Dozza (BO) e murales |
In tutta la regione sono numerosi i luoghi dove poter ammirare le opere di Street Art – Alcuni borghi hanno fatto dei murales una delle loro attrattive – Dalle opere della Biennale del Muro Dipinto a Dozza (Bo) ai murales dedicati al Maestro Fellini nel Borgo San Giuliano di Rimini a quelli che ripercorrono la nascita delle più grandi invenzioni dell’800 a Saludecio (Rn) – Street Art anche nelle grandi città fra cui Bologna, Modena e Ravenna con opere realizzate da artisti di fama internazionale – A Rimini, per la prima volta, questa forma d’arte entra in chiesa con gli affreschi del grande street artist Eron
A volte i muri “parlano” e raccontano storie. Per conoscerle basta essere disposti a rallentare un po’ il passo e ad ascoltare… con gli occhi. A raccontarci queste storie sono i murales e più in generale le opere di Street Art. Ci sono borghi in Emilia Romagna come Dozza (Bo), Saludecio (Rn) o Borgo San Giuliano (in pieno centro a Rimini) che hanno fatto di questa forma d’arte una delle loro principali attrattive, ma la Street Art è presente anche nelle grandi città della regione, fra cui Bologna, Modena e Ravenna.
Da Sughi a Sassu, da Brindisi a Purificato l’arte con la “A” è di casa a Dozza
Passeggiando fra i vicoli di Dozza (borgo medioevale in provincia di Bologna) è del tutto naturale fermarsi ad ammirare l’immagine di una bella donna che varca la soglia di una porta o quella di due “finestre parlanti” che chiacchierano fra loro. Sono circa 90 i murales che impreziosiscono la città. Sono stati realizzati nel corso degli anni, a partire dal 1960, data di nascita dell’evento denominato “Biennale del Muro Dipinto”. Oggi Dozza è definita la “capitale dell’affresco moderno”. Fra gli oltre 200 artisti che nel tempo hanno realizzato le loro opere sui muri della città, grandi maestri della pittura nazionale e internazionale del calibro di Matta, Saetti, Sassu, Purificato, Brindisi, Sughi e molti altri. L’arte che campeggia fra i vicoli e le strade di Dozza è anche all’interno della Rocca Sforzesca. Fin dal 1962 infatti gli artisti ammessi a partecipare alla Biennale hanno dovuto lasciare all’organizzazione il “bozzetto” della loro opera murale. I bozzetti, insieme ad una ricca documentazione fotografica e ad altro materiale, sono oggi nelle sale del Centro Studi Documentazione del Muro Dipinto, all’interno della Rocca. E’ possibile visitare l’esposizione previa telefonata al numero 0542.678240 (negli orari di apertura della Rocca).
Anche a Toscanella, la località a 3 chilometri da Dozza, si possono ammirare importanti murales realizzati nel corso delle ultime Biennali.
I muri di Saludecio raccontano le invenzioni del XIX secolo
Il borgo di Saludecio (in provincia di Rimini, sulle colline della Valconca) ricorda un libro di storia. Uno di quelli con tante figure colorate, come quelli dei bambini. Vicolo dopo vicolo e un passo dietro l’altro qui la Street Art ci porta per mano alla scoperta delle invenzioni dell’800 che hanno cambiato il mondo. I dipinti che le illustrano campeggiano sui muri del paese e si va dalle invenzioni più importanti a quelle più curiose. I primi murales della città risalgono al 1991, alcuni anni dopo la nascita (nel 1983) di Ottocento Festival, manifestazione che rievoca con mostre e spettacoli la vita del XIX secolo. Cinquanta i murales che fanno bella mostra fra le strade di Saludecio. Fra questi quelli che raffigurano il grammofono di E. Berliner (1887); l’auto e la prima gara (1891 – nel murale sono stati rappresentati anche l’ideatore di Ottocento Festival, seguito dalla rappresentanza del Comune e della Pro Loco); il Cinema dei fratelli Lumière (1895); la macchina da scrivere (le prime furono soprannominate i “pianoforti per scrivere”) di C. L. Sholes (1867); la prima trasmissione Radio di Marconi (1895) avvenuta da Villa Pontecchio, vicino a Bologna; la nascita della prima grande industria italiana di profumi (la Borsari 1870 e la sua più famosa produzione, la “Violetta di Parma”); Il Primo Ballo allacciati di J. Strauss (1830); la nascita del reggicalze di Fereol Dedieeur (1876).
A Rimini murales felliniani e… per la prima volta la Street Art entra in chiesa
Nel pieno centro di Rimini e vicinissimo al Ponte di Tiberio (che quest’anno festeggia i suoi 2000 anni), c’è Borgo San Giuliano. E’ il vecchio borgo dei pescatori della città e ospita una serie di murales, alcuni dei quali ispirati all’arte del Maestro Federico Fellini. Già nella Festa de Borg del 1980 (festa che si tiene ogni 2 anni proprio a Borgo San Giuliano) vennero realizzati alcuni dipinti dall’artista Filippi. Nel 1994 la festa fu dedicata al Maestro Fellini e in quell’occasione molti pittori locali rappresentarono sui muri personaggi dei film del grande regista. Sebbene molti di quei murales nel tempo siano andati perduti, passeggiare fra le strade di Borgo San Giuliano significa ancora imbattersi in splendide opere che abbelliscono i vicoli e “incontrare” l’indimenticato Maestro.
