KEITH RICHARDS A ROLLING STONE ITALIA
“NON ANDRÓ MAI IN PENSIONE”
KR@theo wenner |
È un anno importante per Keith Richards, questo. Ha finalmente trovato un
momento per pubblicare il suo nuovo album solista e in contemporanea esce un
documentario sulla sua vita. Rolling Stone Italia – in edicola dal 9
ottobre – lo ha incontrato nel verde della sua casa nel Connecticut.
Nel docufilm, a un certo punto Steve Jordan racconta che gli hai confessato
“Potrei andare in pensione”. Lo hai detto davvero? “Il libro mi aveva prosciugato
le energie, più di quanto credessi. Poi Steve e Jane Rose mi hanno detto:
“L’unica cosa che devi fare è tornare in studio”, e io mi sono reso conto che
era quello che mi mancava. Un minuto dopo ho capito: “Non andrò mai in
pensione”. Perché io sono nato per lavorare con una band, per collaborare con
gli altri. Sono inutile senza la mia gang intorno”. Gli Stones sono
molto più divertenti da vedere adesso che in altri momenti della vostra
carriera, come all’inizio degli anni ’90. Siete tutti più rilassati e sembra
che non abbiate paura di prendervi in giro. “Perché è solo
rock&roll, capisci? Devi sempre ricordatelo, è solo rock&roll, quindi
deve essere divertente. Appena cominci a prenderlo troppo sul serio diventa
rock, e il roll sparisce. (Ride). E alla fine per me il roll è la cosa più
importante”. Sei diventato nonno. “Essere nonno è una posizione
interessante. Per prima cosa, non credi mai che ci arriverai, giusto? Non è
certo la prima cosa che pensi: “Chissà come deve essere diventare nonno”. La
distanza che c’è tra genitore e nonno può essere molto utile e avere effetti
positivi. Voglio dire, ci sono un paio di miei nipoti che non vedono l’ora di
venire in tour con me!” Sull’account Instagram degli Stones c’è una foto
di te con Ed Sheeran. Cosa trovi di interessante in lui? “La cosa più
interessante è che è una one man band, tanto per cominciare. Poi mi piace
incontrare persone e capire subito che non pensano solo alla fama. Amy
Winehouse avrebbe potuto essere così, purtroppo. Lo era già in effetti, ed è
veramente triste pensare a tutto quello che avrebbe potuto fare”. Ho
sentito dire che ti piace fare giardinaggio. “Si, ho appena finito di
farlo con mia moglie. Ti spiego come funziona: mia moglie pota le piante, e io
sto seduto e le dico: “Ne hai saltata una!”. (Ride). Poi tiro fuori la pompa e
innaffio. Questa è la mia idea di giardinaggio”. Stai ancora sveglio
tutta la notte? “No, no, al massimo fino alle due, o anche all’una. È
stata una fase della mia vita, e aveva molto a che fare con la cocaina.
Sai, ti tiene sveglio. Hai smesso di colpo, vero? (Si indica la
testa, l’incidente del 2007, ndr). “Sì. Non posso più farlo… Sai, devo
prendere farmaci anticoagulanti… Non è più come prima. E poi mi aveva
stufato. Lo facevo solo perché l’avevo sempre fatto”.