Dall’8
al 20 dicembre al Teatro India di Roma
LEAR
DI EDWARD BOND
LEAR DI EDWARD BOND – foto di sveva bellucci |
regia Lisa
Ferlazzo Natoli
traduzione
Tommaso
Spinelli
con
Danilo
Nigrelli
e
Fortunato
Leccese,
Anna
Mallamaci,
Emiliano
Masala,
Alice
Palazzi,
Pilar
Peréz Aspa,
Diego
Sepe,
Francesco
Villano
scene
Luca
Brinchi,
Fabiana
Di Marco, Daniele Spanò
costumi
Gianluca Falaschi
, disegno
luci
Luigi Biondi
disegno
del suono
Alessandro Ferroni e
Umberto Fiore
realizzazione
immagini a china
Francesca Mariani
disegno
video Maddalena Parise
collaboratore
alla regia Roberta
Zanardo
dramaturg
Margherita
Mauro
assistente
alla regia e alle luci
Francesca
Zerilli
direzione
tecnica per lacasadargilla Gianluca
Tomasella
un
progetto di lacasadargilla
e
alessandro ferroni
PRODUZIONE
TEATRO DI ROMA in coproduzione con lacasadargilla
PRIMA
NAZIONALE
«Non
abbiamo bisogno di un piano per il futuro,
abbiamo
bisogno di un metodo per cambiare»,
Edward Bond
Dall’8
al 20
dicembre
al Teatro
India
di Roma Lisa
Ferlazzo Natoli
porta in scena in
prima nazionale
LEAR
DI EDWARD BOND,
l’opera del drammaturgo inglese che affronta la questione tutta
contemporanea dei principi di potere, violenza e controllo che
disegnano le nostre società e di tutti quei muri, tangibili o meno,
su cui si sono edificate le controverse democrazie d’Occidente.
Riscrittura
contemporanea della celebre opera shakespeariana, il Lear
scritto da Edward Bond
nel
1971,
è una riflessione sull’indissolubile rapporto tra uomo e potere.
Una parabola della violenza, dell’orrore, delle guerre disseminate
nel mondo e dei rapporti di potere, pubblici e privati, che la regia
di Lisa Ferlazzo Natoli traduce in scena come una grande favola nera.
Nel suo Lear
Bond racconta come la violenza si declini in forme private, così
come in quelle più sapientemente democratiche; non a caso l’intera
vicenda ruota intorno a una compressione, a uno stato di pericolo
diffuso, in cui Lear – autocrate paranoico – costruisce il suo
muro per tenere fuori i nemici.
Grande
racconto contemporaneo della violenza, lo spettacolo – una
coproduzione Teatro
di Roma e
lacasadargilla
– si dipana lungo la costruzione di un muro, eretto
come difesa, frontiera e immenso monumento del potere. Lear
parla di Berlino, di quelle cortine di ferro che potrebbero sembrarci
un ricordo antico, ma costringe anche a rintracciare altre forme di
mura che, sempre più sottili, ci chiudono in un centro ridotto a una
silenziosa periferia dell’anima.
Trentacinque personaggi per otto attori si muovono su un palcoscenico
nudo, quasi fosse un cantiere e allo stesso tempo un palazzo in
rovina, le cui mura sono crollate lasciando visibile l’anima in
ferro. E al centro le sanguinose violenze – linguistiche, fisiche e
allucinatorie – che le figure del racconto sembrano destinate a
reiterare. In questa pericolosa architettura, sempre sul punto di
precipitare, si innesta il cast di attori con
Danilo
Nigrelli,
nel
ruolo di Lear, a cui si affiancano Fortunato
Leccese
(Il
Consigliere; Soldato K; Un Sergente; Soldato Ribelle Ferito; Il
Figlio del Contadino),
Anna
Mallamaci (Il
Capomastro; Cordelia; Susan),
Emiliano
Masala (Il
Terzo lavoratore; Nord; Il Ragazzo; Il Fantasma del Ragazzo),
Alice
Palazzi (Fontanelle),
Pilar
Peréz Aspa (Bodice;
La Moglie del Contadino),
Diego
Sepe
(Un
Ufficiale; Cornovaglia; Soldato A; Il Carpentiere; L’Inserviente;
Thomas),
Francesco
Villano (Warrington;
Il Giudice; Soldato I; Il Medico della Prigione; Un Contadino; L’Uomo
Piccolo).
