Successo
a Napoli per lo sviluppo di rapporti tra Italia e Ungheria
da sin. Anna Bognar,Jambor Judit Katalin, Gyorgy Hunyadkurti, Tamas Ivan Heintz, Andrea Amatucci e Lorenzo La Nave IMG_2992 |
Una
programmazione che da Napoli propone uno sviluppo nazionale
La
presenza a Napoli, città che vanta legami storici con l’Ungheria,
dell’attore Gyorgy
Hunyadkurti, del
Teatro di Csiky Gergely di Kaposvar, che
ha presentato con una anteprima nazionale in Italia,
il monodramma Shylock scritto
da Gareth
Amstrong,
è stato il movente di una ripresa di rapporti culturali con il paese
del centro Europa. Il promuovere l’iniziativa del portare nella
città partenopea un così grande ed importante personaggio, quale ha
dimostrato d’essere Hunyadkurti che ha riscosso grandi applausi
interpretando questo lavoro teatrale nell’Aula Mura Greche, nel
Palazzo
Corigliano
Piazza San Domenico Maggiore Napoli,
è stata opera dell’Associazione
Culturale “Maria
d’Ungheria Regina di Napoli”,
con sede presso il Consolato Onorario d’Ungheria in Napoli. Questo
sodalizio
che gode del sostegno del console onorario d’Ungheria
in Napoli prof. Andrea
Amatucci,
ha voluto sviluppare, partendo da Napoli l’opera che conduce
per rafforzare i rapporti culturali, economici, istituzionali,
commerciali ect. tra Ungheria e il Mezzogiorno d’Italia. A
dimostrare l’apprezzamento per questa operosità ed operatività di
Jambor
Judit Katalin, assistente
del Consolato e presidente dell’Associazione Culturale Ungherese che
è riuscita ad organizzare con successo un così importante evento al
fine di ravvicinare e sviluppare gli interessi culturali, e non solo,
tra le due nazioni europee, è giunto a Napoli da Roma ed ha seguito
lo spettacolo di Hunyadkurti,
anche
Tamas
Ivan Heintz ,
Primo Segretario Consolare dell’Ambasciata d’Ungheria in Roma,
accompagnato dalla sua Assistente
Anna
Bognar.
L’organizzazione
curata da Jambor
Judit Katalin,
ha riscosso una maggiore attenzione anche da parte degli organi di
informazione perché l’evento di spettacolo è stato preceduto, a
distanza di qualche ora, da una conferenza stampa che la
straordinaria
presenza dell’attore ungherese Gyorgy
Hunyadkurti, doverosamente
prevedeva. Alla conferenza sono intervenuti oltre a Hunyadkurti, alla
presidente dell’associazione ed al console onorario Andrea
Amatucci, anche il Primo
Segretario Consolare dell’Ambasciata d’Ungheria in Roma, con la sua
assistente,
Cristiano
Peiner
giornalista del blog del Consolato,
,
Amedeo
Di Francesco
prof. ord. agli studi di letteratura e lingua
ungherese Università Orientale e
Lorenzo La Nave
studente dell’Università Orientale, che insieme al professore
precedentemente citato ha curato la traduzione e la lettura del
testo Shylock.
Sia alla conferenza che all’evento teatrale ha partecipato Giuseppe
De Girolamo
giornalista della rivista “Politica
Meridionalista”
diretta da Nicola Squitieri, che con l’Associazione “Guido
Dorso”, da lui presieduta, ha creato una iniziativa giunta alla sua
36°
edizione –
patrocinata dal Senato della Repubblica, dal Consiglio Nazionale
delle Ricerche e dall’Università degli studi di Napoli “Federico
II” – la quale segnala dal 1970 contestualmente giovani studiosi
del nostro Mezzogiorno e personalità del mondo istituzionale,
economico, scientifico e culturale che “hanno
contribuito con la loro attività a sostenere le esigenze di sviluppo
e di
progresso
del
Sud ”.
Personaggi che vengono premiati, quali “ambasciatori
del Mezzogiorno”,
con una originale artistica scultura in bronzo, simbolo del sodalizio
e di Dorso, come avvenuto anche quest’anno, nella prestigiosa sede
del Senato della Repubblica, presso la sala Zuccari di palazzo
Giustiniani.
Il
monologo interpretato da Gyorgy
Hunyadkurti,
(attore pluripremiato
Jaszai dij Erdemes Muvesz) membro
del rinomato teatro, gode di grandi successi già ottenuti. La sua
interpretazione di questo ruolo ha ottenuto un premio speciale di
giuria in Ungheria dove valutavano e premiavano l’operato teatrale
del paese, perché è risultata la migliore versione dell’opera di
Gareth Armstrong, autore e attore inglese, membro del Royal
Shakespeare Company, specializzato nei personaggi shakespiriani, che
in essa tratta uno dei personaggi di Shakesperare immortalato nel
Mercante di Venezia.
G.A.
l’ha tirato fuori dall’opera e ha creato un altro su misura, un
“one man show” dove ripercorre la trama del mercante attraverso
la figura di Shylock. Una storia di vessazione ed intolleranza.
Un
monologo nato ad Edimburgo nel 1998 dove ha riscosso il suo primo
successo, seguito da decenni di repliche tutte molto acclamate, ed
andato in scena in più di 50 paesi, tradotto nelle varie lingue,
ottenendo vari premi in Germania, Spagna, Canada e Nuova Zelanda.
Anche
nella rappresentazione a Napoli Gyorgy
Hunyadkurti, ha
dimostrato che si può fare grande teatro con poche cose, anche con
un solo attore ed una semplice scenografia.
L’impegno
nel recitare con gran passione, vivendo la scena cercando di
trasmettere agli spettatori grandi sensazioni ed emozioni è stato un
tutt’uno per il grande attore ungherese che facendo anche ridere e
sorridere ha permesso di riflettere sulla durezza dell’uomo, del
rancore e della solitudine.
Significative
sono state le sovraimpressioni di traduzione apparse nella sua
interpretazione teatrale e che nella fase finale alcune recitavano:
“Vedi,
vedi Selach? La fine corona l’opera. Tutto raggiunge la lieta fine.
Selach!
Selach! E’ colpa mia! Tutto è colpa mia!”
Ed
ancora:
“Sono
ebreo. Pensi che un ebreo non abbia occhi, mani, corpo, cervello,
sentimenti e passioni?”
E
poi:
“Non
ti pare che anche noi prendiamo lo stesso cibo, ci feriamo dalla
stessa arma e soffriamo dallo stesso male?”
Come
anche:
“Ma
secondo te la religione cristiana fa differenza quando uno deve
prendere le medicine per curarsi o quando tira il vento gelido o fa
un caldo boia?”
Concludendo:
“Mica
vuoi dirmi che quando ci disonorate non dobbiamo fare la vendetta!
Dimmi
la verità! Quando un ebreo offende un cristiano, non è che la
vostra umiltà sfocia nella vendetta?”
Chiudendo
con:
“Se
vi somigliamo in tutto anche in questo siamo simili. E adesso vi
chiedo di andare a casa.”
Sabrina
Abbrunzo