Va in scena giovedì 9 maggio alle 20,30, per la rassegna ModenaDanza al Teatro Comunale Luciano Pavarotti,
Tango Glaciale. Lo spettacolo, nato nel 1982 su progetto, scene e
regia di Mario Martone, si vede ora nella sua versione “reloaded”,
ovvero recuperato e riallestito grazie alla produzione di Fondazione
Teatro di Napoli – Teatro Bellini, Fondazione Nazionale
della Danza/Aterballetto in coproduzione con Fondazione Ravenna
Manifestazioni e con il sostegno di Torinodanza festival Teatro Stabile
di Torino – Teatro Nazionale. L’evento nasce soprattutto grazie al
progetto di ricostruzione della coreografia italiana
contemporanea degli anni Ottanta e Novanta (RIC.CI) ideato dalla
studiosa Marinella Guatterini per recuperare e riportare in scena
spettacoli che hanno contribuito all’identità della danza nazionale. Non
si tratta però di un’operazione nostalgica, o di un
banale riallestimento, ma di un omaggio a un pezzo manifesto di
quell’epoca. Tutto è diverso rispetto alla sua versione originale: dagli
interpreti ai riferimenti culturali, rivisitati dallo stesso Martone
alla luce delle istanze contemporanee. L’opera simula
un percorso narrativo incentrato sull’attraversamento di una casa da
parte di tre personaggi. Dal salotto alla cucina, dal tetto al giardino,
dalla piscina al bagno: un’avventura domestica che si trasforma
continuamente proiettandosi nel tempo e nello spazio.
La meccanica visiva dello spettacolo è composta da un sistema di
architetture di luce realizzato grazie al montaggio di filmati e
diapositive, e permette allo spettacolo di svolgersi in dodici ambienti
per dodici diverse scenografie, durante un’ora, alla media
di un cambio di scena ogni cinque minuti. In questa griglia spaziale
velocissima, una cascata di immagini, musiche non solo pop e jazz, danze
e azioni/citazioni si svolge il lavoro degli attori.
“Ho visto la prima prova di Tango Glaciale reloaded
tra Anna Redi e Raffaele Di Florio che hanno ricostruito con scrupolo e
con passione questo pezzo di scarsi sessanta minuti e di trentasei anni
fa – racconta Mario
Martone – e non ho potuto non venire scaraventato in un turbine di
ricordi che mi hanno commosso. Ho rivisto il debutto a Napoli, al Teatro
Nuovo, con le case dei Quartieri tutte puntellate, una foresta di pali
di legno comparse all’indomani del terremoto,
e la fila di spettatori così lunga da arrivare fino a via Toledo,
allora si chiamava ancora via Roma. Ricordo gli amici, emozionati e
sorpresi, consapevoli più di noi che quello spettacolo avrebbe avuto
lunga vita, tutti a darci coraggio, a trasmetterci amore.
E quella lunga vita è un fiume di ricordi; Tango Glaciale ci
portò in mezzo mondo (chi era mai salito su un aereo?), venne visto a
New York da Martin Scorsese, Laurie Anderson e Andy Wharol, a Londra, a
Gerusalemme, a San Francisco, non si contano le
città. Al Quirino di Roma e prima alla Biennale di Venezia lo
spettacolo era stato uno sconquasso, la gente gremiva le platee come a
un concerto rock”.
Il nuovo Tango Glaciale ha
debuttato in anteprima nel gennaio 2018 a Napoli e poi in prima
rappresentazione al Teatro Alighieri nell’ambito della XXIX edizione di
Ravenna Festival.
www.teatrocomunalemodena.it