AXELROD_01 – by Priska Ketterrer |
Alexander Ghindin fa poker
con il “Rach 4” e laVerdi
Il grande pianista russo chiude la rassegna completa
dei quattro concerti di Rachmaninov con l’Orchestra di largo Mahler diretta dall’americano John Axelrod
venerdì 25 – domenica 27 ottobre
Auditorium di Milano – largo Mahler
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Pianoforte Alexander Ghindin
Direttore John Axelrod
E fanno quattro! laVerdi cala il poker con l’esecuzione del quarto e ultimo Concerto per pianoforte e orchestra di Rachmaninov, affidata al fuoriclasse russo Alexander Ghindin.
Venerdì 25 (ore 20.00) e domenica 27 ottobre (ore 16.00) si conclude così il ciclo integrale dei concerti del compositore russo naturalizzato americano, uno dei must imperdibili della “Stagione del Ventennale” dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi.
Dopo le esecuzioni nelle settimane precedenti di Benedetto Lupo (Concerto n.1), Simone Pedroni (Concerto n.2), Luca Buratto (Concerto n.3), il Rach 4 viene affidato al fuoriclasse pianista russo, guest star di questo sesto programma stagionale.
E per l’occasione, l’americano John Axelrod, Direttore Principale de laVerdi, torna a guidare l’Orchestra di largo Mahler, impegnata nella seconda parte del programma nell’esecuzione della Sinfonia n. 1 di Brahms.
L’opera del compositore di Amburgo, caposaldo dell’Ottocento culturale tedesco, sarà registrata live: prosegue così il ciclo di registrazioni dell’integrale sinfonico brahmsiano de laVerdi, che si concluderà nel corso della Stagione 2013/14 con la produzione di due distinti doppi cd per l’etichetta dell’americana Telarc, che concorreranno ai Grammy Award di Los Angeles.
(Info e prenotazioni: Auditorium di Milano fondazione Cariplo, orari apertura: mar – dom, ore 14.30 – 19.00. Tel. 02.83389401/2/3, www.laverdi.org, biglietti euro 31,00/13,00).
Ricordiamo che venerdì 25 ottobre (ore 18.00, ingresso libero), nel Foyer del primo piano dell’Auditorium, si terrà la conferenza del ciclo “Storia della musica russa”, introduttiva al programma del concerto, dal titolo: Rachmaninov compositore e interprete; relatori Enzo Beacco e Fausto Malcovati.
Programma
Si chiude la rassegna completa dei quattro concerti per pianoforte e orchestra di Rachmaninov proposti da laVerdi in sequenza e nel breve arco di un mese. È un appuntamento importante, perché capita di rado di ascoltare il Quarto, scritto nel 1926 e rimasto abbastanza ai margini della popolarità. Sono infatti pochi i grandi pianisti che l’hanno in repertorio, anche se vanno segnalati (oltre all’autore, ovviamente) il russo Ashkenazy e ancor più il nostro Benedetti Michelangeli, quasi un precursore, con la sua incisione del 1956. Si scopriranno lievità di scrittura, attenzione formale e varietà di accenti inattesi in un Rachmaninov diventato parco nell’attività creativa e sensibile a geometrie neoclassiche assai lontane dallo zuccheroso romanticismo che tanto spesso gli viene rimproverato.
Nella seconda parte, dalla bacchetta precisa e analitica di John Axelrod ci aspettiamo una lettura della Prima sinfonia di Brahms che ne segnali, certo, i legami con la dialettica beethoveniana, ma anche con la cantabilità di Schubert e, soprattutto l’attenzione per la scrittura orchestrale di secondo Ottocento. Siamo infatti nel 1876, quando l’orchestra sinfonica moderna ha trovato i suoi equilibri perfetti, come tuttora li apprezziamo; mentre il repertorio sinfonico riprende a crescere dopo la stasi di metà Ottocento; e la concorrenza del vicino Bruckner convince Brahms a bandire gli indugi e a completare la sua Prima sinfonia.
Testo di Enzo Beacco
Biografie
Con il repertorio estremamente vasto, i programmi innovativi e il carismatico stile direttoriale, John Axelrod continua ad imporsi sempre più come uno dei direttori più interessanti del panorama odierno ed è richiesto dalle orchestre di tutto il mondo.
