DAL
5 AL 22 MAGGIO 2016
IlMetodoPhsalvatorepastore |
PRODUZIONE
OFFICINE DEL TEATRO ITALIANO- OTI
presenta
GIORGIO
PASOTTI FIORELLA RUBINO GIGIO ALBERTI
e
con
ANTONELLO
FASSARI
in
IL
METODO
di
JORDI
GALCERAN
versione
italiana di PINO
TIERNO
Regia
LORENZO
LAVIA
Scene
GIANLUCA AMODIOCostumi
ALESSANDRO LAI
La
commedia dell’autore catalano Jordi Galceran racconta la crudeltà
che spesso si manifesta nei rapporti di lavoro. Quanto può essere
crudele un ambiente lavorativo? Fino a che punto possiamo permettere
alle aziende di applicare gerarchie ingiuste e sottoporci a prove
umilianti, pur di ottenere una posizione socialmente rispettata? E se
rappresentato a teatro, fin dove arriviamo a crederlo verosimile? È
su questi temi, quanto mai attuali, che si sviluppa Il metodo.
In
una sala riunioni asettica, si trovano, per l’ultimo colloquio
“congiunto”, quattro candidati ad un incarico di manager per una
importante multinazionale. I quattro personaggi si rivelano subito
persone ciniche, disposte a tutto pur di ottenere l’unica cosa che
per loro davvero conta: il solo posto disponibile.
In
una busta chiusa arrivano delle prove e qui comincia il gioco, il
thriller.
La
drammaturgia è scorrevole e permette un vivo coinvolgimento del
pubblico che si trova continuamente a dover valutare ciò a cui
assiste: qual è la reale personalità dei candidati? Dov’è la
verità e dove la menzogna? Lo spettacolo ha il grande pregio di
riprodurre in scena ambienti e situazioni comuni a tutti, che viviamo
ripetutamente nella quotidianità e ritroviamo sul palco con tutta
un’altra suspense.
Un
cinismo maieutico, che riesce a far risultare chiara, ma mai banale,
la possibilità di rispondere “no” alle ingiustizie.
Note
di regia
Il
Metodo Gronholm, questo è il titolo originale, anche se ho preferito
chiamarlo semplicemente il Metodo, non solo per la sua immediatezza
nella singola parola, ma anche per cercare di astrarre il più
possibile ogni riferimento geografico o alla persona, come se questo
“Metodo” di giudizio che servirà per scegliere uno dei quattro
personaggi per un impiego, fosse anche un “Metodo” archetipo
della società.
Una
società che cerca sempre di sapere chi siamo, per poterci meglio
controllare, una società pronta ad elevarci, per poi rigettarci
verso il fondo. Uomini costretti ad umiliarsi per poter far parte
della comunità globale in cui viviamo tutti quanti noi.
Nella
commedia, viene usato il lavoro, come fondamento della nostra
società, con tutti i suoi difetti di sessismo, razzismo, odio,
menzogna, dove ci si deve velare per potersi svelare e una ipotetica
multinazionale che qui diventa un simbolo religioso ed unico, che poi
è in fondo il nostro fondamento culturale, quello giudaico cristiano
che ci mette al di sotto di ciò che non vediamo.
Galceran
la chiama Dekia questa fantomatica multinazionale svedese, ed è
chiaro che il gioco di parole con L’Ikea non è casuale, perché
viene presa come la multinazionale assoluta, simbolo
unico
della nostra collettività. Ogni casa ha il suo crocifisso o
l’immagine di Maometto o una stella di David o anche nessun simbolo
religioso, ma è certo che la cosa che le accomuna è che in tutte
queste case in qualunque parte del mondo, anche se sono in guerra tra
loro, hanno almeno un oggetto dell’Ikea o “Dekia” in questo
caso per noi.
Ed
ecco perché ho scelto di far svolgere la storia in un luogo non
luogo, che possa essere una stanza o il mondo intero e dove l’unico
contatto con l’esterno, ovvero quello che non vediamo e non
sentiamo, come tutte le cose di cui abbiamo fede o temiamo, viene
dall’alto. Un luogo del profondo dove gli unici colori che
esistono, arrivano dalle cose che noi usiamo ed indossiamo e
consumiamo.
A
parte il colore di un cielo che ogni tanto ci ricorda cosa siamo
veramente.
Lorenzo
Lavia
Orari:
Feriali ore 20.45 – Domenica ore 15.30
Biglietti:
Poltronissima
Prestige € 35,00 – Poltronissima € 32,00 – Poltrona € 23,00
Poltronissima
under 26 € 15,00