Il
filo narrativo disegna, con un linguaggio crudo e poetico, le
violenze, gli intrighi e le guerre che dal muro prendono vita: Lear,
autocrate che molto somiglia a tanti capi di stato moderni, si dedica
alla costruzione del muro per separare e proteggere il proprio stato
dai nemici confinanti. Le figlie Bodice e Fontanelle gli si ribellano
causando una guerra sanguinosa e una lunga catena di abusi –
privati e di Stato. Divenuto loro prigioniero e poi liberato, Lear è
accompagnato e al contempo ossessionato dal fantasma del figlio di un
becchino, la cui gentilezza verso il re lo ha portato alla morte.
All’orizzonte si muovono forze ribelli che, una volta preso il
potere, tortureranno il re fino ad ucciderne le figlie. Dopo un arco
di intrighi e violenze Lear si lascerà infine uccidere da un giovane
soldato, proprio mentre prova a smantellare il muro da lui stesso
edificato. «I
tre atti del testo, come un inquieto racconto post atomico, parlano
di tre diverse stagioni politiche
– racconta la regista Lisa Ferlazzo Natoli – il
governo autoritario di Lear, la debole e corrotta oligarchia delle
sue figlie e l’istituzione di un governo rivoluzionario che,
fatalmente, riprenderà la costruzione del muro. Governi, desideri
individuali e piani politici si susseguono, come intrappolati in
quello schema antico di sopraffazioni che sembra ancora oggi essere
l’unica forma per affermare e conservare qualsiasi potere. Lear ci
lascia con l’eco terribile della mappa di Crimea, nominata lungo
tutto il testo, grazie a quella preveggenza con cui la grande
drammaturgia sa immaginare e prefigurare il più impensabile
presente».
Lear
è
l’ultima tappa del progetto Linee
di confine,
cantiere aperto alla radio, all’editoria e alle arti visive, che
iniziato nello scorso novembre si completa di due momenti.
Martedì
8 dicembre
negli spazi esterni del Teatro
India,
in occasione del debutto dello spettacolo, si inaugura la seconda
tappa di Wallonwall.
Fotografie e frontiere ai ‘margini’ della città.
L’inedita mostra di fotografie ‘fuori formato’ di otto fra le
più grandi frontiere esistenti al mondo, documentate nell’arco di
dieci anni dal fotografo tedesco Kai
Wiedenhöfer.
Un progetto di arte pubblica che traccia una ‘mappa delle
frontiere’ nella città di Roma e che ha avuto inizio l’8 ottobre
con l’esposizione di un’unica grande fotografia presso il MACRO
nell’ambito di Fotografia-Festival Internazionale di Roma, e si
estenderà nel 2016 alle mura perimetrali delle carceri di Rebibbia e
Regina Coeli.
Venerdì
11 dicembre
(ore 17) il Teatro
Argentina
ospita una lecture
pubblica di
Edward
Bond
a seguito della quale si terrà la presentazione del volume Lear
(edito da minimum fax). Un’occasione unica per approfondire le
questioni etiche e politiche messe in campo dal testo e più in
generale dal teatro di Edward Bond. Oltre al drammaturgo inglese,
saranno presenti Elio De Capitani e il traduttore Tommaso Spinelli.
INFO
TEATRO INDIA
Lungotevere Vittorio
Gassman (già Lungotevere dei Papareschi) – Roma
Ufficio
promozione Teatro di Roma: tel. 06.684.000.346 –
www.teatrodiroma.net
Orari
spettacolo:
tutte le sere ore 21 I domenica ore 19 I lunedì
riposo
Durata
spettacolo: 1
ora e 40 minuti