le scelte, pur’ anche rivoluzionare per la casta che lo ha inglobato per tutta la sua vita precedente, di un uomo , del quale non ci viene fornito il nome. Probabilmente questo o poco importa alla risoluzione della vicenda, a mio discernimento l’autore, ad arte e tramite l’espediente, ha voluto rendere universale la faccenda. Quello che leggo, con gli occhi di un uomo che vive il XXI secolo, Era questa di grande modernità, dove la comunicazione, attraverso apparati di nuova costruzione, è molto più facile ed immediata, fa sì che intraveda e consideri, attraverso il protagonista un disagio sociale legato soprattutto alla comunicazione della parola scritta, della Poesia. Fantastica la scena finale dell’opera, dove il nostro LUI, circondato da pagine di libri, afferra “la parola” che gli svolazza attorno, in una ideale caduta libera, declamandone la realtà, in essa contenuta.  Ma per arrivare a questa, il travaglio assume le fattezze di un incubo, con l’apparizione dei fantasmi della sua vita: la famiglia, affrontata attraverso il personaggio de LA MOGLIE , come un’entità vorace e ricattatoria: la casta, rappresentata dal personaggio de IL FIGLIO , con i suoi orpelli e contributi piccolo borghesi; il dovere,  materializzatosi attraverso il personaggio del CAMERIERE, attraverso il senso di colpa, costringe e castra. L’unica vicenda che realizza e tranquillizza il protagonista è quella che vive, nel suo contemporaneo, con IL RAGAZZO. Questa , pur’ anche vampireggiante, è linfa pura e vivificante durante l’incubo che egli vive. Ma anch’essa terminerà, come conclude la vita di un uomo, il quale abbandonato dai suoi stimoli si richiude nella sfera della parola, come ultima spiaggia di un inevitabile tramonto che chiuderà un percorso permeato dalla Poesia con la Poesia stessa.
Il Nostro spettacolo si svolgerà attraverso la presenza in scena del protagonista e del suo co-protagonista, mentre  gli autori del percorso sensoriale del Nostro LUI, assumeranno essenza digitale: appartenendo la Nostra rappresentazione ad un’era atta al virtuale, anche l’incubo assume la forma d’un etere affollato di ricordi , passioni, depressioni e angosce. Tutti i Nostri, vestiranno l’essenzialità del ruolo: un Uomo, durante la considerazione della sua vita, abbandona orpelli, inventati per giustificare realtà distorte. Un racconto tecnologico per una sensazione assoluta.
Ma la Poesia avrà sempre e comunque la sua centralità vivificante.
  Fabio Grossi

TEATRO ELISEO
Stagione teatrale 2014 / 2015

10 | 22 marzo 2015

DANZA MACABRA
di August Strindberg

regia di LUCA RONCONI

con
ADRIANA ASTI
GIORGIO FERRARA
GIOVANNI CRIPPA

traduzione e adattamento Roberto Alonge

scenografia Marco Rossi
costumi Maurizio Galante
luci A.J.Weissbard
suono Hubert Weskempfer

Produzione
Spoleto57 Festival dei 2Mondi
Teatro Metastasio Stabile della Toscana
in collaborazione con Mittelfest 2014

Danza macabra di Strindberg è un testo illustre, interpretato da sempre dalla critica come un exemplum della vita coniugale vissuta quale inferno domestico, in cui si confrontano e si scontrano, da un lato, la natura satanica della moglie, Alice, e, dall’altro lato, il carattere vampiresco del marito, il Capitano, che cerca di succhiare la vita del secondo uomo, Kurt, psicologicamente fragile e remissivo.
In realtà si tratta di un’interpretazione di maniera, depistata dalla forte sensibilità misogina dell’autore svedese. Una lettura più attenta del dramma consente invece di prendere atto che, più semplicemente, siamo di fronte all’inferno domestico di una coppia per niente infernale. La vicenda inizia e finisce su toni e timbri di misurata cordialità coniugale. È solo con l’arrivo del terzo, di Kurt, che cominciano le tensioni. Il Capitano e Alice sono come una coppia di attori, tranquilli quando non c’è pubblico, e subito eccitati dalla presenza di uno spettatore. L’arrivo di Kurt è l’occasione perché entrambi i coniugi si animino e si esibiscano, calandosi ciascuno di essi nel proprio personaggio: il vampiro per il Capitano, e la femmina diabolica per Alice, che seduce il timido Kurt. La fuga finale di Kurt riporta la coppia al punto di partenza, alla calma routine esistenziale.
Per Ronconi siamo cioè di fronte alla rappresentazione di una storia infernale ma risibile, che fa pensare curiosamente al vaudeville di Courteline, Les Boulingrin, andato in scena nel 1898, pochi anni prima della stesura di Danza macabra (1900), in cui i coniugi Boulingrin si scatenano all’arrivo di un ospite in visita, su cui proiettano farsescamente le tensioni della coppia borghese.
Roberto Alonge

TEATRO ELISEO
Stagione teatrale 2014 / 2015

24 marzo | 3 aprile 2015

PINO CARUSO
IL BERRETTO A SONAGLI
di Luigi Pirandello
adattamento di Francesco Bellomo, Moreno Burattini, Pino Caruso
Regia di FRANCESCO BELLOMO
Con PINO CARUSO, EMANUELA MUNI, ALESSIO DI CLEMENTE, FRANCO MIRABELLA, MATILDE PIANA, VALENTINA GRISTINA, e la partecipazione di ANNA MALVICA
Produzione: Francesco Bellomo

“Il berretto a sonagli” prende spunto da due novelle: “Certi obblighi” e “La verità”; in entrambi i casi si narra di un marito che, nonostante sia a conoscenza dell’adulterio della moglie, lo accetta con rassegnazione, ponendo come unica condizione la salvaguardia dell’onorabilità. La società costringe gli individui ad apparire rispettabili, obbedendo a precisi codici di comportamento; in realtà tutto è permesso purché si salvino le apparenze.
La vicenda trascende, nel suo giuoco beffardo, la realtà dell’ambiente, ma non si sarebbe potuta realizzare al di fuori di quella. Ciampa, scrivano in una cittadina all’interno della Sicilia, è inserito in una società piccolo-borghese, condizionata dai “galantuomini”, ma non esclusa da un rapporto attivo, anche se subalterno, con la classe superiore. La morale sessuale è pur sempre sofisticata, ma acquisisce, nel caso di Ciampa, il decoro convenzionale e ipocrita del codice borghese del perbenismo, un codice sul quale la beffarda rivalsa del subalterno gioca una sua partita arguta e teorizza il sistema pratico, socio-morale delle “tre corde”: la seria, la civile e la pazza.
Il personaggio di Ciampa proposto da Pino Caruso è il distillato di questa contaminatio pirandelliana e si muove con pacatezza e lucidità nell’arco dei sentimenti di dolore, furore, pietà e ironia che permeano il suo essere ora uomo, ora pupo, ora personaggio.
Una recitazione sommessa che cova la sua esplosione, un personaggio ragionante eppure tempestato di offese laceranti.
Si è voluto creare un apparentamento tra Ciampa e il professor Toti di “Pensaci Giacomino” per una certa similitudine tra i due protagonisti, ma principalmente per le situazioni. Lo spirito che anima Toti, pieno di rassegnazione pur di mantenere gli affetti, risulta dominante, seppure in maniera diversa, anche in questa sorta di triangolo tra Ciampa, la moglie Nina e il Cavalier Fiorica.
Il recupero di alcune delle scene tagliate dal copione originale consente di identificare meglio e la tematica dell’opera e i caratteri dei personaggi, in particolare di Beatrice.
Ci si riferisce al primo atto, (quadro I) dove la protagonista afferma che ogni notte ha la tentazione di ammazzare il marito, al quadro III in cui Fifì accusa la sorella di un’ambiguità sessuale, che sarebbe a suo dire il problema per cui il marito cerca altre donne, o ancora al quadro V con la battuta di Spanò sul pane francese o all’atto secondo (quadro I) con la scena dello scorpione nella biancheria, indicatore del tradimento nella casa.
Per dare maggiore impatto emotivo, è stata aggiunta all’inizio dello spettacolo la scena dell’arresto del Cavalier Fiorica e di Nina, moglie del Ciampa. Una sorta di “flashforward”, resa possibile dal personaggio della Saracena che in questa versione è una cartomante.
L’ambientazione, collocata nell’immediato dopoguerra, permette di recuperare certe situazioni tipiche del mondo siciliano ed particolare agrigentino di quel tempo.
La colonna sonora di Mario D’Alessandro ci riporta a quelle sonorità forti e terragne che hanno caratterizzato la produzione cinematografica dei film di ispirazione siciliana degli anni ’50. La scenografia di Carmelo Giammello è ispirata alla casa di una mia zia, che copriva le pareti con i teli neri e tutti i mobili e le finestre con dei drappi, metafora di un desiderio di non contaminazione e conseguentemente di una mancanza di rapporto tangibile con le cose e le persone.
Francesco Bellomo