Dopo aver completato con successo la sua carica quinquennale come Direttore principale della Luzerner Sinfonie Orchester e Direttore musicale del Teatro di Lucerna ed essere stato nominato Direttore musicale dell’Orchestre National des Pays de la Loire (ONPL), nell’aprile 2011 John Axelrod è stato nominato Direttore Principale dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi.
Sin dal 2000, Axelrod ha diretto oltre 150 orchestre, fra cui la Rundfunk-Sinfonieorchester di Berlino, NDR Symphony di Amburgo, Gürzenich-Orchester, Gewandhaus Orchestra, Dresdner Philharmonic, Israel Philharmonic, Orchestre de Paris, Orchestre National de Lyon, Royal Philharmonic of London, London Philharmonia, Orchestre de la Suisse Romande, Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI di Torino, Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia, Orchestra del Teatro San Carlo di Napoli, Royal Stockholm Philharmonic, Danish National, Oslo Philharmonic, Swedish Radio Orchestra, National Philharmonic of Russia, Toronto Symphony, ORF di Vienna, Salzburg Mozarteum, Camerata Salzburg, Warsaw Philharmonic, fra le molte altre.
Il suo profilo internazionale come direttore ospite negli Stati Uniti e in Asia lo vede impegnato con la Washington National Symphony, Los Angeles Philharmonic, Philadelphia Orchestra, la Chicago Symphony, NHK Symphony Orchestra di Tokyo, Kyoto Symphony, National Philharmonic di Taiwan e la Shanghai Symphony.
La sua attività operistica comprende nuove produzioni del Candide di Bernstein al Théâtre du Châtelet e al Teatro alla Scala. Nelle recenti stagioni ha diretto Tristano e Isotta ad Angers/Nante, Kehraus um St. Stephan di Krenek al Festival di Bregenz, le nuove produzioni di Kaiser von Atlantis, Rigoletto, Rake’s Progress, Don Giovanni, L’opera da tre soldi, Idomeneo – tutte per il Festival di Lucerna. Nel 2013 ha diretto la KammerSymphonie Berlin in Der Kaiser von Atlantis di Ullmann in una speciale forma di concerto al Museum of Topographie des Terrors. Nel febbraio 2014 dirige Evgenij Onegin al Teatro San Carlo di Napoli.
Appassionato sostenitore delle nuove generazioni di musicisti, Axelrod collabora con diverse orchestre giovanili professionali, andando in tournée con la Schleswig Holstein Festival Orchestra al Festival di Salisburgo, l’Orchestra Giovanile Italiana in Italia, l’Accademia della Scala a Muscat, la Nord Deutsche Junge Philharmonie in Germania, la Sinfonia Iuventus in Polonia e la Vienna Jeunesse Orchester in Austria.
Come Primo Direttore Ospite della Sinfonietta Cracovia (2001-2009), ha diretto la formazione nelle più prestigiose sale concertistiche europee, ha collaborato con ARTE, e ha diretto l’orchestra ad Auschwitz per un film in memoria dell’Olocausto, prodotto dalla BBC e vincitore dell’Emmy Award 2007.
Incide regolarmente sia il repertorio di tradizione sia quello contemporaneo con artisti fra i quali Veronique Gens, Rachel Kolly d’Alba, Martin Grubinger, Patricia Kopatchinskaja e Dietrich Henschel, per etichette quali Sony Classical, Warner Classics, Ondine, Universal, Naive e Nimbus.
Il prossimo progetto discografico Brahms Beloved vede l’integrale delle Sinfonie di Brahms, con l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, abbinate ai Lieder di Clara Schumann per la Telarc in uscita nella stagione 2013-14.
Laureato alla Harvard University nel 1988 e formatosi nella tradizione di Bernstein, ha studiato al Conservatorio di San Pietroburgo con Ilya Musin nel 1996, e ha partecipato al programma dell’American Symphony Orchestra League.