Non c’è solo Borgo San Giuliano a testimoniare il legame della città con la Street Art. A Rimini è nato Davide Salvadei, in arte Eron, eletto miglior street artist italiano dalla rivista specializzata AL Magazine e riconosciuto a livello internazionale. Fra le sue opere si possono ammirare il manifesto originale dell’immagine testimonial dell’estate 2011 di Rimini (al Museo Civico della Città in via L.Tonini, n. 1) e gli affreschi della Chiesa di San Martino in Riparotta a Viserba di Rimini. Per la prima volta nella storia, la Street Art (considerata da qualcuno addirittura vandalismo), entra in chiesa. Merita di esser ricordato anche il tributo di Eron a Marco Simoncelli, il pilota scomparso nel 2011 in un incidente durante il Gran Premio della Malesia e recentemente entrato nella Hall of Fame del MotoGp. A Coriano (Rimini), sulla facciata del palasport, si può ammirare una riproduzione di 350 metri quadri di un murale realizzato da Eron in suo onore. L’originale, grande circa un metro per tre, è conservato all’interno del municipio. Non solo Eron. Anche lo street artist Michele Costa, in arte Enko ha realizzato, a Riccione, un’opera di 16 metri dedicata al Sic.
Ravenna: in zona Darsena la fantasia di Ericailcane e di altri artisti internazionali
A Ravenna la “casa” della Street Art è la zona della Darsena. Qui lo street artist di fama mondiale Ericailcane, ha realizzato sui muri della Martini Mangimi l’opera in onore della candidatura di Ravenna come Capitale Europea della Cultura 2019. Sempre nella zona Darsena, nel 2011 si è svolta una due giorni di writing session durante la quale 38 affermati writers italiani e stranieri provenienti da Inghilterra, Francia, Belgio, Danimarca, Germania e Spagna hanno trasformato le grandi superfici all’interno del quartiere in affreschi precedentemente studiati e ispirati alla città.
Sempre a Ravenna, durante la sesta edizione (2013) del festival Transmissions organizzato dall’Associazione Culturale Bronson, l’artista americano Raymond Salvatore Harmon (RSH), le cui opere si possono ammirare anche a Chicago, Detroit, New York, Londra, Berlino, Varsavia e Zagabria, ha dipinto due graffiti al club Bronson di Madonna dell’Albero (uno all’interno e uno all’esterno del locale).
A Bologna la passione per la Street Art viene da lontano
La città è stata negli anni ’80 la prima in Europa ad aver autorizzato una grande mostra dedicata alla Street Art: “Arte di frontiera“, che nel 1984 ha portato in città la rinomata “Old School of New York” (mostra all’epoca curata dallo staff del museo GAM). Questa vocazione artistica è stata rinnovata grazie al progetto Frontier, curato da Claudio Musso e Fabiola Naldi e promosso dal Comune di Bologna e Regione Emilia Romagna.
Tredici artisti italiani e stranieri hanno valorizzato i muri di altrettanti palazzi popolari della città. Questi i nomi degli artisti coinvolti: M-City; Does; Honet; Hitnes, Etnik, Eron, Joys, Dado, Cuoghi Corsello, Rusty, Daim, Andreco e Phase II.
Le opere sono state realizzate in Via Scipione dal Ferro 21; Via Michele Colonna/angolo Via Pellegrino Tibaldi; Via del Lavoro, 18; Via Pier de’ Crescenzi 26; Via del Lavoro 3; Via Michele Colonna/angolo via Franco Bolognese; Via Marco Polo 21 (due opere); Via San Donato 52; Via Pier De’ Crescenzi 30; Via Aristotile Fioravanti 10; Via dello Scalo 32; Piazza Giovanni Spadolini 3. Sul progetto “Frontier. La linea dello stile” è stato recentemente realizzato anche un libro: “Frontier The Line of Style” a cura di Claudio Musso e Fabiola Naldi.
I colori di Blu, Ozmo e tanti altri a Modena e nei comuni colpiti dal sisma
A Modena, dal 2002, si svolge “Icone”, uno dei più importanti Festival di Street Art in Italia. Il progetto è nato con l’intento di riunire giovani e affermati nomi dell’arte urbana per recuperare spazi degradati e creare un percorso della StreetArt modenese che ad oggi conta più di 10 location all’interno della città.
Nel 2013 ha preso il via il nuovo progetto “Icone 5.9”, iniziativa di “Fuori Orario”, associazione culturale che da sempre ha curato la manifestazione, e Galleria D406 in collaborazione con il Comune e la Provincia di Modena, che ha visto gli artisti della Street Art internazionale intervenire da inizio giugno su muri e spazi urbani della città e dei comuni della provincia colpiti dal sisma del 2012 (Carpi, San Felice, Finale Emilia, Camposanto, Bomporto, Bastiglia, Medolla, Cavezzo e Rovereto di Carpi). Tra gli artisti che hanno preso parte all’evento anche alcuni fra i principali protagonisti della scena europea e mondiale: Herbert Baglione dal Brasile, Escif dalla Spagna e Bastardilla dalla Colombia, oltre agli italiani Ozmo, Ericailcane, 108, Dem, Aris, Moneyless, 2501, Mr Fijodor, Giorgio Bartocci, Corn79, Laurina Paperina e molti altri. Fra le tante opere di StreetArt che si possono ammirare a Modena quelle sul Palazzetto dello Sport di Viale Molza. Fra queste l’opera sull’amore realizzata nel corso della scorsa edizione del Festival della Filosofia da Ericailcane e Bastardilla.