TEATRO ELISEO
Stagione teatrale 2014 / 2015

7  | 19 aprile 2015

VALENTINA SPERLÌ –  ROBERTO VALERIO
ANTONINO IUORIO – NICOLA RIGNANESE
L’IMPRESARIO DELLE SMIRNE
di Carlo Goldoni
con Massimo Grigò
e Federica Bern, Alessandro Federico, Chiara Degani, Peter Weyel
adattamento e regia ROBERTO VALERIO
scene Giorgio Gori – costumi Lucia Mariani – luci Emiliano Pona
Produzione Associazione Teatrale Pistoiese in collaborazione con Valzer srl

Composta nel 1759, l’opera è una splendida e divertente commedia che presenta  un impietoso ritratto dell’ambiente degli artisti di teatro, ambiente che Goldoni conosce a fondo: può a ragione “parlarne per fondamento”, come egli stesso dichiara nella prefazione dell’opera.
La vicenda, ruota attorno ad un gruppo di attori, uomini e donne, tutti pettegoli, invadenti, boriosi e intriganti che, disperati e affamati, vivono per un breve attimo l’illusione della ricchezza nella speranza di riuscire a partire per una favolosa tournée in Oriente con Alì, ricco mercante delle Smirne intenzionato a  formare una compagnia d’Opera, e tornare carichi d’oro e di celebrità.
Facili prede di mediatori intriganti, di impresari furbi e rapaci, i poveri artisti scoprono a loro spese che le regole del Teatro sono eterne e che la loro vicenda scritta 250 anni fa ha un sapore grottesco di attualità. Distratti dalle loro piccole beghe e rivalità, occupati a farsi la guerra per far carriera, invidiosi di una posizione nella gerarchia di palcoscenico, di un costume più o meno sfarzoso, di un privilegio in più e soprattutto di avere una paga l’uno più alta dell’altro, non si accorgono di essere delle piccole sciocche marionette i cui fili vengono manovrati da chi il potere veramente ce l’ha, per la sua posizione o per il suo denaro.
“L’impresario delle Smirne” è un grande affresco, una cantata corale affidata all’insieme della compagnia che lo rappresenta: ogni personaggio, dal Turco al servitore, si rivela incisivo, necessario in un “divertissement d’ensemble” che restituisce il clima lezioso e libertino dell’epoca; ma che allo stesso tempo offre l’occasione per porsi alcune domande di sconcertante attualità: che importanza ha l’Arte e in modo specifico l’Arte teatrale nella società contemporanea? E che ruolo riveste all’interno di suddetta Arte, l’attore? In quale modo è possibile riuscire a realizzare spettacoli di grande valore artistico senza adeguate risorse finanziarie?
Roberto Valerio

TEATRO ELISEO
Stagione teatrale 2014 / 2015

28 aprile | 10 maggio 2015

CARLO CECCHI
LA DODICESIMA NOTTE
di William Shakespeare
traduzione Patrizia Cavalli
regia CARLO CECCHI
musiche di scena NICOLA PIOVANI
scene Sergio Tramonti
costumi Nanà Cecchi
disegno luci Paolo Manti
con: CARLO CECCHI,TOMMASO RAGNO, ANTONIA TRUPPO, EUGENIA COSTANTINI, DARIO IUBATTI, BARBARA RONCHI, REMO STELLA, LORIS FABIANI, FEDERICO BRUGNONE, ANDREA BELLESSO, RINO MARINO, GIULIANO SCARPINATO
musicisti Luigi Lombardi d’Aquino tastiere e direzione musicale, Ivan Gambini strumenti a percussione, (un musicista in via di definizione)
Assistente alla regia Dario Iubatti.
direttore tecnico dell’allestimento Roberto Bivona – sarta Marianna Peruzzo – amministratore di compagnia Francesca Leone – direttore di produzione Marta Morico
Produzione MARCHE TEATRO Teatro Stabile Pubblico in collaborazione con Estate Teatrale Veronese

Illiria. Il Duca e la Contessa hanno due tenaci fissazioni: il Duca si è fissato sulla Contessa perché lei non ne vuole sapere; la Contessa si è fissata sul fratello morto, al quale vuole restare fedele per sette anni. Con questi due begli esemplari di nevrosi narcisistica, tutto resterebbe nell’immobilità e addio commedia.
Ma il Destino – e Shakespeare – fanno scoppiare una tempesta: una nave fa naufragio, dal quale si salva una ragazzetta di nome Viola. Nel naufragio ha perduto un fratello. La ragazzetta si trova sperduta in Illiria; ma è piena di risorse (vecchiotte, a dir la verità: Plauto, gli Italiani, già Shakespeare in commedie precedenti) e decide di travestirsi da ragazzo e di diventare il paggio del Duca. Il Duca lo prende in grande simpatia (il paggio-ragazza si innamora tambur battente di lui) e decide di farlo diventare il suo messaggero d’amore con la Contessa.
La Contessa si innamora subito del paggio e le cose si metterebbero male perché il paggio è una femmina e al tempo di Shakespeare i matrimoni gay, o almeno i pacs, non erano previsti. Ma il Destino e Shakespeare hanno risparmiato il fratello del paggio-ragazza, il quale, essendo suo gemello, è tale e quale alla sorella-fratello.
Così questo fratello scampato al naufragio e inseguito anche lui da un innamorato, si sistema volentieri con la Contessa, che lo prende per il paggio-ragazza di cui si era invaghita. Si sposano presto presto. Il Duca esplode di gelosia, ma poi chiarito l’equivoco si calma e si prende il paggio-ragazza come futura sposa.
Questo è il plot principale. Ma ce n’è un altro, forse più importante. È un plot comico e si svolge alla corte della Contessa: lo zio ubriacone e l’astuta dama di compagnia; un maggiordomo e un cretino di campagna che spasimano ambedue per la Contessa e,  non poteva mancare, il fool.  Malgrado la sua funzione comica, questo plot ha uno svolgimento più amaro: la follia che percorre la commedia, come in un carnevale dove tutti sono trascinati in un ballo volteggiante, trova il suo capro espiatorio nel più folle dei personaggi: il maggiordomo, un attore comico che aspirava a recitare una parte nobile, quella del Conte Consorte.
L’amore è il tema della commedia; la musica, che come dice il Duca nei primi versi  “è il cibo dell’amore” ha una funzione determinante. Non come commento ma come azione.
La scena reinventerà un espace de jeu che permetta, senza nessuna pretesa realistica o illustrativa, il susseguirsi rapido e leggero di questa strana malinconica commedia, perfetta fino al punto di permettersi a volte di rasentare la farsa.   
                                                                                                                 Carlo Cecchi                                                                                                                                                             