Alexander Ghindin è uno dei pianisti più apprezzati e richiesti di tutta la Russia. E’ stato acclamato all’unanimità dalla critica e dagli amanti della musica come uno dei pianisti più talentuosi e originali dei nostri giorni, dopo essere diventato il più giovane vincitore del Concorso Internazionale Tchaikovsky di Mosca. Ghindin ha ricevuto ulteriori importanti riconoscimenti (Cleveland International Piano Competition, Concorso Pianistico Internazionale di Santa Catarina, in Brasile, Queen Elisabeth di Bruxelles). Tra le sue più brillanti performance ricordiamo quelle con l’Orchestra della Konzerthaus di Berlino, la Cleveland Orchestra, la London Philharmonia Orchestra, la Munich Philharmonic, la Swedish Royal Festival Orchestra, l’Orchestre National de Belgique, la Filarmonica di Rotterdam, l’Orchestre Philharmonique de Monte Carlo, l’Orchestre National de Montpellier, l’Orchestre Philharmonique du Luxembourg, l’Orchestra da Camera di Israele e la Tokyo Metropolitan Orchestra, nonché con tutte le orchestre più importanti della sua nativa Russia. Collabora regolarmente con direttori famosi come Vladimir Fedosseyev, Saulus Sandeczkis, Vasily Sinaysky, Yuri Simonov, Dimitry Kitaenko, Vladimir Ashkenazy, Vladimir Spivakov, Vladimir Verbitsky, Paavo Järvi, Alan Gilbert, Leonard Slatkin, Artur Fagen, Tommaso Placidi e Thomas Sanderling. Ha suonato da solista in numerosi festival e in centinaia di recital nelle più importanti e prestigiose sale da concerto del mondo.
Ha studiato con Mikhail Voskresensky al Conservatorio Tchaikovsky di Mosca. Nel 2006 è stato nominato Direttore Artistico della propria serie di concerti in una delle sale da concerto più prestigiose di Russia, la Svetlanov Sala del Moscow International Performing Arts Centre.
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“Non posso fare altro che pensare a te…”
Brahms e l’intensità di un’ossessione
Pochi compositori hanno vissuto la vita ad un più alto livello di intensità creativa e di passione di Johannes Brahms. E’ la ragione per cui noi tendiamo a pensare a questo compositore in rapporto alle sue relazioni; con la sua famiglia, i suoi amici, il suo grande mentore Robert Schumann e soprattutto la moglie di Schumann, Clara, alla quale Brahms una volta si rivolse così: “Mi pento di ogni parola che ti scrivo che non parla d’amore.”
La sua energia mentale e creativa sembra essere stato alimentata dall’intensità di queste relazioni; una madre adorante, un padre violento, le tante prostitute e marinai che incontrò lavorando nei bar e nei bordelli di Amburgo durante la sua adolescenza e poi con i suoi sostenitori musicali Joseph Joachim e Robert Schumann, che accettarono entrambi il giovane come una persona di famiglia, con una specie di ossessione che coinvolse entrambe le parti.
Famosa è la dichiarazione appassionata di Schumann riguardo Brahms, in un suo articolo sulla Neue Zeitschrift fur Musik nel quale scrisse tra l’altro: “E’ arrivato, nuovo sangue alla cui culla Grazie ed Eroi fanno la guardia”.
Lo stesso accadde con Joseph Joachim, l’applaudito virtuoso che scrisse al padre di Brahms “La sua purezza… e la singolare ricchezza del suo cuore e del suo intelletto trovano completa realizzazione nella sua musica, proprio come se tutta la sua natura dovesse portare gioia a coloro che si avvicinano alle sue sfere intellettuali.”
Queste relazioni e altre come queste continuarono per tutta la vita di Brahms. Erano le persone a cui egli mostrava il proprio lavoro, quelle alle quali si rivolgeva per trovare conforto, condividere le sue gioie, i suoi dolori, e quando alcune di queste cominciarono ad allontanarsi, lo ferirono profondamente.
Questi sentimenti, insieme allo stupore di riconoscere uno spirito affine e l’improvvisa, irrevocabile scoperta di un’anima gemella, pervadono la musica di Brahms.
E’ stato ipotizzato talvolta che l’unica ragione per cui Brahms e Clara Schumann non si sposarono dopo la morte del marito di Clara, nonostante durante la lunga malattia di Robert i due si fossero avvicinati ancora di più, fu che Brahms sentiva di aver bisogno del supporto spirituale di una relazione irrisolta per alimentare la sua ispirazione.