TEATRO ELISEO
Stagione teatrale 2014 / 2015

12 maggio | 24 maggio 2015

MASSIMO VENTURIELLO – TOSCA
IL GRANDE DITTATORE
Adattamento teatrale dal film di Charlie Chaplin di Massimo Venturiello
musiche originali Germano Mazzocchetti
regia MASSIMO VENTURIELLO
Produzione: Officina Teatrale

Il grande dittatore, il grande film di Charlie Chaplin da lui stesso scritto, interpretato e diretto, risale al 1940, durante la seconda guerra mondiale. E’ il suo primo film sonoro, è la prima volta in cui egli mette in gioco, oltre alla sua straordinaria mimica, anche la parola. E’ immediatamente un successo planetario.
Chaplin ridiede al mondo, avvolto dalla follia e dal crimine, il coraggio, grazie alla risata. Sono passati più di settant’anni, il mondo è cambiato, noi siamo profondamente diversi eppure la nostra realtà presenta strane e inquietanti analogie. Il crollo di Wall Street del 1929, con la conseguente crisi mondiale delle banche, l’inflazione, la disoccupazione, la depressione, la crisi. Il messaggio di Chaplin è assolutamente attuale e lo sarà nei secoli come tutte le grandi opere d’arte in cui si mette a nudo l’essenza umana.
Non è un’idea dettata dalla presunzione, decidere di confrontarsi con un progetto di siffatta portata. Ciò che mi tranquillizza è proprio il ‘Teatro’, quello vero, che non insegue paragoni, ma solo la sua peculiare comunicazione che lo distingue da qualsiasi altra forma artistica. C’è quindi da tremare di fronte al genio di Chaplin allo stesso modo con cui c’è da tremare di fronte al genio di Shakespeare; l’approccio creativo di uno spettacolo teatrale, a mio avviso, deve essere lo stesso.
Forse la domanda più spinosa è il modo in cui interpretare un ruolo, anzi due, che sono diventati un’icona del talento e della mimica chapliniana. La risposta non è così scontata, sono evidenti i rischi per qualsiasi attore che si trova di fronte a un compito simile. Ma anche in questa naturale preoccupazione il ‘Teatro’ mi viene in aiuto. Ho sempre creduto che il compito di un attore sia quello di ascoltare ciò che accade intorno a sé sulla scena; sono le parole dei tuoi interlocutori a dare vita alle tue, sono le azioni altrui che determinano le tue, soprattutto ciò che accade in scena è il risultato di chi è in scena e ciò che inventeremo e abiteremo sarà un’altra cosa dal film. Ciò che invece preme di non perdere è l’ironia, il sarcasmo e l’irresistibile comicità.
Come già per La Strada, per Gastone, per Il Borghese Gentiluomo, la protagonista femminile sarà Tosca nei panni di Anna, la donna ebrea che si innamora del barbiere e che esprime tutta la dolcezza e al contempo la grinta di un popolo che seppur martoriato, ha sempre trovato la forza di ribellarsi e di andare avanti.
E’ necessario infine ricordare che la musica sarà l’altro grande protagonista di questo spettacolo. Il maestro Germano Mazzocchetti, ancora una volta, ci accompagnerà in questa impresa creando una partitura originale particolarmente impegnativa. Da una parte ci sarà il suono degli ebrei, dall’altro quello dei tedeschi. In questo, la presenza di Tosca rappresenterà un valore aggiunto, un privilegio.

Massimo Venturiello

PICCOLO ELISEO PATRONI GRIFFI – IL CARTELLONE
Stagione teatrale 2014 / 2015

22 ottobre | 2 novembre 2014
SIMONE MONTEDORO
STORIE D’AMORE CON PENA DI MORTE
Scritto e diretto da MARCO COSTA
Produzione Fmf Cinematografica

5 novembre 2014 Romaeuropa Festival
DNA 2014 – DANZA NAZIONALE AUTORIALE AL PICCOLO ELISEO PATRONI GRIFFI
-CLAUDIA CATARZI
SUL PUNTO/2
 -ARNO SCHUITEMAKER
THE FIFTEEN PROJECT
-ITAMAR SERUSSI
FERRUM

7 novembre 2014 Romaeuropa Festival
DNA 2014 – DANZA NAZIONALE AUTORIALE AL PICCOLO ELISEO PATRONI GRIFFI
-MANFREDI PEREGO
IMPROVISATIONS ABSTRACT VIEW N.10
-DANIELE NINARELLO
ROCK ROSE WOW

12 | 23 novembre 2014
AMERIKA
di Franz Kafka
Traduzione e adattamento Fausto Malcovati e Maurizio Scaparro
Regia MAURIZIO SCAPARRO
con UGO MARIA MOROSI, GIOVANNI ANZALDO, CARLA FERRARO, GIOVANNI SERRATORE, FULVIO BARIGELLI, MATTEO MAURIELLO
Produzione: Compagnia Gli Ipocriti

26 novembre | 14 dicembre 2014
ALESSANDRO MARIO
VI PRESENTO JOHN DOE 
Con Claudia Tosoni
Regia di FRANCESCO BELLOMO
Soggetto di Roberto Recchioni
Sceneggiatura DI Mauro Graiani – Francesco Bellomo

17 dicembre 2014 | 4 gennaio 2015
ELDA ALVIGINI
INUTILMENTEFIGA
di Elda Alvigini, Natascia Di Vito e Marco Melloni
Produzione: Teatro Eliseo

14 gennaio | 1 febbraio 2015
IAIA FORTE
HANNO TUTTI RAGIONE
di PAOLO SORRENTINO
Regia IAIA FORTE
Canzoni di P. Catalano e P. Di Capri
Eseguite da Fabrizio Romano
Produzione: Pierfrancesco Pisani – Offrome , in collaborazione con Nidodiragno Produzione e Distribuzione  e Infinito s.r.l

4 | 15 febbraio 2015
BERLUSCONI E MARQUEZ
scritto e diretto da FRANCESCA GARCEA
Produzione: Teatro dei Contrari

18 febbraio | 1 marzo 2015
FAUSTO PARAVIDINO
I VICINI
Scritto e diretto da FAUSTO PARAVIDINO
con FAUSTO PARAVIDINO, IRIS FUSETTI, DAVIDE LORINO, MONICA SAMASSA, SARA PUTIGNANO
Produzione: Teatro Stabile di Bolzano

4 | 15 marzo 2015
RAFFAELLA AZIM
UNA DONNA NUOVA
tratto dai testi di Franca Rame e Dario Fo
consulenza drammaturgica: Margherita Rubino
Regia di FERDINANDO CERIANI
Produzione: Compagnia Italiana/Fondazione Teatro della Pergola

18 marzo | 29 marzo 2015
PINO INSEGNO e ALESSIA NAVARRO
FRANKIE E JOHNNY
paura d’amare
Tratto da “Frankie and Johnny in the Clair de Lune” di Terrence McNally.
di Terrence McNally
regia ALESSANDRO PRETE
Produzione: Ass.ne Culturale  Attori Animati

8  | 26 aprile 2015
UMBERTO ORSINI e GIOVANNA MARINI
LA BALLATA DEL CARCERE DI READING 
da Oscar Wilde
regia ELIO DE CAPITANI
musiche composte ed eseguite dal vivo da Giovanna Marini
Produzione: Compagnia Umberto Orsini

PICCOLO ELISEO PATRONI GRIFFI
Stagione teatrale 2014 / 2015

22 ottobre | 2 novembre 2014

SIMONE MONTEDORO
STORIE D’AMORE CON PENA DI MORTE
Scritto e diretto da MARCO COSTA
Produzione Fmf Cinematografica

Giovani, carini e infervorati. Artico Fontana, un brillante copyrighter sex addicted e il suo migliore amico Sanni Giacchino, noto chef che conduce una fortunata trasmissione televisiva di cucina, vanno a cena con Mia Montini e Frida Mattioli, rispettivamente una redattrice dello spettacolo con velleità di saggista ed un’attrice di fiction bipolare e psicofarmizzata. Da quella sera tutto cambia.
Un anno dopo Sanni e Frida, innamorati e conviventi, sono sull’orlo di una crisi di nervi, mentre Artico e Mia, rincontratisi per caso ad un evento mondano, instaurano una vertiginosa relazione sessuale condita di cinismo che li porterà verso la catastrofe.
Le vicende tragicomiche e iperreali delle due coppie turbolente generano un affresco disperato e esilarante dell’impossibilità di amarsi nell’epoca del selfie, offrendo una spietata riflessione sulle dinamiche sentimentali delle nuove generazioni, sulla loro social solitudine, sui meccanismi della persuasione, sulla decadenza morale e la mancanza di coscienza. Il sesso è dappertutto. La caccia è aperta.

NOTE DI REGIA
Roma è una città percorsa da un desiderio feroce. Una città che non conosce la moderazione, che non lascia scampo. E’ bigotta o sfacciata, anarchica o benpensante, violenta come un randagio affamato o mansueta come un cucciolo intimorito, capace di offrirsi come una donna lasciva spalmata su un divano o di freddarti come il rimprovero di un alto prelato intransigente.
La storia dei Romani è anche la storia della loro sessualità, e le continue metamorfosi delle abitudini erotiche di questo popolo variegato (cui si deve l’invenzione del preservativo), nel cui sangue sono immersi millenni di storia che riguarda l’Occidente, raccontano il mutamento sociale in atto nel nuovo millennio digitale.
L’impatto di Internet, dei social o più in generale delle nuove tecnologie ha rivoluzionato il nostro modo di vedere e sentire. Soprattutto il sesso. Le statistiche a riguardo sono impietose o esaltanti, a seconda dei punti di vista. Le intercettazioni telefoniche entrate di prepotenza nella prassi giudiziaria dell’ultimo decennio, hanno sollevato il coperchio su una sessualità ormai vissuta in maniera mercenaria e sfacciata, come moneta di scambio, campo di battaglia, soprattutto in ambienti istituzionali, prestigiosi o addirittura religiosi. Il sesso è onnipervasivo. Il sesso è una lingua comune, un modo di relazionarsi, una performance da riprendere e condividere in faccia al mondo.
Mai come oggi la libido tiranneggia le strategie comunicative dei grandi marchi e influenza le direzioni di una certa politica. Questa è la Roma contemporanea, specchio neanche troppo appannato della Roma Antica, un caleidoscopio di carne rosa imbevuto di poesia, che oscilla tra desiderio e inibizione. Le storie d’amore con pena di morte sono oggi la regola più che l’eccezione. Dal “ti amo” al “riceverai presto notizie dai miei avvocati” il passo è breve. Anche più breve del passaggio dal “Mi piace” su una foto al “me la dai?” in un messaggio privato. La guerra dei sessi non è mai stata così aspra e aperta. Oggi non vince chi fugge, ma chi visualizza ad una certa ora e col cavolo che risponde. L’accoppiamento a vita monogamico ormai è una favola deliziosamente insensata eppure continuiamo a provarci, a correre il rischio nascondendo i nostri istinti più bassi. Guardatevi intorno, guardate le coppie dei vostri amici. Quanti condannati a morte vedete tra loro? Forse è vero, come diceva un cinico, che l’amore è solamente il castigo per non essere riusciti a rimanere soli.
Marco Costa

PICCOLO ELISEO PATRONI GRIFFI
Stagione teatrale 2014 / 2015

DNA 2014 – DANZA NAZIONALE AUTORIALE AL PICCOLO ELISEO PATRONI GRIFFI RomaEuropa Festival

5 novembre Romaeuropa Festival

CLAUDIA CATARZI
SUL PUNTO/2
Inizia la sua carriera con l’Ensemble di Micha Van Hoecke. Poi entra a far parte della compagnia Dorky Park di Costanza Macras dove rimane fino al 2006. Nello stesso anno è invitata al Festival Internazionale per Giovani Coreografi di Caracas, in Venezuela. Lavora quindi con la Compagnia Virgilio Sieni e la Aldes di Roberto Castello. Dal 2008 collabora stabilmente come interprete e autrice con la Company Blu di Alessandro Certini e Charlotte Zerbey. Danza inoltre in vari progetti di Michal Mualem (Sasha Waltz & Guests) tra Italia, Germania e Israele. Nel 2008 è ospite della Batsheva Dance Company di Ohad Naharin. Nel 2009 partecipa a Choreoroam, un progetto di ricerca di Yasmeen Godder a Tel Aviv. E’ poi invitata a Inteatro Festival Academy di Polverigi dove presenta Recording e, sempre nello stesso anno, crea il solo Arrivò senza colore, coprodotto da Sosta Palmizi. Insieme a Mariano Nieddu è finalista al Premio Equilibrio 2010 con lo spettacolo Un giorno. Dal 2010 inizia a lavorare stabilmente con la compagnia di Ambra Senatore e partecipa alla nuova creazione in programma al Théâtre de la Ville. Nel 2011 crea il solo Qui, ora con il sostegno di Contemporanea Festival/Teatro Metatstasio Stabile della Toscana e Inteatro di Polverigi, vincitore dei premi Emergenze!/Fabbrica Europa 2013 Firenze, Corto in Danza Cagliari, della menzione speciale della giuria MASDANZA/XVIII Edition of International Contemporary Dance Festival of the Canary Islands, e con il quale ottiene due residenze al Centro coreografico de la Gomera isole Canarie e al Mercat de Les Flors Barcellona. Recentemente ha lavorato per il cortometraggio The Towers di Peter Greenaway e ha preso parte al Installationen Objekte Performances/ZKM Museum, Karlsruhe, progetto di Sasha Waltz. Il primo studio Sul Punto ha debuttato all’interno del Romaeuropa Festival 2013 vincendo il premio della giuria Appunti coreografici e il premio del pubblico. Lavoro invitato inoltre a Young Choreographer Session/Karksrhue.

ARNO SCHUITEMAKER
THE FIFTEEN PROJECT
ideato e coreografato da Arno Schuitemaker (in collaborazione con i danzatori)
con Manel Salas Palau, Mitchell – Lee Van Rooij
musica Wim Selles
luci Ellen Knops
costumi Judith Abels
un ringraziamento a Guy Cools

Il coreografo olandese da sempre interessato a questioni filosofiche ed esistenziali, è autore di performance in cui l’approccio sensoriale è prioritario. In The Fifteen Project | DUET – che nasce dalla sua fascinazione per la scienza dei neuroni specchio e dall’idea che attraverso i neuroni si possano scambiare azioni, emozioni ed esperienze – due uomini agiscono, intensamente concentrati nella loro fisicità sottile e ironica. Quasi senza sforzo passano dall’ordinario allo straordinario, esplorano e ricercano il contatto, s’interfacciano e pongono un’implicita questione al pubblico: come relazionarsi con l’altro?