Secondo il direttore John Axelrod, la spiegazione sta nel “non riconosciuto ma ovvio complesso Madonna-Puttana di Brahms”, sottolineando che Brahms in effetti definiva spesso Clara “virginale”.
In entrambi i casi, è affascinante immaginare fino a che punto le sue quattro sinfonie siano ispirate dalla sua relazione con Clara, durata una vita e forse mai consumata.
“Non posso far altro che pensarti… Cosa mi hai fatto? Non puoi annullare l’incantesimo che mi hai gettato addosso?” scriveva Brahms alla sua Clara nel 1855. Era l’anno in cui iniziò ad applicarsi seriamente alla composizione della sua Prima Sinfonia. E’ difficile trovare una progressione nelle sue sinfonie. Non era un Beethoven o un Mahler, in cui si possono riconoscere i temi che si sviluppano e l’arte che progredisce. Le sinfonie di Brahms sono tutte dei capolavori, ma in ognuna si percepisce un umore diverso. E questo risulta evidente nelle registrazioni proposte nel cd.
Clara Schumann era senza dubbio una fra i migliori pianisti della sua epoca. Intelligente e romantica, era anche una meravigliosa compositrice, oltre che madre di sette bambini che proseguirono sulle orme di Robert. Ma Clara fu soprattutto una delle amiche più strette di Brahms.
Brahms morì di un cancro al pancreas nel 1897, un anno dopo Clara, incapace di vivere senza la sua musa. Questo amore fu la sua fissazione fino alla fine.
E’ allora possibile suddividere i Lieder di Clara in quattro differenti momenti di ispirazione che corrispondano più o meno a quelli delle quattro Sinfonie di Brahms?
Se i brani sono considerati espressione profondamente personale, in piccolo, degli aspetti del vero io di un compositore, e i Lieder di Clara riflettono molte delle emozioni percepibili nella musica di Brahms, allora Brahms potrebbe avere tratto ispirazione dai quattro aspetti – ardente e innocente, mascolino, autunnale e, rispetto al mondo, anche amaro – della personalità di Clara nelle sue sinfonie?
Possiamo percepire nella musica di Brahms la sua dichiarazione d’amore per Clara? Da ciò che è stato a ciò che avrebbe potuto essere?
In questo 180° anniversario della nascita di Brahms è un’idea stuzzicante e affascinante da esplorare. In un progetto di cui questo è il primo di due doppi volumi, il direttore John Axelrod fa proprio questo, accostando ogni piccolo gruppo di Lieder di Clara alla “corrispondente” sinfonia di Brahms.
Spingendosi oltre su questa idea, Axelrod non solo dirige l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, vincitrice di un Grammy Award, ma suona anche il pianoforte, scegliendo quattro differenti timbri di voce per le quattro composizioni di Clara.
Così la seconda Sinfonia, piena di fascino, con il palpito irrequieto dell’urgenza giovanile, si avvale dell’aggraziato bel canto della soprano Nicole Cabell. Nella Quarta, con la sua scura, inquisitoria intensità, è riflessa in una Clara molto diversa, raccontata dalla vellutata, seducente voce di Indra Thomas.
Sebbene vari critici abbiano individuato precisi collegamenti tra Brahms e Clara nelle Sinfonie (il famoso biografo Karl Geiringer, per esempio, cita il primo movimento della prima Sinfonia come espressione della ”battaglia combattuta nella sua anima tra l’amore per Clara e il suo desiderio di onorare la fiducia del suo amico e benefattore [Schumann]”), questa è forse la prima volta che un ciclo di incisioni ha veramente indagato in profondità nei possibili legami tra la musica di Brahms e quella di Clara Schumann.
Una musica che travolge l’ascoltatore e per la quale John Axelrod si augura che si possa raggiungere un nuovo livello di comprensione.
Infatti ogni battuta delle sinfonie sembra cantare, nei suoi diversi modi, le parole che Brahms scrisse all’adorata Clara nel 1874
“Ti amo più di me stesso e più di ogni altro sulla terra.”
James Inverne, 2013