ITAMAR SERUSSI
FERRUM
coreografia di Itamar Serussi
con Genevieve Osborne, Milena Twiehaus
musica Richard van Kruysdijk
disegno luci Ate Jan van Kampen
stage design Florian Verheijen
costumi Jorine van Beek
produzione Danshuis Station Zuid

Il coreografo israeliano, olandese d’adozione, Itamar Serussi con Ferrum presenta un duo in 5 parti ispirato al poema Seventh Dance dell’israeliano Hezy Leskly (1952 – 1994) pittore, coreografo e critico di danza che con i suoi quattro volumi (The Finger 1986, Addition and Subtraction 1988, The Mice and Lea Goldberg 1992, Dear Perverts 1994) ha segnato la poesia israeliana dell’ultima decade. In Seventh Dance, Hezy descrive con le parole l’azione del danzatore nello spazio, Itamar Serussi lo rielabora in un gioco raffinato di puro movimento.

PICCOLO ELISEO PATRONI GRIFFI
Stagione teatrale 2014 / 2015

7 novembre 2014 Romaeuropa Festival

DNA 2014 – DANZA NAZIONALE AUTORIALE AL PICCOLO ELISEO PATRONI GRIFFI (RomaEuropa Festival)
MANFREDI PEREGO
IMPROVISATIONS ABSTRACT VIEW N.10
Nasce a Parma nel 1981, pratica diversi sport ed arti marziali sino all’incontro con la danza contemporanea. Nel 2006 consegue la Laurea in Progettazione per lo Spettacolo presso L’Accademia di Belle arti di Bologna con una tesi sull’improvvisazione nella danza. 
Nel 2002 è borsista presso l’Accademia Isola Danza della Biennale di Venezia diretta da Carolyn Carlson. Dal 2003 ad oggi inizia a lavorare per diverse compagnie di danza e teatro-danza in Italia, Svizzera e Germania. In questi anni approfondisce lo studio del Floorwork e della Contact Improvvisation, quest’anno ricomincia lo studio marziale con una nuova disciplina la Capoeira.
L’obiettivo della classe è quello di sviluppare movimento e sequenze che prevedono il dinamico passaggio del corpo tra il pavimento e lo stare in piedi.

DANIELE NINARELLO
ROCK ROSE WOW
Concept e coreografia Daniele Ninarello
Performance Annamaria Ajmone, Marta Ciàppina e Daniele Ninarello
Drammaturgia Carlotta Scioldo
Musiche Mauro Casappa
Set Paolo Matteo Patrucco
Disegno luci Cristian Perria
Produzione Associazione Culturale CodedUomo.
Coproduzione Fondazione Fabbrica Europa per le arti contemporanee, Lavanderia a Vapore-Centro di eccellenza per la danza di Collegno (Torino), Balletto dell’Esperia/Palcoscenico Danza (Torino), Festival Interplay/Mosaico Danza (Torino), Electa Creative Arts (Teramo), Tanztendenz München (D).
Con il supporto del progetto DE.MO./MOVIN’UP II sessione 2012 con il sostegno di CDC-Les Hivernales (F).
Progetto vincitore del bando “Teatri del Tempo Presente 2013” promosso dalla Fondazione Piemonte dal Vivo/Circuito Regionale dello Spettacolo e MiBAC-Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

Rock Rose WoW” tenta di scolpire il profilo di tre distinti corpi che insistono verso il proprio “ego” facendo “tutto ciò che possono” e riconoscendosi in un meccanismo che si ripete senza evolversi. In mostra silenziose rivoluzioni dietro le quali si celano, come sostegno invisibile, le pieghe grottesche dell’animo umano. Il gioco è ora leggero e fugace, ora crudo e feroce. Analizzando da diverse prospettive il tema della corsa alla realizzazione del sé e della costruzione della propria immagine, riflettiamo sulle molteplici personalità che si formano in noi, tutte differenti, e sulle infinite potenzialità sigillate e perse nel tempo. Il tentativo è di indagare questo territorio per tradurre sulla scena la paura che si trasforma in coraggio, dove il corpo si duplica, triplica per raccontare tracce di una caduta innocenza, celate dietro la necessità di essere importanti, per essere riconosciuti qui ed ora, lasciando affiorare il timore di non esistere negli occhi di chi osserva. L’insistere dei corpi e il loro perdersi nei molteplici tentativi che sembrano non arrivare a compiersi, evocano contratture diaframmatiche e la difficoltà di portare a termine un respiro. Rock Rose è un fiore che in natura tende ad aprire e chiudere la sua corolla molto velocemente evocando sensazioni d’instabilità e perdita di controllo, tipiche degli stati di panico. L’uso di Rock Rose permette di convertire la paura in coraggio e il panico in capacità di razionalizzare le situazioni.

PICCOLO ELISEO PATRONI GRIFFI
Stagione teatrale 2014 / 2015

12  | 23 novembre 2014

AMERIKA
di Franz Kafka
taduzione e adattamento di FAUSTO MALCOVATI e MAURIZIO SCAPARRO
regia MAURIZIO SCAPARRO
con
UGO MARIA MOROSI
GIOVANNI ANZALDO
CARLA FERRARO
e
GIOVANNI SERRATORE
FULVIO BARIGELLI
MATTEO MAURIELLO

musiche ispirate alla cultura yiddish della vecchia Europa e al jazz nero di Scott Joplin adattate da  ALESSANDRO PANATTERI
eseguite dal vivo da ALESSANDRO PANATTERI, piano – ANDY BARTOLUCCI, batteria -SIMONE SALZA, clarinetto

scene EMANUELE LUZZATI riprese da FRANCESCO BOTTAI
costumi LORENZO CUTULI
movimenti coreografici CARLA FERRARO
regista assistente FERDINANDO CERIANI
organizzazione generale MELINA BALSAMO

produzione Compagnia Gli Ipocriti
in collaborazione con Fondazione Teatro della Pergola di Firenze

Karl Rossmann, giovane ebreo europeo, viene inviato in America come un pacco postale per sfuggire ad uno scandalo che lo vede coinvolto con una domestica. Deve raggiungere lo zio Jacob, un autentico “zio d’America” che deve trovargli un lavoro e una sistemazione. Ed è così che iniziano le tribolazioni del giovane uomo-cavallo (Ross – Man) in un’America che rivela già, nella visione fantastica ma sorprendentemente profetica di Kafka, i sui mali, le sue contraddizioni ma anche la sua dirompente vitalità. Al ritmo della musica jazz di Scott Joplin, lo spettacolo ripercorre, nell’adattamento di Fausto Malcovati e con la regia di Maurizio Scaparro, la storia dell’emigrante Rossmann, del suo viaggio, della sua vita errante in cerca di un benessere (il sogno americano?) che sembra sempre a portata di mano ma che rimane inafferrabile.
Lo spettacolo viene proposto, dopo la prima fortunata edizione del 2000, in occasione del semestre di Presidenza Italiana dell’Unione Europea.

PICCOLO ELISEO PATRONI GRIFFI
Stagione teatrale 2014 / 2015

26 novembre | 14 dicembre 2014

ALESSANDRO MARIO
VI PRESENTO JOHN DOE 
Con Claudia Tosoni
Regia di FRANCESCO BELLOMO
Soggetto di Roberto Recchioni
Sceneggiatura di Mauro Graiani- Francesco Bellomo

JOHN DOE lavora per la Trapassati Inc, un’azienda che si occupa di gestire il decesso dei mortali. All’interno della struttura riveste un ruolo importante: lavora alle dirette dipendenze della morte. Dopo aver scoperto che alcuni componenti delle “alte sfere” , d’accordo con dei potenti della Terra, vogliono cambiare l’ordine naturale delle morti, provocando una Guerra batteriologica, decide di andare sulla Terra per far luce sulle vicende. Nel viaggio è accompagnato da Tempo, la sua assistente segretamente innamorata di lui. Ricorrendo allo stratagemma dello scambio di persona, si presenta in qualità di consulente  aziendale alla famiglia di Tom Morday.
Una multinazionale ha incaricato Kevin , nipote di Tom, di fare da tramite per l’acquisto ( da effettuarsi senza troppa pubblicità ) della società farmaceutica di famiglia che è già addentro alle sperimentazioni genetiche. Se gli obiettivi dichiarati sono quelli di trovare cure ad alcuni gravi malattie, quelli reconditi ( e neanche troppo ) sono di creare nuovi virus e batteri per un’eventuale guerra batteriologica.
Il vecchio Tom si è sempre opposto a qualsiasi cessione di quote proprio per evitare di legare il suo nome e il suo lavoro alle folli idee di sterminio dei Signori della Guerra.
John comincia ad indagare….
A complicare la vicenda ci pensa Fato , facendo innamorare John di Cathleen, la figlia di Tom.
Nel frattempo a causa dell’assenza di John il ciclo della vita e della morte si interrompe e tutte le morti vengono bloccate. John Doe si trova dinanzi un’atroce dilemma, ripristinare l’ordine naturale delle cose, tornando ad occupare il suo ruolo oppure cedere alle emozioni e al sentimento….
Una commedia surreale, divertente e romantica, piena di sorprese, ispirata ad uno dei personaggi cult del fumetto .

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Stagione teatrale 2014 / 2015

17 dicembre 2014 | 4 gennaio 2015

ELDA ALVIGINI
INUTILMENTEFIGA
di Elda Alvigini, Natascia Di Vito e Marco Melloni
scenografia Paki Meduri
Produzione: Teatro Eliseo

“Inutilmentefiga” racconta la condizione di molte donne di oggi, intorno ai quarant’anni, quasi sempre figlie di ex sessantottini, laureate, belle, con un buon lavoro, spesso separate con figli. Sono donne intelligenti e sensibili! almeno così si vedono loro! e non capiscono, ma proprio non capiscono, perché non hanno un uomo!
Oggi le donne sono spesso realizzate socialmente, colte, intelligenti e godono di una grande libertà, almeno apparente, di cui non sanno bene cosa farsene però, visto che è praticamente loro proibito godersi appieno la vita, senza rinunce, frustrazioni antiche, senza dover subire rapporti affettivi ricattatori, come quello con la madre-totem, o senza riuscire a liberarsi da una idealizzazione del padre, che le rende praticamente inavvicinabili per qualsiasi altro uomo, o dovendo sottostare a una società imbevuta di cattolicesimo e religione, per i quali la donna neanche esiste!
Ecco, noi siamo cresciute in un ambiente di sinistra colto, ateo e militante, siamo figlie del’68 e delle sue convinzioni, troppo spesso sbagliate e comunque strane, buffe e incomprensibili per chi, come noi, in quegli anni nasceva.
Attraverso i diversi argomenti affrontati nel testo, allo spettatore non sarà difficile capire che certa cultura sessantottina e di sinistra ci ha rovinato la vita!
Il telefono cellulare è il co-protagonista e deus ex machina dello spettacolo; infatti, faranno da contrappunto al monologo le telefonate della madre e dell’amica della protagonista, nonché l’attesa angosciante di una risposta a un sms inviato all’inizio della rappresentazione.
Gli argomenti trattati vanno dai rapporti affettivi familiari (educazione, traumi infantili, edipi vari) al problema del rapporto con gli uomini, con le amiche, con la società, con la politica o quel che ne resta.

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Stagione teatrale 2014 / 2015

14 gennaio | 1 febbraio 2015

IAIA FORTE
HANNO TUTTI RAGIONE
di PAOLO SORRENTINO
Regia IAIA FORTE

Canzoni di P. Catalano e P. Di Capri
Eseguite da Fabrizio Romano
Elementi scenici Katia Totolo – Marina Schindler
Assistente alla Regia Carlotta Corradi
Disegno Luci Paolo Meglio
Foto di Scena Rocco Talucci
Amministrazione Valeria Pari
Produzione: Pierfrancesco Pisani – Offrome , in collaborazione con Nidodiragno Produzione e Distribuzione  e Infinito s.r.l

Iaia Forte, pluripremiata attrice italiana, torna a lavorare con Paolo Sorrentino dopo lo straordinario successo internazionale de “La Grande Bellezza”.
Nello spettacolo “Hanno Tutti Ragione”, adattamento dell’omonimo romanzo di Paolo Sorrentino, Iaia Forte è Tony Pagoda, cantante napoletano all’apice della carriera nella New York degli anni ’50, mentre aspetta di tenere il concerto più importante della sua carriera: si esibirà al Radio City Music Hall davanti a Frank Sinatra.  Lo spettacolo ha conquistato nel 2013 il pubblico italiano, è stato acclamato dalla critica, ottenendo il tutto esaurito in molti dei teatri dove è stato presentato.

Note di Regia
L’idea di mettere in scena il protagonista del romanzo di Paolo Sorrentino mi è venuta per innamoramento. Avevo letto in pubblico due capitoli del libro in occasione del premio Letterario di Fiesole, e il piacere di incarnare Tony Pagoda e di dare suono alla bellissima lingua del libro è stato tale, che mi ha fatto desiderare di farne uno spettacolo.
Questo cantante cocainomane, disperato e vitale, è una creatura così oltre i generi che può essere, a mio avviso, incarnato anche da una donna. Mi piace immaginare che il ghigno gradasso di Pagoda nasconda un’anima femminile, una “sperdutezza”, un anelito ad un’ “armonia perduta”. E poi, semplicemente, il teatro è, per fortuna, un luogo dove il naturalismo può essere bandito, ed i limiti della realtà espandersi.
Lo spettacolo è concepito come un concerto, in cui i pensieri del cantante nascono nell’emozione di esibirsi davanti a Frank Sinatra, al Radio City Music Hall. In una sorta di allucinazione del sentire provocatagli dall’ alcool e dalla cocaina, Pagoda, mentre canta, è attraversato da barlumi di memoria, illuminazioni di sé, “struggenze” d’amore, sarcastiche considerazioni partorite tra le note delle canzoni, dove la musica che accompagna la performance dialoga con le parole stesse usate come una partitura.
Iaia Forte

PICCOLO ELISEO PATRONI GRIFFI
Stagione teatrale 2014 / 2015

4  | 15 febbraio 2015

BERLUSCONI E MARQUEZ
ANGELO CURCI, ROBERTO BELLI, EMANUELA DESSI’
Scritto e diretto da FRANCESCA GARCEA
Produzione: Teatro dei Contrari

L’accostamento della grande letteratura latinoamericana con l’universo della politica berlusconiana.
Questo sarà l’esperimento di questa pieces che vedrà lo spettatore immergersi nelle atmosfere folli ed esagerate degli uomini di quella parte del mondo spesso lontana dalle logiche del reale e più legata al magico.
G.G.Marquez e’ tra gli autori che meglio hanno descritto questo stato di cose e che quindi mi ha aiutato a meglio raccontare l’universo del politico più controverso della storia italiana e sotto molti aspetti il più interessante dal punto di vista artistico.
Macondo, il villaggio dipinto da Marquez nel suo romanzo fiume che gli valse il nobel nel 1968 ‘Cent’anni di solitudine’, rappresenta a mio avviso l’emblema della concezione del mondo di Berlusconi.
Probabilmente a sua insaputa.
Perché nel 2011 non c’era Berlusconi che parlava alla popolazione di Lampedusa ma era Aureliano Buendia che parlava a Macondo.
La mia idea è che Marquez e Berlusconi non raccontano la realtà ma il suo rovescio e Macondo è questo: il mondo visto da un’angolatura diversa dove, tra i complicati intrecci dei personaggi, si schiara evidente la solitudine come ineluttabile condizione dell’esistenza umana.
Francesca Garcea

PICCOLO ELISEO PATRONI GRIFFI
Stagione teatrale 2014 / 2015

18 febbraio | 1 marzo 2015

FAUSTO PARAVIDINO
I VICINI
Scritto e diretto da FAUSTO PARAVIDINO
con FAUSTO PARAVIDINO, IRIS FUSETTI, DAVIDE LORINO, MONICA SAMASSA, SARA PUTIGNANO
Produzione: Teatro Stabile di Bolzano

“I vicini”  è il nuovo testo di Fausto Paravidino che, ancora una volta, è stato presentato in scena in prima mondiale a Bolzano, in una produzione del Teatro Stabile.
Diretto e interpretato dallo stesso autore, affiancato in scena da Iris Fusetti, Davide Lorino, Monica Samassa e Sara Putignano, “I vicini” è uno spettacolo sulle nostre paure. Sulle nostre paure immaginarie, sulle nostre paure reali. Sulle nostre paure reali che spesso sono le nostre paure immaginarie. In un’atmosfera rarefatta e sospesa, due giovani coppie si incontrano e si scontrano tra le mura domestiche.
«Lui sente dei rumori provenire dal pianerottolo. Cercando di non farsi sentire va a guardare dallo spioncino. I rumori cessano. Ritorna al suo posto. Quando Greta torna a casa glielo dice, mentre lei non c’era lui ha visto i vicini. Com’erano? Lui non sa dire, vedere non è capire, però ne ha paura. Perché? E chi lo sa, se sapessimo esattamente di cosa abbiamo paura, probabilmente paura non ne avremmo. Lui ha paura dei vicini. Perché? Non lo sa. E Greta? Greta no. Greta non ha nessuna paura dei vicini. Anzi, non vede l’ora di farne la conoscenza, lei ha paura della vecchia. Che vecchia? La vecchia che vede di notte. La vicina. La vicina che c’era prima che arrivassero i nuovi vicini. La vicina che c’era prima di morire. E’ un sogno? No. È un fantasma?
Se non è viva e non è un sogno si suppone che sia un fantasma. Lui, come la maggior parte delle persone che non li vedono, non crede ai fantasmi, Greta, come la maggior parte delle persone che li vedono, sì, un po’ ci crede. I vicini, ovvero Chiara e suo marito, non sembrano affatto pericolosi. Una sera si incontrano persino, tutti e quattro. Quella sera succedono cose strane, però non spiacevoli, bene. Solo che la notte la vecchia ricompare. Lei ha sempre più paura, lui ne ha sempre meno, ormai lui va d’accordo coi vicini, si vedono di nuovo. I vicini sono molto cambiati. In peggio. Perché?  Una pièce su noi stessi, sugli altri, su noi stessi e gli altri, sui vicini lontani, sulla guerra, su quello che è reale, su quello che è immaginato, su quello che è reale perché è immaginato. Un po’ come certi fantasmi, un po’ come certo teatro.»
Casa, famiglia, coppia, intrecciate nelle tensioni della nostra realtà quotidiana, sono i temi attorno ai quali si dipana la commedia umana di questo giovane e allo stesso tempo straordinariamente maturo uomo di teatro. Paravidino, con la sua vena inesauribile di autore raffinato e interprete sensibile, riesce a farci ridere e piangere di noi stessi in un rito liberatorio che ci riporta al senso originario del teatro stesso. Le scene sono di Laura Benzi, i costumi di Sandra Cardini, le luci di Lorenzo Carlucci e le musiche di Enrico Melozzi.
Un legame lungo e duraturo unisce l’autore apprezzato in Italia e all’estero con il Teatro Stabile di Bolzano: questo legame nato nel 2000 grazie alla messa in scena di “Due fratelli”, testo che si aggiudicò il Premio Tondelli, si è dipanato nel corso di un decennio fino ad approdare nel 2009 a “La malattia della famiglia M”, fortunata produzione che ha visto Paravidino nei panni di autore, regista e attore. Sempre per la sua regia, lo stesso spettacolo ha debuttato nel 2011 alla Comedie Française di Parigi, una delle istituzioni più prestigiose d’Europa.

PICCOLO ELISEO PATRONI GRIFFI
Stagione teatrale 2014 / 2015

4 |15 marzo 2015

RAFFAELLA AZIM
UNA DONNA NUOVA
tratto dai testi di Franca Rame e Dario Fo
consulenza drammaturgica: Margherita Rubino
Regia di FERDINANDO CERIANI
Scene e costumi: Marta Crisolini Malatesta
Luci: Carlo Pediani
Assistente alla regia: Alice Guidi
Produzione: Compagnia Italiana/Fondazione Teatro della Pergola

Una Donna nuova raccoglie e tesse insieme alcuni frammenti tratti dai tanti scritti di Franca Rame e Dario Fo sulla Donna. E’ un viaggio, sempre in bilico tra comico e grottesco, tra divertimento e riflessione, nel mondo della donna, la donna che lavora, la donna madre, la donna sposa, la donna nella famiglia, la donna in questa società. La donna che Dio ha creato solo come complemento a quello che si vuole che sia stato il vero frutto della creazione, Adamo, l’uomo.

Una galleria di ritratti graffianti, comici, dissacranti a cui dà voce, corpo e anima Raffaella Azim in uno spettacolo incalzante, fatto di suoni, musiche, suggestioni che ci condurranno nel mondo teatrale di Franca e Dario, un “teatro teatrale” di un ardore dialettico che sembra non conoscere cedimenti.

Molière scriveva che “ quando si va a teatro e si vede una tragedia, si piange, si piange, poi si va a casa e si dimentica tutto. Mentre invece per ridere ci vuole intelligenza, acutezza. Ti si spalanca nella risata, oltre che la bocca, anche il cervello e, nel cervello, ti s’infilano i chiodi della ragione!”. 

Ecco, è con questi chiodi che vorremmo contribuire anche noi ad incidere i contorni del volto della “donna nuova” che Franca Rame ci ha insegnato a riconoscere.

Ferdinando Ceriani

PICCOLO ELISEO PATRONI GRIFFI
Stagione teatrale 2014 / 2015

18 marzo | 29 marzo 2015

PINO INSEGNO e ALESSIA NAVARRO
FRANKIE E JOHNNY
paura d’amare
Tratto da “Frankie and Johnny in the Clair de Lune” di Terrence McNally.
regia ALESSANDRO PRETE
Produzione: Ass.ne Culturale  Attori Animati

Johnny, appena uscito di prigione, prova a ricostruirsi una vita riciclandosi come cuoco nella tavola calda in cui Frankie, disillusa e solitaria, lavora come cameriera.
Tra i due nasce una tenera simpatia che scivola rapidamente verso un sentimento più profondo.
L’uomo, sincero, le manifesta la volontà di costruire una famiglia e di crescere insieme molti figli.
Ma il desiderio d’amore di lui si scontrerà con la ritrosia di Frankie, spaventata dalle sue stesse emozioni.
Frankie è intimorita dall’idea di lasciarsi trasportare da un amore così grande, forse per paura di ricevere delusioni, e pone fra loro un “muro” quasi invalicabile.
Johnny tenterà in ogni modo possibile di convincerla a farsi trasportare liberamente dalle emozioni, in un percorso drammaturgico dove sia il pubblico che i nostri protagonisti si uniranno tra lacrime e sorrisi.
La storia dei due protagonisti non è solo un profondo atto d’amore ma anche il riflesso di due esistenze sperdute nella solitudine alienante della metropoli, dove gli spazi dell’anima si sbriciolano.
Frankie e Johnny cercano un compendio emotivo alla propria identità spaesata, frammentaria e decentrata. In una città che illude, tradisce e poi mette ai margini, l’unica via di salvezza, per non perdersi definitivamente, è una scintilla di passione.

PICCOLO ELISEO PATRONI GRIFFI
Stagione teatrale 2014 / 2015

8 aprile | 26 aprile 2015

UMBERTO ORSINI e GIOVANNA MARINI
LA BALLATA DEL CARCERE DI READING 
da Oscar Wilde
regia ELIO DE CAPITANI
musiche composte ed eseguite dal vivo da Giovanna Marini
Produzione: Compagnia Umberto Orsini

Orsini, Marini De Capitani: tre artefici per uno spettacolo con una strana genesi. L’idea nasce dall’incontro di Umberto Orsini e Giovanna Marini in un altro spettacolo, Urlo di Pippo Delbono dove Orsini ha portato la sapienza dei suoi frammenti di Wilde e Shakespeare e Giovanna la sua antica esperienza del canto degli umili al confronto con la composizione del mondo disperato nel circo umano di Delbono e dei suoi fedeli compagni di viaggio.
Nel progetto è stato poi coinvolto Elio De Capitani che aspettava solo un’ultima spinta per affrontare qualcosa a cui pensava da tempo, “il dilemma, o meglio il paradosso di Wilde”. Seguendo la lezione di Franco Buffoni, De Capitani fa piazza pulita dei molti Wilde mitici per cercare quello reale, capace di prefigurare il secolo a venire anticipando l’arte come recita sociale e la vita come performance artistica.
Secondo il regista, The ballad of Reading gaol si presta a una messinscena “perché in un certo senso lo è: è una messinscena complessa, ritualmente complicata, dove una volta ancora l’attrazione fisica si sublima in canto e il canto sublima la sofferenza in bellezza”. Al centro di tutto, Wilde: la sua condizione di prigioniero e il corpo di un ragazzo, un giovane soldato, condannato alla forca per l’assassinio della sua amante, un Woyzeck inglese con la giubba rossa dei dragoni di sua maestà. Wilde lo ha solo visto nell’ora d’aria e trova una nuova vena che unisce i suoni, i colori, i pensieri e gli incubi e i corpi inappagati della galera con una certa luce di un amore trasfigurato.
Giovanna Marini ha scritto cinque ballate, componendo una musica che va dalla ballata irlandese fino a Schubert, passando anche per i Beatles. Umberto Orsini farà Wilde, teso a cogliere solo il lato artistico-estetico, la bellezza dei versi. De Capitani immagina e studia una scrittura che sia “strategia di dislocazione sapiente delle forme e dei materiali da combinare con le parole cantate di Giovanna, con la sua musica altrettanto ostinata e precisa”.

ABBONAMENTI 2014 – 2015

CAMPAGNA ABBONAMENTI
Fino al 2 agosto e dal 25 agosto al 19 ottobre. Rinnovi entro il 13 settembre 2014

In un momento di recessione e contenimento delle spese da parte dei singoli e delle famiglie, il Teatro Eliseo continua a incoraggiare e premiare coloro che desiderano investire nell’intrattenimento intelligente e nell’arricchimento culturale che un’intera stagione teatrale può offrire.

Per questo abbiamo studiato formule che accrescano la convenienza già garantita di base dall’abbonamento e abbiamo ampliato la rosa di proposte al fine di soddisfare sempre più richieste ed esigenze.

VARIETÀ’

Per chi desidera la sicurezza della data e della poltrona, sono disponibili gli abbonamenti a giorno e posto fisso PLATINO e ORO (Teatro Eliseo + Piccolo Eliseo).
Per chi preferisce cucirsi addosso la propria stagione, gli abbonamenti liberi VERDE, SMERALDO e la CARTA PREPAGATA BLU permettono di scegliere solo gli spettacoli a cui si è interessati nell’ambito di uno solo o di entrambi i cartelloni.
Inoltre, da quest’anno è possibile opzionare in abbonamento anche gli spettacoli del Romaeuropa Festival.

CONVENIENZA

Sono molti i modi di godere della cultura risparmiando, all’Eliseo. Soprattutto abbonandosi entro l’estate:
A giugno riduzione fino al 13% per tutti sull’abbonamento fisso
Riduzione valida fino al 2 agosto per over 60 e under 30 su tutti i turni
A luglio in omaggio con l’abbonamento fisso un concerto per pianoforte di Eliseo Classica
Riduzione fino al 23% per chi ci presenta 4 nuovi abbonati
Riduzione fino al 24% sull’abbonamento libero (scegliendo min. 6 spettacoli) all’Eliseo

GRUPPI: I gruppi di almeno 10 persone hanno diritto allo sconto fino al 23% durante tutta la Campagna Abbonamenti

SCUOLE: per non smettere di avvicinare i giovani al teatro, l’Eliseo offre abbonamenti fissi per le scuole ad un costo sempre più irrinunciabile

Il costo degli abbonamenti è rimasto invariato rispetto alla passata stagione
(a parità di numero di spettacoli inclusi)

COMODITÀ: ABBONARSI DA CASA

Nella stagione 2013/2014 l’Eliseo ha incentivato ulteriormente la diffusione di biglietti e abbonamenti sul WEB, rendendo possibile addirittura l’acquisto online dei biglietti in promozione su alcuni spettacoli.
Anche per questa campagna abbonamenti, quindi, sul sito www.teatroeliseo.it si potranno acquistare quasi tutte le formule di abbonamento disponibili al botteghino.

NOVITÀ

A misura di Piccolo Eliseo. È stato introdotto da quest’anno l’abbonamento a giorno e posto fisso anche per la sola stagione del Piccolo Eliseo Patroni Griffi a prezzi estremamente convenienti.

Teatro Eliseo + Romaeuropa Festival
Grazie alla pluriennale collaborazione con il Romaeuropa Festival, nella stagione 2014/2015 sarà possibile acquistare degli abbonamenti liberi trasversali, che consentiranno di spaziare con un’unica formula tra la programmazione del Teatro e gli spettacoli del Festival in scena all’Eliseo.
La combinazione prevede 4 spettacoli dell’Eliseo + 2 di Romaeuropa (oppure viceversa: 2 dell’Eliseo + 4 di Romaeuropa), da 78 a 144 euro a seconda del settore
Gli spettacoli del Romaeuropa Festival saranno comunque scaricabili con tutte le formule di abbonamento libero sia nella sala grande che al Piccolo Eliseo.

CLUB ELISEO: OTRE IL TEATRO

Prosegue il programma di fidelizzazione riservato a tutti gli abbonati dell’Eliseo. Con la Card Club Eliseo, consegnata gratuitamente con l’acquisto di una qualsiasi formula di abbonamento, si ottengono sconti fino al 20% presso i partner del Teatro su musica, spettacoli, mostre, ristorazione, servizi e molto altro!

Tutte le info su    www.teatroeliseo.it

TEATRO ELISEO
Stagione 2014/2015

Altre attività e progetti speciali

Eliseo Bambini

Eliseo per Milano Expo 2015: Foodball

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